Recensione
Wrong Turn 2: Senza via di uscita

Wrong Turn 2: Senza via di uscita: visiona la scheda del film Il primo Wrong Turn, lungi dal rivoluzionare alcunché, ha saputo destreggiarsi a dovere nella giungla di film giocati sul tema delle famiglie di rednecks mutanti e cannibali che si nascondono nel profondo delle regioni boschive arretrate degli USA.

A distanza di qualche anno ecco il seguito, Wrong Turn 2: Senza via di uscita, quasi del tutto slegato dal primo, con la 20th Century Gold che ci butta la “misera” somma di 5 milioni di dollari che Joe Lynch riesce a far rendere ben oltre le aspettative grazie al set trasferito in Canada.

Merito della (parziale) riuscita del film è da distribuire equamente fra regista e sceneggiatore: Turi Meyer si destreggia fra horror e fantastico da più di una dozzina d’anni (Buffy, Sleepstalker, Candyman 3 - Il Giorno della Morte, Smallville, Leprechaun) e ha assorbito una dose di stereotipi e cliché tale da permettergli di baloccarsi con le psicologie dei personaggi e i loro destini in modo sufficientemente originale.

A prescindere dalla figura del regista dello show e dall’ex marine ora conduttore dello show (un Henry Rollins in forma smagliante, autoironico e cattivo quanto basta), gli altri personaggi sono una lezione esemplare sui classici protagonisti degli slasher di serie B.

Tutti presenti, dalla vegetariana ciclotimica con le suicidal tendencies alla zoccoletta cheap pronta a scavarsi una nicchia sociale a colpi di tette e culo, passando per lo skater imbecille dalle battute a doppio senso sessuale (che nemmeno il Lino Banfi dell’epoca d’oro...) e via di questo passo fino al negretto ex-giocatore di football collaborativo, sensibile e con desideri di rivincita, la ex marines messicana lesbica e carnivora (ossimori e controsensi si sprecano lungo tutta la sceneggiatura) e la ragazza di città, aiuto del regista, timida e sognatrice, che deve coprire l’assenza di una concorrente e che non sa nulla di come si sopravvive in un bosco.

Fate scontrare questi concorrenti fra loro e fateli imbattere nell’imprevisto che giunge sottoforma di una famiglia di agguerriti mutanti/inbreds cannibali che bevono liquidi radioattivi verdastri (il colore d’elezione dei liquami radioattivi o inquinanti) e mangiano chiappe di turisti a colazione e potete immaginare quel che accadrà.

Ma è proprio nello svolgimento tutto sommato scontato, da compitino che mira al 6 e mezzo, che si annidano alcune sorprese che potrebbero fregare anche il più esperto fan di pellicole di questo tipo, in particolare nella decimazione dei piccoli indiani.

Ovviamente dovete mettere in cantiere trama inconsistente, buchi di sceneggiatura, ovvietà e banalità e una recitazione da kindergarten on acid (o, a tratti, ketamina), prezzi che diventano più facili da sopportare a fronte dell’entusiasmo da fan che sceneggiatore e regista riversano in alcune sequenze.

Splatter/Gore oltre i livelli di guardia, fra tritacarne giganteschi, gente letteralmente divisa in due con singoli colpi di scure, fieri pasti da cui nessuno solleva le bocche e altra mattanza generica, (quasi) sempre servita senza l’aiuto di mamma computer (plausi al make up di Bill Terezakis, ennesimo mago di lattice e siliconi vari e alla WCT che si occupa degli effetti).
Meno accentuato l’altro lato tipico degli slasher, il T&A, qui rappresentato da un occasionale nudo durante un bagnetto e poca altra roba fra cui una fellatio in the woods, un'epica Masturbación Mutante che viene in breve sovrastata da un mitologico accoppiamento fra giovani inbred-rednecks, sfido a eccitarvi.

Henry Rollins gioca a fare l’ibrido fra Ash e Rambo e si sprecano gli inner jokes e i riferimenti ad altri film, Non aprite quella porta in tutta l’allegra cena, Le Colline hanno gli Occhi e Predator fra i tanti.

Non è certo un caso che Joe Lynch sia amico da tempo dell’Adam Green il cui Hatchet ho avuto modo di gradire qualche tempo fa: entrambi i registi in questione sanno giocare fra la devozione per il genere e il divertimento puro, cascando quindi dentro i territori di un Feast che, insieme a Hatchet e Wrong Turn 2 può andare a formare una ideale triade di film nei quali il sangue e la violenza vengono gestiti in modo diametralmente opposto a quanto è invece proposto in maniera noiosamente pornografica da buona parte dello splat pack (Roth, Bousman e compagnia bella).

Wrong Turn 2: Senza via di uscita: cercatelo, buon divertimento per la canonica ora e mezza!


Titolo: Wrong Turn 2: Senza via di uscita
Titolo originale: Wrong Turn 2: Dead End
Nazione: Canada
Anno: 2007
Regia: Joe Lynch
Interpreti: Henry Rollins, Erica Leerhsen, Texas Battle, Ken Krizinger, Crystal Lowe

Recensione del film Wrong Turn 2: Senza via di uscita
Recensione scritta da: Elvezio Sciallis
Pubblicata il 10/10/2007


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