Project Greenlight, una promettente iniziativa che annovera fra i suoi sponsor e creatori nomi del calibro di Matt Damon e Ben Affleck, non è mai riuscita a soddisfare le aspettative iniziali generando una serie di progetti farraginosi e di scarso interesse.
Lieta eccezione questo Feast del losangeleno John Gulager in grado di gestire al meglio i quattro milioni circa di dollari messi a disposizione dalla produzione optando per una unità di luogo e tempo (un bar, una notte) che gli permette di sfruttare al massimo la relativa oscurità e le irruzioni dall’esterno.
Gli sceneggiatori optano per un umorismo a tratti esasperato e urlato che viene veicolato sia da una serie di dialoghi di buona efficacia sia dalle prove degli attori (un casting decisamente azzeccato da parte di Michelle Morris) che da certe soluzioni tecniche (gli stop frame con i dati dei vari personaggi, sebbene non originalissimi, sono di sicura presa) in sede di regia.
Ci troviamo così di fronte a un’ora e mezza che spazia fra battute triviali, sangue a secchi, vomito verdastro a palate, decapitazioni, evisceramenti, castrazioni, mutazioni corporee e tutta l’ampia gamma che il gore ha saputo creare e offrire negli anni, amministrate con la coscienza, da parte dell’autore, di non voler rivoluzionare le sorti del cinema di genere bensì di voler intrattenere, disgustare e far sorridere il pubblico per i canonici 90 minuti della partita.
Fra La Casa, Dal Tramonto all’alba e altri ammiccamenti, il cineasta, conscio di non poter competere a livello tecnico con i maestri summenzionati, sceglie un montaggio epilettico per ovviare ai limiti di budget nel reparto make-up/CGI e spesso si lascia prendere la mano e schiaccia troppo il pedale dell’acceleratore, rendendo difficile da distinguere ciò che realmente accade durante le scene d’azione.
Fra gli elementi più memorabili il già menzionato iper-getto di vomito, un lungo eye-gouging, un generale senso di distaccamento emotivo nei confronti dei personaggi (che permette al regista di operare sacrifici meno prevedibili del solito), un piccolo mostriciattolo che sodomizza un cervo impagliato, un pene che rimane dalla parte sbagliata di una porta chiusa e l'impagabile finale con l’automobile in campo lungo.
Pochi i secondi in cui riusciamo a vedere le creature ultra-zannute ma il make-up sembra di buon livello per una produzione di questo tipo così come mi è impossibile non menzionare la presenza nel cast dell’indimenticato e indimenticabile ex-leader dei Black Flag, Henry Rollins, in una parte molto adeguata alla sua svolta solista.
Colonna sonora da dimenticare senza esitazioni alcune.
Feast: consigliato.
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Titolo: Feast
Titolo originale: Feast
Nazione: USA Anno: 2005 Regia: John Gulager Interpreti: Navi Rawat, Krista Allen, Balthazar Getty, Judah Friedlander, Jenny Wade, Duane Whitaker, Josh Zuckerman, Eileen Ryan, Clu Gulager, Diane Goldner
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