Appare sempre più disarmante lo scenario delle pellicole horror portate a ricevere frustate nei cinema del Belpaese. A un tentativo di sopravvivenza con un Borderland - Linea di Confine ora, si possono dare cinghiate sulle reni ricordando i vari Boogeyman 2 - Il Ritorno dell'Uomo Nero, Che la fine abbia inizio e immondizia simile.
Allora, di questo passo, si potrebbero organizzare raccolte di firme, sacrifici di vergini e rapimenti di primogeniti per fare in modo di far troneggiare in sala le vere schifezze, quelle pure e leggendarie, di cui Stinger è un ottimo esempio.
Forte del prologo più stupidamente veloce che mi sia mai capitato di vedere (neanche Patrick vive ancora, con quel tentativo di omicidio in tre-secondi-tre, può batterlo), dove un’intera equipe di scienziati viene massacrata da giganteschi scorpioni mutanti in un sottomarino (!!!) nel giro di una decina di secondi (zero ritmo, zero suspense, zero scansione della violenza), la pellicola di Martin Munthe si preannuncia come un colossale trash movie.
Perché è questa l’unica maniera per poter valutare un film che regge su uno script disastroso, privo del minimo accenno intellettivo e con un senso di rifiuto verso la bellezza anche solo estetica (diamo almeno atto alle due biondone di essere dei gran pezzi di donna).
Altrimenti sarebbe impossibile mandare giù decine di scene di sconvolgente bruttezza che infestano il film.
Nel momento della coprofagia involontaria ci si chiede infatti se i neuroni di Mat Nasthos galleggino nella marmellata o nella gelatina, e molti altri interrogativi sulle capacità cerebrali della troupe nascono a causa della mira scandalosa dei marines (incapaci di colpire scorpioni GIGANTI a un metro da loro), della delirante scazzottata finale e, in generale, per colpa di un voluto sense of humor oltremodo imbarazzante (la lunga discussione filosofica sul burro di arachidi, che raggiunge vertici di catastrofe narrativa clamorosi).
Non si riscontrano tracce di regia, dialoghi, recitazione, musiche ed effetti speciali.
Stinger è l’idiozia portata all’eccesso, la cafonaggine su pellicola e molto altro ancora, a patto di essere offensivi e, se possibile, violenti.
Eppure, guardandolo nell’ottica giusta, ovvero quella di un divertentissimo TV shitting, e magari in compagnia di subumani dementi che apprezzano la spazzatura forse anche più del sottoscritto, Stinger rasenta il sublime. E se non fosse per una parte centrale davvero moscia e inespressiva, avremmo potuto gridare al capolavoro.
Recensione originale apparsa su Midian
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Titolo: Stinger
Titolo originale: Stinger
Nazione: Svezia, USA Anno: 2005 Regia: Martin Munthe Interpreti: Casey Clark, Erich Silva, Jordi Almeida, James Cagnard, Richard Froelich
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