Da sempre il cinema horror è sottovalutato dai critici, che gli imputano una tendenza (purtroppo vera il più delle volte) a essere soltanto una macchina per fare soldi e a puntare tutto sui presunti gusti morbosi dello spettatore. Senza voler approfondire troppo il discorso "cinema = arte o business?" e tralasciando le pseudo-psicologie da strapazzo sulle morbosità degli appassionati di horror, ogni tanto ci sono dei film che fanno gridare al capolavoro (ricordiamo Carrie, lo sguardo di Satana, Shining, e in tempi un po' più remoti Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York) mettendo d'accordo critica e pubblico.
Society (Society, the Horror il titolo originale) può essere considerato uno di questi film.
Opera prima del regista Brian Yuzna (Beyond Re-Animator, The Dentist, Il ritorno dei morti viventi 3, Rottweiler, Beneath Still Waters - Dal profondo delle tenebre), Society inizia quasi banalmente come uno dei soliti film horror anni '80, mettendo subito in mostra una fotografia molto patinata da serial TV e una scenografia lussuosa tra ville magnifiche e auto costose e ragazzi e ragazze con visi di copertina. Proprio qui, in una Beverly Hills di fine anni '80, inizia la storia del protagonista Billy, alle prese con i suoi incubi e le sue sensazioni di disagio che fanno sembrare la prima parte del film un thriller psicologico, pur essendo presenti in sottofondo i vari indizi orrorifici disseminati dal regista, con un ottimo montaggio a opera di Peter Teschner (Re-Animator 2).
Pur essendo Society uno di quei film in cui si aspetta il finale per avere la "risoluzione degli eventi", Yuzna riesce a mantenere alta la tensione, senza momenti di noia. Altro grande merito del regista è aver impostato il film su canoni recitativi quasi da soap-opera (soprattutto per quanto riguarda i genitori del protagonista) e questo stride ancor di più con l'orgiastico e splatter finale al ritmo grottesco di valzer, finale a cui nessuno potrà restare indifferente, grazie anche agli spettacolari effetti speciali di Screaming Mad George (Predator, Nightmare 4, The Dentist 2) realizzati senza l'ausilio di computer graphic (siamo nel 1989) e che reggono il confronto con quelli dei giorni nostri.
Molto si è detto sulla morale del film, ed è indubbio che il tema della lotta di classe e la critica all'alta società fanno parte di questa pellicola già a partire dal titolo originale, una critica quasi Bunueliana, a voler esagerare. Anche gli sceneggiatori Rick Fry e Woody Keith (autori insieme anche di Dementia) fanno ottimamente il loro lavoro, dai dialoghi volutamente stereotipati della prima parte del film alle invettive finali.
In conclusione, Society è un film che tutti dovrebbero vedere almeno una volta (meglio due) anche se si odia lo splatter (e nel finale ce ne sarà, eccome). A volte vale la pena un piccolo sacrificio.
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Titolo: Society: the Horror
Titolo originale: Society
Nazione: USA Anno: 1989 Regia: Brian Yuzna Interpreti: Billy Warlock, Devin Devasquez, Evan Richards, Ben Meyerson, Charles Lucia, Connie Danese, Patrice Jennings
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