Che cos’è un fantasma?
La domanda attorno alla quale ruota tutto il film potrebbe tranquillamente mutarsi in quesito di altro tipo ai fini di un tentativo di discussione su questa pellicola e il suo regista.
Che cos’è un autore?
Non può esserci di grande aiuto il dizionario, ma ho sempre avuto l’idea, per quanto distorta e probabilmente poco valida oggettivamente, che l’autore in campo cinematografico sia una persona facilmente riconoscibile dalla visione di un suo film, un artista in possesso di uno stile particolare e personale e nelle cui pellicole ricorrano temi e metodi espressivi ben precisi.
Il discorso, già difficile per quanto riguarda il cinema mainstream, diventa ancora più complesso all’interno del genere horror, ricco di vincoli e costrizioni.
Guillermo Del Toro (Cronos, Mimic, Blade II, Hellboy) è uno dei pochi autori viventi per quanto riguarda il cinema horror.
Nelle sue opere ricorrono particolari ossessioni (i “mostri”, le malformazioni, i fluidi corporali, il rapporto fra i bambini e figure paterne di vario tipo, elementi storici di varie epoche, ambienti claustrofobici e tanto altro ancora…), una cura particolare per vari aspetti della realizzazione (usa di frequente gli stessi tecnici e proviene lui stesso da precedenti esperienze extra-registiche) e, sopra ogni altra considerazione, un’attenzione nei confronti dell’horror in quanto mezzo e mai in quanto fine.
Ecco quindi che i fantasmi, i vampiri, persino gli scarafaggi mutanti di questo artista messicano non saranno mai solo funzioni nate ed esaurite nell’attimo dello spavento bensì potranno assurgere a simboli, a metafore e riusciranno a comunicare qualcosa al di là dell’occasionale brivido.
Opera fruibile su diversi livelli, La spina del diavolo (El espinazo del diablo) è attraversata da una molteplicità di immagini e concetti potenti che affascinano fin dall’inizio il fortunato spettatore il quale, a distanza di qualche anno dall’uscita, non sperava più nell’occasione di poterlo vedere al cinema.
Una bomba giace, inesplosa, all’interno del cortile di questo strano collegio. Dicono sia disinnescata, ma i bambini, che sanno ascoltare, affermano di sentirla ticchettare. Come se fosse in attesa.
In attesa dell’esplosione di violenza di Jacinto? O è il sordo pulsare della frustrazione di Casales per la propria impotenza sessuale? O segna l’avvicinarsi della vendetta del fantasma? O semplicemente (?) la fine di un sogno di ribellione antifascista?
Ma se le immagini, le scene di Del Toro fossero unicamente tese a esprimere concetti di questo tipo la sua rimarrebbe comunque una cinematografia morta e didascalica: per fortuna i suoi fantasmi terrorizzano più di tanti loro fratelli e sarà difficile cancellare dalle nostre retine l’ombra del terribile e sfortunato Santi.
Il regista messicano crea la figura di un fantasma classico e convincente: gli dona background, una precisa connotazione estetica e uno scopo preciso e sensato, ponendolo anni luce distante dalle varie figure simili che alle volte sembrano essere concepite con il solo scopo di spaventare l’audience con due o tre bus ben piazzati.
Il filmaker amministra con parsimonia ne La spina del diavolo le comparsate dell’ectoplasma e vuoi per la geniale realizzazione grafica (Santi, il cui make-up è già spaventoso di per sé, appare sempre contornato da una porzione di elemento acquatico e con la ferita alla testa che spande ancora sangue…) vuoi per l’inevitabile gioco di squadra fra colonna sonora e apparizioni improvvise, ogni volta che il bambino entra in scena riesce a catalizzare con ottima efficacia l’attenzione del pubblico.
Da sempre affascinato dagli ambienti chiusi e sotterranei anche in questo caso De Toro ci regala alcuni squarci memorabili fra cisterne d’acqua dall’abbraccio mortale e decrepite stanze affollate di mostri in formalina, in perfetta sintonia con la fotografia pastosa e malsana di Guillermo Navarro (Dal tramonto all'alba, Il labirinto del Fauno) e con la perizia dello scenografo e degli arredatori.
Ottime anche le prove di gran parte del cast con menzione d’obbligo per Federico Luppi e per l’intera brigata dei bambini.
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Titolo: La Spina del Diavolo
Titolo originale: El Espinazo del diablo
Nazione: Messico, Spagna Anno: 2001 Regia: Guillermo del Toro Interpreti: Eduardo Noriega, Marisa Paredes, Federico Luppi, Fernando Tielve, Íñigo Garcés, Irene Visedo
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