Primo remake della versione originale diretta da Micheal Curtiz per la Warner Bros, questo La Maschera di Cera porta la firma di André De Toth, regista ungherese molto attivo tra gli anni '40 e '60, di cui ritroviamo la mano esperta come direttore di seconda unità di ripresa sia nel pluripremiato Lawrence d'Arabia (1963) con Peter O'Toole, sia in Superman (1978) con Christopher Reeve.
La trama è un classico del macabro. Il talentuoso scultore Jarrod Wax, proprietario del museo delle cere House of Wax, impazzisce dopo esser sopravvissuto all'incendio, appiccato da un piromane, che distrugge completamente tutto il suo lavoro, rendendolo sfigurato e incapace di usare le mani. La follia lo spingerà a escogitare un raccapricciante modo per riprendere il lavoro e dar spettrale nuova vita alle sue statue di cera.
Questo film, oltre a rappresentare un classico del cinema del terrore, è molto importante anche da un punto di vista storico/tecnico.
La prima versione del '33 rappresentò la sfida della Warner Bros al successo dei "mostri" targati Universal che, a partire dal 1931 con Dracula, Frankenstein, La Mummia, L'uomo Invisibile, avevano monopolizzato le paure degli spettatori.
Da un punto di vista tecnologico, per arricchire l'opera, Curtiz girò in un primitivo, ma profondamente d'impatto, Technicolor bicromatico, che al tempo risultò un'innovazione nel genere.
Per mantenerne il gusto innovativo, questo successivo remake del '53 fu filmato con la tecnologia stereoscopica, un insieme di immagini e scenografie atte trasmettere la sensazione di tridimensionalità, che a tutti gli effetti rappresenta l'antenato del 3D odierno.
Questo tipo di resa visiva era già stata introdotta al cinema nel '22, con il primo film stereoscopico The Power Of Love, ma il suo utilizzo vide il maggior impiego negli anni '50, tanto che il successo ottenuto da questa versione de La Maschera Di Cera nel '53 spinse la stessa Universal a girare in tale modo, l'anno successivo, Il Mostro della Laguna Nera che divenne il più celebre esponente di tale tecnica.
Non di meno il cast è sicuramente uno dei punti di forza di questo film.
La sua macabra interpretazione di Jarrod Wax elevò Vincent Price (L'Ultimo Uomo della Terra, Il Club dei Mostri) a maestro del cinema del terrore, mettendo in luce tutte quelle sfaccettature di malvagità che lo accompagneranno per il resto della sua prolifica carriera.
Con gli altri attori, Phyllis Kirk e Carolyn Jones in primis, troviamo anche un giovanissimo Charles Bronson agli esordi, che ritornerà sotto la guida di André De Toth nei successivi film del regista La Città è Spenta e L'Assedio di Fuoco, entrambi del '54.
Sicuramente da menzionare, visto che è stato citato, il cast del film originale di Curtiz Mistery Of the Wax Museum del '33, interpretato da Lionel Atwill e Fay Wray, regina indiscussa della Hollywood di quegli anni e indimenticabile interprete del film King Kong, dello stesso anno, prodotto da RKO.
Sicuramente da vedere per riscoprire le radici di un cinema horror che da queste pellicole ha attinto molto, mantenendo inalterato quel gusto del terrore spettrale che le contraddistingue, al punto che il film, nel corso del tempo, è stato omaggiato, attraverso numerose citazioni, da molti registi di genere, uno tra tutti Mario Bava nel suo Gli Orrori del Castello di Norimberga.
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