Recensione
X-Files 2 - Voglio Crederci

X-Files 2 - Voglio Crederci: visiona la scheda del film Quando alla TV andava in onda X-Files possedevo ancora un televisore e ricordo sporadiche visioni delle prime due stagioni. Nulla di che ma Chris Carter non aveva ancora ceduto a una delle soluzioni tipiche dei think tank televisivi (ovvero il sovraccumulo continuo di mitopoiesi e segreti senza mai dettagliare la prima o risolvere i secondi) e mise in scena alcuni spunti interessanti, sospesi fra certa fantascienza a impianto realistico e l’horror di varia natura. Fu, come sempre accade, il successo e il rifiutarsi di chiudere a rovinare la serie che si trascinò per parecchi anni e finì schiacciata dall’abbandono delle sue star e dall’intrico di cospirazioni.

Ora sul grande schermo arriva X-Files 2: Voglio crederci. Perché riesumare a qualche anno di distanza questa noiosa bestia morente, fatta di fumo infodump e gelatina internet non mi è ben chiaro ma, a guardare il ruolino di marcia di Chris Carter, praticamente fermo dal 2002 se si escludono sporadiche uscite sempre dedicate alla sua creatura, viene da pensare male e supporre che i soldoni abbiano avuto ragione anche della sua vetusta diatriba legale con la 20th Century Fox.

Ecco quindi che Carter cede alle lusinghe del suo vecchio compagno di merende Frank Spotnitz (“Dai Chris, hai ancora molto da dire, gli X-Files non sono ancora un Cold Case, non dobbiamo draggarli nel cestino, proviamo ad aggiornare, so che ce la puoi fare, vecchio Chris!”) e si siede al word processor per tirare fuori un mediocre episodio televisivo travestito da film in grado di reggere la programmazione in sala.
E come affronta il compito?
Insultando sia i fan della serie che lo spettatore al digiuno giunto in sala in cerca di un lungometraggio godibile in sé e per sé.
I primi devono sorbirsi continui ricordini sui caratteri dei protagonisti e vari innuendo condotti con mano pesantissima che nulla apportano di nuovo al continuum mentre i secondi non avranno i mezzi necessari per guaire alla luna quando Fox Mulder e Dana Scully si sbaciucchiano o quando compare (con una comparsata ai limiti dell’assurdo) Skinner out of nowhere a salvare la giornata con quattro battute dette di fretta.

Guardate che non c’è nulla di male nel fatto che televisione e cinema siano due mondi divisi e non bisogna forzare a tutti i costi una osmosi, è come voler mischiare, novelli Frankestein, il mondo vegetale con quello animale, difficilmente si arriva a qualche risultato e di solito si ottiene un’alga o roba simile.

Cosa dobbiamo sorbirci in pieno 2008 grazie a X-Files 2: Voglio crederci? Un ex prete pedofilo che ha qualche visione e piange sangue, dei cattivi russi (ok che con Putin l’orso sovietico potrebbe riproporsi come futuro nemico ma andiamo, ancora con i cattivi russi???) che rubano e trafficano organi (anzi, di più, corpi interi!) e pedantissime dissertazioni da ora di religione sui vari aspetti e forze della fede, sia di tipo religioso che di altra origine. E visto che siamo al cinema come ci veicolano queste quattro noiosate? Esatto, con una lunghissima serie di chiacchiere televisive. Mai visti così tanti metri di pellicola sprecati a seguire gente che blatera senza senso cose come “ci voglio credere” “non ci credo” “è questo il tuo problema, non credi” “ci credevo”…

Qualsiasi episodio dei primi due o te anni della serie sarebbe stato più interessante e stimolante di X-Files 2: Voglio crederci, un aborto nato fuori tempo.
I tentativi di psicologia sono condotti senza nessun tipo di cognizione del mondo esterno, basti guardare alla relazione fra Mulder e Scully: ora che i due hanno finalmente "consumato" e si sono detti “ti amo tanto” a vicenda sembrano molto più distaccati e freddi di un tempo, li si vede insieme relativamente di rado e non comunicano in nessuna maniera, mandando in rovina uno degli elementi più interessanti della serie, ovvero quella tensione sessuale e quell’attenzione reciproca che era un vero e proprio trademark.

Gillian Anderson (How to Lose Friends & Alienate People, Straightheads, L'Ultimo Re di Scozia) e David Duchovny (Californication, Things We Lost in the Fire) avvertono il fatto e in più non riescono a tornare nei vecchi panni, la prima preoccupata da una carriera cinematografica insignificante e il secondo ormai convinto di essere un sex symbol e quindi incapace di ricalarsi con convinzione in Fox Mulder. Entrambi, come sceneggiatori e regista, sono ottimi professionisti televisivi e lì dovrebbero rimanere, molto efficaci dentro la scatola.

Giocare in serie A è altra cosa, servirebbero altre idee, altre tensioni, una maggiore gestione dei dialoghi, un uso conscio della fotografia, meno descrivere e più mostrare, più recitazione e meno staticità, più spunti e meno allusioni e strizzatine d’occhio. Ma tutto questo è fuori della portata di persone come Carter che è capace di scrivere una scena in cui la dottoressa, per curare un suo bambino che sta morendo di una rara malattia, sia affida ai risultati della prima pagina di ricerca google (stampandoli e sfogliandoli con una riverenza che nemmeno Mosè con i suoi dieci pensierini scritti in montagna).

Questo è, di continuo, il livello di X-Files 2: Voglio crederci, il cui unico momento di interesse è la breve apparizione di una fotografia di un cane a due teste. Sempre, ovviamente, trovato in prima pagina di Google, nuovo oracolo per giornalisti, medici e sceneggiatori.

X-Files 2: Voglio crederci: state alla larga da questo strabollito servito freddo e senza salse o mostarda e ricordate cosa dicevano i Public Enemy: Don’t believe the hype!


Titolo: X-Files 2 - Voglio Crederci
Titolo originale: The X-Files: I Want to Believe
Nazione: Canada, USA
Anno: 2008
Regia: Chris Carter
Interpreti: David Duchovny, Gillian Anderson, Mitch Pileggi, Xzibit, Amanda Peet, Billy Connolly, Callum Keith Rennie, Adam Godley

Recensione del film X-Files 2 - Voglio Crederci
Recensione scritta da: Elvezio Sciallis
Pubblicata il 04/09/2008


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