In diverse occasioni, parlando con altri interessati e curiosi del genere horror, ci sono alcuni argomenti che riescono a trovare tutti quanti generalmente concordi in un campo che è solitamente spaccato da diverse fazioni e schieramenti.
Uno di questi accordi lo si raggiunge sul fatto che è molto difficile miscelare con efficacia orrore e umorismo. Le volte che questo mix avviene con bravura si creano dei piccoli gioielli destinati a rimanere per sempre nella memoria dei fan ma di solito chi ci prova è destinato a un pessimo fallimento.
Altro accordo generale lo si trova sul fatto che la carriera di Tobe Hooper (La casa dei massacri, Crocodile, Le notti proibite del Marchese De Sade, Non aprite quella porta 2, Space Vampires, Poltergeist: demoniache presenze, Il tunnel dell'orrore, Quel motel vicino alla palude, Non aprite quella porta) è ormai all’insegna della schizofrenia più assoluta, con un progressivo indebolimento di tematiche e tecnica che ha reso i suoi lavori degli ultimi anni ottanta e di tutti i novanta mediocri e nemmeno lontanamente paragonabili alla manciata di ottime pellicole che il maestro texano aveva girato ai bei vecchi tempi.
Questi due dati da soli basterebbero a descrivere efficacemente una pellicola come Il Custode (Mortuary), film tanto gradito per la scelta delle tematiche affrontate quanto poco in grado di accontentare il fan più esigente per come è stato realizzato.
Difficile dire con precisione come da una sceneggiatura apparentemente ben congegnata, ricca di personaggi ben delineati e di situazioni forti si sia poi giunti a un prodotto finale che non graffia e non lascia alcun ricordo a parte una manciata di battute efficaci.
Hooper sembra aver dimenticato per strada una delle sue caratteristiche principali, quel misto di sadismo e morbosità che gli aveva permesso alcuni quadri horror di rara potenza. Complice forse il budget risicato il cineasta statunitense non riesce a lavorare come dovrebbe e come era solito fare sulla scenografia e sulla fotografia, sull’atmosfera di una location (casa, laboratorio, cripte e cimitero) che sulla carta prometteva faville.
L’ambiente traspira fin troppa artificiosità, ogni lapide sembra fatta di plastica e i muri di cartone: se alcuni dettagli convincono (i vegetali in crescita sulle pareti, il make up di alcuni degli “zombi”…) altri particolari appaiono davvero tirati via e i loro difetti non vengono coperti né dalla fotografia né dal montaggio. Per una pellicola interamente giocata sul difficile equilibrio horror/humor questo genera già di partenza uno sbilanciamento a favore del secondo che segna tono e tenuta di tutto il film.
I protagonisti de Il Custode, sopra la media di questo tipo di produzioni, regalano buone interpretazioni e alcuni dei personaggi offrono alcune linee di dialogo memorabili che mi auguro non vengano stravolte in sede di doppiaggio.
Una volta risolto l’equilibrio fra le due componenti e inquadrato il prodotto possiamo allora abbandonarci al piacere di alcuni quadretti comici riusciti (certi pasticci con vomito e altri liquidi, le eco delle personalità che permangono negli zombi, gli impacci dello sceriffo balbuziente e la follia dell’agente immobiliare…) che in definitiva, visti i tempi, possono valere il prezzo del biglietto.
Deludenti invece lo stile di regia (…dove sono finiti certi movimenti di camera, certe carrellate così morbide e morbose, tipici del primo Hooper?) e i riferimenti a H.P. Lovecraft che rimangono puramente epidermici e privi di reale interesse, quasi un orpello aggiunto a cercare qualche tipo di dignità cui si era rinunciato in partenza. Lungi dal deludere in toto e collocato in uscita in una stagione ricca di pellicole horror che seguono altre tendenze, Il Custode è film da salvare nonostante i molti difetti proprio in virtù del suo essere “altro” dai trend del momento, inquadrabile in un filone che sarei tentato di definire gonzo-zombie e il cui leader è, chiaramente, Shaun of the Dead.
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Titolo: Il Custode
Titolo originale: Mortuary
Nazione: USA Anno: 2005 Regia: Tobe Hooper Interpreti: Dan Byrd, Stephanie Patton, Tarah Paige, Price Carson, Greg Travis, Alexandra Adi
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