Recensione
Alucarda

Alucarda: visiona la scheda del film Alucarda (Alucarda, la hija de las tinieblas) è un piccolo capolavoro - girato alla fine del 1975 ma distribuito solo nel 1978 - del regista messicano Juan Lopez Moctezuma (1932-1995), autore di pochi film, ma tutti veramente interessanti (fu già collaboratore di Alejandro Jodorosky su El Topo, di cui Moctezuma è stato anche produttore).

La protagonista Alucarda (Tina Romero) è una giovane scapestrata che arriva in un convento dove conosce Justine (Susanna Kamini), l'eroina-vittima creata da De Sade, che lì vive. Alucarda ha un passato molto tenebroso (E' una strega? E' la figlia di Satana?) ed è soggetta a forze maligne, e Justine cade presto sotto la sua influenza.

Al di là della trama (che incorpora pure echi di Carmilla di Sheridan Le Fanu), ciò che rende il film un capolavoro sono la ricercatezza e la bellezza delle immagini (anche grazie all'esperta illuminazione del direttore della fotografia Xavier Cruz), con scenografie e costumi che colpiscono per la surreale qualità e che sono l'aspetto caratterizzante della pellicola, insieme alla follia con la quale viene raccontata la storia di un'indemoniata volontaria, interpretata con estrema generosità da Tina Romero.

Alucarda è una pellicola piena di sangue, urla, effetti speciali sonori (curati dal bravo Gonzalo Gavira), nudo, lesbismo, e dove si gioca con il blasfemo per dare una visione cupa della vita, nella quale il Male non è poi così repellente mentre il bene è rappresentato, purtroppo, con una chiusura bigotta e in modo tenebroso, ed è quindi un'opera che può indubbiamente provocare indignazione in chi non ne riesce a condividere lo spirito.


Recensione originariamente apparsa su E Tenebris in Lucem, il blog di Francesca Paolucci.


Titolo: Alucarda
Titolo originale: Alucarda, la hija de las tinieblas
Nazione: Messico
Anno: 1978
Regia: Juan Lopez Moctezuma
Interpreti: Claudio Brook, David Silva, Tina Romero, Susana Kamini, Lili Garza, Tina French, Birgitta Segerskog

Recensione del film Alucarda
Recensione scritta da: Francesca Paolucci
Pubblicata il 08/06/2009

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