Recensione
Eden Lake

Eden Lake: visiona la scheda del film Imbattendoci in Eden Lake verrebbe inizialmente da pensare che i ragazzini di Them si siano finalmente lasciati inquadrare dalla camera e abbiano trovato favella, oppure che il trio di The Strangers abbia deciso di buttare via le maschere e farsi vedere in volto.
Eppure, tenendo soprattutto conto della presenza di un ottimo sceneggiatore come James Watkins, dobbiamo cercare di allontanarci da collegamenti così semplicistici e scavare un pochino più a fondo.

Perché se è vero che The Strangers pesca a fondo in alcuni particolari paludi fobiche di nuova generazione (la crisi dei mutui, l’ossessione per la privacy e il controllo) a me pare invece che questo Eden Lake, buon esordio alla regia per lo stesso Watkins, vada a ficcare il naso in una problematica magari più specialistica e delimitata geograficamente, ma di sicuro interesse.

Negli ultimi anni Londra e l’intero Regno Unito hanno conosciuto un aumento inverosimile di crimini violenti commessi da minori quando con minori si intende in questo caso singoli e gruppi di ragazzi sui 12-13 anni di età. Ferocia senza paragoni, nessun senso morale né una esatta percezione degli atti commessi ma una profonda e maliziosa consapevolezza della categoria giuridico/legale di appartenenza.
Furti, bullismo, percosse, omicidi per motivi futili (un ragazzo è stato massacrato a calci da alcuni di questi bambini solo perché era un dark).

È assai probabile che James Watkins sia partito da questo allarme per imbastire la personale discesa all’inferno di Jenny, che si troverà, a fine percorso, probabilmente impossibilitata a riveder le stelle. Dico Jenny perché è lei la vera protagonista della vicenda, con il suo ragazzo dipinto secondo quella che è ormai la psicologia standard per queste situazioni: un misto di scatti nervosi e pavidità, di incertezze e fragilità, di scelte sconclusionate e scoppi di rabbia che ci lasciano piuttosto dubbiosi sul suo ruolo all’interno della coppia.

La sceneggiatura, pur con qualche tremolio, svolge un ottimo lavoro nella crescita del senso di minaccia e la scelta di mettere subito in campo tutti i giocatori lascia ben poco campo al mistero per schiacciare invece lo spettatore spalle al muro e obbligarlo a una visione meno divertita e più consapevole.
Watkins si diverte a disseminare iniziali cave canem (il navigatore che avvisa di tornare indietro, il cartello che sbandiera la nascita di una “gated community” nei dintorni del lago, con Jenny che si domanda di cosa si debba aver paura lì e Steve che risponde, allegra e inconsapevole cassandra, “ma di tutti!”) per poi scendere subito nell’abisso rurale tipico di ogni survival che si rispetti.
Prima di andare in giro per i boschi, però, con buona mossa e conscio di avere il tempo per girare in modalità diesel, il regista trova spazio anche per una scena in un bed and breakfast dove bambini urlano, genitori menano e coppie litigano, alla faccia del riposo e quiete della campagna.
Ciò svolge funzione duplice di accrescere il distacco dalla città e di preparare subdolamente il terreno all'ottimo finale.

I “cattivi” di Eden Lake non sono esseri soprannaturali o killer mascherati e armati di machete: sono ragazzini dall’aspetto banale, volendo anche scialbo, armati di biciclette, cellulari e tonnellate di violenza e indifferenza. Giocano coi cani, sputano, schiamazzano e dicono parolacce. Ma, primo vero elemento di disturbo, non hanno nessun timore nei confronti di un adulto, anche un tipo ben messo come Michael Fassbender, che ricordiamo da 300.

Dall’iniziale schermaglia verbale è tutto in salita per la povera coppia e ben presto verrà versato il primo sangue, evento dal quale non si torna più indietro. Il regista continua a procedere in modo molto saggio, alternando tutto quel che gli è possibile alternare. Notte e giorno, tortura-gore a momenti privi di violenza, azione frenetica a lunghi intervalli in cui si dialoga, speranza e pessimismo...

Azzeccata la scelta di aggiungere spessore ai singoli ragazzi, facendoli interagire, con particolare attenzione al gioco di ricatti messo in piedi dal loro capo.

Quando una nazione sceglie di fregarsene dell’educazione dei propri figli, relegando intere classi nell'ignoranza, non può poi sperare di riuscire a punire in qualche modo quegli stessi figli. Che si moltiplicheranno e faranno ricadere il tutto sulla propria prole, in un continuo gioco al massacro ottimamente simbolizzato nell'ultimo twist del film.

Non mancano i momenti forti per gli amanti del torture-porn: immersioni nell’immondizia, piedi trapassati, filo spinato ovunque, gente in fiamme e taglierini in bocca faranno la gioia degli splatterofili.
Buono il reparto tecnico, con particolare attenzione sia al reparto effetti speciali (ma Paul Hyett è una sicurezza) e alla fotografia, grazie anche ad alcuni splendidi shot aerei.

Eden Lake è visione confortante e terrorizzante. Confortante perché testimonia l’ormai ottimo e stabile stato di salute del cinema horror e dintorni inglese e ancora più confortante perchè aggiunge credenziali a James Watkins che, lo ricordiamo, è impegnato nel sequel di The Descent - Discesa nelle tenebre in qualità di sceneggiatore e direttore di seconda unità.
E ci sarebbe molto da dire su un cinema che riesce a riflettere sulla società anche attraverso i suoi prodotti più di "genere", mentre da noi non ci riescono nemmeno gli autori più affermati e mainstream.
Terrorizzante invece sia in virtù delle scene mostrate sia se si pensa che per colpa di un gruppo di sprovveduti al lavoro su leggi assurde questo tipo di meccanismo sociale potrebbe (e in parte lo sta già facendo) replicarsi anche in Italia.


Titolo: Eden Lake
Titolo originale: Eden Lake
Nazione: Gran Bretagna
Anno: 2008
Regia: James Watkins
Interpreti: Kelly Reilly, Michael Fassbender, Thomas Turgoose, Bronson Webb, Shaun Dooley, Finn Atkins, James Gandhi, Alyssa Cooper, Thomas Gill

Recensione del film Eden Lake
Recensione scritta da: Elvezio Sciallis
Pubblicata il 13/09/2008


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