Coming Soon è una ghost-story inflazionatissima di pessima fattura, un’abominevole banalità sin dai primi, tiepidi minuti.
La cura nel doppiare la pellicola è assente, le vicende sono contestualizzate con voci smorte, assonnate, incolori, sia mai che un film orientale si meriti un comparto vocale decente, con un esilarante accenno a una manciata di squadre di calcio italiane, del tutto fuori luogo.
Il resto è una gran bella dormita di 90 minuti, frutto di una sciagurata messinscena, povera, maldestra, insicura, semplicemente inesperta. Il regista Sopon Sukdapisit, già di suo uno sceneggiatore tutt’altro che esaltante (Shutter deve la sua fama soltanto al superlativo twist finale, di certo non allo script legnosissimo), imbastisce una storia confusa e caotica mescolando passato e presente e realtà e finzione in un pastrocchio metacinematografico, un altezzoso quanto imbarazzante susseguirsi di sequenze mal scritte, mal dirette, mal recitate.
Con dialoghi scarni e ridotto all’osso, inspiegabili inquadrature, soluzioni estetiche improbabili e attori impalati con movimenti ed espressioni facciali pietrificati, Sukdapisit cerca di far sua la tipica tensione horror orientale senza sfiorarla una sola volta (salvo forse il prologo), ma anzi, sfruttando malissimo idee anche vagamente interessanti. Una mancanza d’esperienza, la sua, per certi versi addirittura tenera (la sequenza dei riflettori che si spengono l’uno dopo l’altro).
Film vecchio, derivativo, scopiazzato, Coming Soon non avrebbe avuto un senso nel 2008 neanche se scritto e girato decentemente: ora come ora, è soltanto utile per un po’ di sano masochismo.
Recensione originale apparsa il 24/09/2010 su Midian, il blog ufficiale di Simone Corà.
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