I Film della Vendetta: il tema della revenge nel cinema horror e thriller

Film > Notizie > Insieme a Luca Zanovello del cinestore Sourmilk.it andiamo a (ri)scoprire alcuni dei più noti revenge movie mai prodotti...

La filosofia del "pan per focaccia" è sempre stata baluardo per il cinema, specialmente per quello dell'orrore, della nicchia e di culto. Del resto la vendetta è trionfo catartico, chiusura di un cerchio di sangue dove il male è l'unica cura per epurare il male stesso e dormire sereni la notte.

E' quest'ultimo il caso dell'indimenticabile esordio di Wes Craven, che nel 1972 gira L'Ultima Casa a Sinistra, un cazzottone nello stomaco che avverte: mai sottovalutare il cuore (e le palle) di babbo e mamma, specialmente nel caso in cui foste loro ospiti e aveste appena violentato la loro unica e adorata figlia.

Il movente vendicativo assilla Wes e ricorre puntualmente nelle sue opere successive: Freddy Krueger (Nightmare. Dal profondo della notte, 1984) torna in forma onirica per graffiare mortalmente i figli di coloro che lo uccisero anni addietro, così come la sua brutta copia Horace Pinker (Sotto Shock, 1989), criminale giustiziato tramite sedia elettrica, diventa impulso elettrico (sigh) e matura la sua rivincita nei confronti di chi lo aveva condannato. Craven ci insegna così che la vendetta non è e non può essere prerogativa dei buoni e puri di spirito.

Anzi, talvolta la vittima dovrebbe astenersi dal tornare sulla scena del crimine in cerca di riscatto e giustizia, evitando così il rischio di ripercorrere un ulteriore e ancor più tragico supplizio: chiedete ad Anna e Lucie, protagoniste dell'agghiacciante Martyrs (2008) del francese Pascal Laugier.

O, tanto per restare oltralpe, al Vincent Cassel di Irreversible (Gaspar Noé, 2002): il film, lontano dall'horror ma psicotico e indelebile gioiellino di violenza, spiega a ritroso i motivi dell'incazzatura e della conseguente vendetta del protagonista Marcus e consacra l'estintore (in una scena rivoltantemente memorabile) re degli oggetti contundenti.

Oltre ogni limiteDustin Hoffman appare sicuramente meno aitante e incazzoso di Cassel, ma nel capolavoro di Sam Peckinpah Cane di Paglia (1971) dimostra che anche un intellettuale quattrocchi, con le giuste sollecitazioni, può trasformarsi in un guerrigliero vendicativo qualora senta minacciata la propria fidanzata e la propria casa; stesso discorso per la candida Farrah Fawcett di Oltre ogni Limite (1986), capace di una feroce reazione nei confronti del suo stupratore.

Se l'Occidente dimostra di non disprezzare il tema, sul versante orientale la cosa assume la forma di una vera e propria ossessione: nell'oceanico stuolo di titoli, impossibile scordare le due baby vendette di Sadako (Ringu, 1998) e del rancoroso Toshio (Ju-On, 2000): prima che remake, sequels e cloni ci ammorbassero, i due pupi morti violentemente e tornati per mietere vittime facevano davvero paura.

Con ispirazioni meno orrorifiche, menzione speciale per la "Trilogia della Vendetta" del regista sudcoreano Chan-Wook Park (composta da Mr. Vendetta, Old Boy e Lady Vendetta), capace di mischiare pulp, thriller, azione e dramma in un formato originale ed emozionante.

In Old Boy (2003), punta di diamante della trilogia, vendetta e controvendetta intrecciano e conducono alla rovina i destini di Dae-Su Oh e Woo-Jin Lee, in un racconto toccante, sanguinolento e (giustamente) pluripremiato, una santissima trinità dell'argomento-vendetta e ultimi grandi capolavori asiatici.

A proposito di capolavori asiatici, il cult movie Tetsuo (di Shin'ya Tsukamoto, 1989) ci mostra il lato più delirante dell'argomento attraverso la folle rivincita di uno strano uomo chiamato "metal fetishist" che contagia il suo assassino, il cui corpo mette in atto una curiosa e devastante mutazione metallica. Suoni da techno-stordimento, bianco&nero ipnotico, ironia e trucidamenti schizofrenici: Tetsuo, piaccia o meno, è un film unico. Da vedere e psicanalizzare.

Le briciole di serietà vengono spazzate via nella saga di The Toxic Avenger, grottesco eroe della Troma, la casa di produzione più "indie" del pianeta e fucina di esilaranti titolacci "b" che grondano sangue. Il protagonista, affettuosamente ribattezzato "Toxie" muta in seguito al contatto con scorie radioattive e diventa vendicatore (tossico) del marciume criminale presente a Tromaville. Armato di una singolare "mise" composta da tutù e scopettone, suoi unici effetti personale, Toxie dimostra che la vendetta può anche non prendersi troppo sul serio.

Rimanendo nella (mica tanto) ridente cittadina, scopriamo che il sassolino nella scarpa possono toglierselo anche i trapassati ed anche attraverso strumenti insospettabili: questo è Poultrygeist: Night Of The Chicken Dead, attacco di polli mutanti in un fast-food edificato sopra a un cimitero di permalosi indiani.

E casa nostra? Nella patria di Rigoletto e Trucebaldazzi, una sana vena vendicativa non poteva mancare neppure su pellicola.

La Maschera del DemonioMario Bava consegna agli annali il suo capolavoro La Maschera del Demonio (1960), dove una seducente strega di nome Asa viene suppliziata e poi, due secoli dopo, erroneamente riportata in vita; Asa cercherà di possedere il corpo di una lontana discendente. Con questo film Bava detta le coordinate del gotico italiano, considerato punto di riferimento ed antesignano dell'horror puro, in contrapposizione alle derivazioni "sci-fi" dei titoli del periodo.

Che la vendetta sia perpetrata da povere vittime o spietati criminali, da genitori disperati o galeotti, che sia razionale o istintiva, letale o impacciata, consumata fredda (come proverbio vorrebbe) o meno, una cosa è certa: tutti abbiamo avuto, abbiamo o avremo qualcuno a cui farla pagare.

Forse (speriamo!) la nostra etica, morale ed educazione non ci farà sporcare le mani e non terrorizzeremo un camping lungo un'interminabile saga di dodici film (Venerdì 13), una scuola (I Diabolici) o i bulli del quartiere (Dead Man's Shoes), ma forse proprio per questo avremo sempre bisogno di qualcuno che faccia le cose in grande e per finta, al posto nostro, che ci restituisca (o tolga del tutto) le speranze di una giustizia fatta in casa, sperando in un indiretto appagamento.

Qualunque sia la vostra motivazione, godetevi un momento di video-riscossa, ricordando sempre, nel frattempo, di non farvi troppi nemici là fuori.
Perché prevenire è sempre meglio che curare.



I Film della Vendetta: il tema della revenge nel cinema horror e thriller
Articolo scritto da: Luca Zanovello
Pubblicato il 07/01/2012
Fonte: Sourmilk.it


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