Forte del successo di Suspiria, Dario Argento, nel 1980, filmò con Inferno quello che avrebbe dovuto essere il suo seguito, e per collegarlo al primo crea per la prima volta la leggenda delle Tre Madri, inspirandosi a Thomas De Quincey, ma ancora di più a Fritz Leiber, che dalle Madri aveva tratto un libro, Nostra Signora delle Tenebre.
Mater Tenebrarum, la protagonista di questo film, è appunto la madre delle tenebre, la più potente e terrificanti delle tre, e abita a New York City. Nel film conosceremo anche la terza madre, Mater Lacrimarum, interpretata dalla bellissima e inquietante Ania Pieroni, che vive in una biblioteca romana.
L’identità di Mater Tenebrarum è il fulcro del film, che riesce a mantenere una componente gialla fino alla fine. La trama, purtroppo, non è all’altezza e si sfalda in molte incongruenze. Come già in Suspiria, ma in modo molto più accentuato, sono le singole scene, simili a quadri a se stanti, a essere piccoli capolavori.
Più ancora che in Suspiria, i colori dominano cambiando di scena in scena. Per ogni azione corrisponde un colore specifico, e questo ha lo strano effetto di accentuare la paura. Espediente questo già usato da Mario Bava nei suoi primi capolavori.
Inferno riesce a essere più violento e più splatter di tutti i precedenti film del regista, e in alcuni casi tale violenza è gratuita, e non segue un filo molto logico.
In compenso alcune sequenze sono indimenticabili, come l’esplorazione della camera sommersa compiuta da Rose Elliot e l’omicidio di Sara, scandito dal Va’ pensiero di Giuseppe Verdi. Lo stesso brano, rielaborato e a velocità accelerata, ritornerà in altre parti del film.
Stavolta la colonna sonora è composta da Keith Emerson (pianista/tastierista degli Emerson, Lake and Palmer), ed è molto più sperimentale. Riesce a essere angosciante, senza però raggiungere il grado di coinvolgimento delle musiche dei Goblin.
I personaggi in generale sono meno realistici, più artificiosi e poco naturali. Gli omicidi fantasiosi, anche troppo.
Molto sottotono il finale, in cui la sorpresa tanto aspettata risulta deludente, per non dire grottesca.
In definitiva Inferno viene a essere un passo indietro, dove l’eleganza di un Suspiria viene sacrificata a episodi di bassa macelleria. Tuttavia la capacità visionaria del regista è al suo massimo, e le pecche di sceneggiatura sono volontarie.
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Titolo: Inferno
Titolo originale: Inferno
Nazione: Italia Anno: 1980 Regia: Dario Argento Interpreti: Eleonora Giorgi, Gabriele Lavia, Veronica Lazar, Leopoldo Mastelloni, Irene Miracle, Daria Nicolodi, Alida Valli, Anja Pieroni
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