Recensione
The Ward: il Reparto

The Ward: il Reparto: visiona la scheda del film Dopo aver visto The Ward: il Reparto ci si pone una domanda: perché un maestro del calibro di John Carpenter ha avuto bisogno di buttare al vento la propria credibilità artistica confezionando un'operatta insipida e debolissima come quest'ultimo suo film?

E tutta l'energia critica che uno ha a disposizione nel momento in cui si dispone a scrivere una recensione in merito a The Ward, se ne va completamente convergendo verso la ricerca di una possibile risposta a tale domanda, che tuttavia rimane (almeno per me) irrisolta.

Ben due menti sceneggiatrici, Michael Rasmussen e Shawn Rasmussen (Dark Feed, Long Distance) producono una sceneggiatura che è un topolino partorito da una montagnetta: il disvelamento finale, in stile agnizione retorica, con presuntuose intenzioni socio-psichiatriche, è la ciliegina su una molle torta di panna, che fa tuttavia crollare la torta medesima e certo non la abbelisce esteticamente.

Tutto il film si fonda infatti su questa agnitio, topos retorico conosciuto fin dai drammi latini, e utilizzato per sorprendere il pubblico attraverso la "scoperta" della vera identità di un personaggio.

Il problema è che alla fine di tutto il girato, questa modalità stilistica, che retrospettivamente dovrebbe arricchire e sorprendere, non dà affatto spessore alla storia, ma al contrario la banalizza e costringe in stereotipi, che qui non specifico per non spoilerare.

Il film descrive poi caratterizzazioni dei personaggi, che definire superficiali sarebbe un eufemismo.

Regia, movimenti di macchina nei corridoi bui del "North Bend PsychiatricHospital", montaggio, tutto sembra tagliato sciaguratamente con la scure, un "tant al tòc", come si dice a Milano, cioè senza un briciolo di quella finezza perturbante che eravamo abituati a vedere in certe sequenze del Carpenter di trent'anni fa.

Ma forse il problema sta proprio lì, cioè dovremmo abituarci all'idea che i "grandi maestri" non esistono più, e che dobbiamo elaborare il lutto relativo al fatto che un La Cosa non tornerà, perché il tempo passa, e così come con la deriva dei continenti l'Africa non si congiungerà più all'Europa, allo stesso modo Carpenter, così come Wes Craven o Sam Raimi, per dire, non sono più quelli delle origini, e certamente in un futuro prossimo non torneranno più ad essere quelli che erano.

Come fa un regista che ha prodotto pellicole come Essi vivono (1988), oppure Il seme della follia (1994), a cucinare un brodino liofilizzato Knorr come questo The Ward: il Reparto?

Ma, come si vede, torniamo così alla domanda iniziale, su cui le energie del critico tendono a convergere dopo la visione di una Amber Heard (And Soon the Darkness, Benvenuti a Zombieland, All the Boys Love Mandy Lane) che vaga come un'ubriaca all'interno di uno degli ospedali psichiatrici più improbabili e inutili della storia del cinema horror...


Recensione originale apparsa il 30/05/2011 su Ulteriorità Precedente, il blog di Angelo Moroni.


Titolo: The Ward: il Reparto
Titolo originale: The Ward
Nazione: USA
Anno: 2010
Regia: John Carpenter
Interpreti: Amber Heard, Danielle Panabaker, Mamie Gummer, Jared Harris, Mika Boorem, Lyndsy Fonseca, Laura Leigh, Sydney Sweeney, Dan Anderson, Susanna Burney, Sali Sayle

Recensione del film The Ward: il Reparto
Recensione scritta da: Angelo Moroni
Pubblicata il 03/06/2011

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