Olaf Ittenbach è stato responsabile degli FX per Uwe Boll e nonostante abbia girato Dard Divorce senza finanziamenti e nei weekend riesce a mettere tutta la sua bravura nell’emento centrale, nonchè unico elemento di interesse, del film, cioè lo splatter: gratuito, violentissimo, esagerato e inscenato con un realismo notevole e spesso impressionante.
Buttgereit, Schnaas e Ittenbach sono considerati una specie di malsana trinità dello splatter. Se il primo è un genio (Nekromantik, Der Todesking) e il secondo (Violent shit) è un folle a piede libero, il terzo risulta essere inqualificabile.
Solo che il sottoscritto appena legge l’aggettivo estremo entra in una fase preorgasmica e deve assolutamente cercare soddisfazione, anche a rischio di perdere quasi due ore con un film che più risulta essere pretenzioso, più risulta involontariamente comico.
Il problema fondamentale di Ittenbach è che si prende maledettamente sul serio, pensa di dirigere dei capolavori, inietta nei suoi prodotti elementi autoriali che non gli appartengono, e stonano, e quel che è peggio si circonda di attori inetti altrettanto presuntuosi (in questo caso la protagonista è la moglie e data la sua performance capisco perchè il consorte le faccia subire ogni tipo di tortura).
L’unico motivo per cui infliggersi la visione di Dard Divorce è la sfida di riuscire ad assistere a carneficine e macelleria umana.
Il dramma è che Ittenbach ambisce pure a raccontarci una storia, che non solo ha un finale prevedibile fin dai titoli di testa, ma è stata sceneggiata in stile Rashomon in un momento in cui il regista era indeciso se fosse all’altezza (per lo meno) di Kurosawa.
Così la trama a base di intrighi, poliziotti corrotti, soldi e droga, ci martella i neuroni diventanto sempre più risibile e meccanica.
Inoltre suspense e tensione, per un film che di base è un thriller, sono qualità del tutto assenti.
E se già son remote le possibilità di appassionarsi, a causa del cast e di una narrazione che gira in tondo, l’autocompiacimento narcisistico affossa il ritmo senza speranza o diventa delirante nel doppio finale che vorrebbe persino commuovere!
Le uniche sequenze degne di nota sono ovviamente quelle di tortura e omicidio, talmente esasperate ed efferate che dei corpi non rimangono che brandelli, costruite in modo teatrale, grand-guignolesco, ognuna con le sue particolarità, dall’allestimento agli strumenti di massacro utilizzati.
In campo splatter Ittenbach è indubbiamente una macchina da guerra; non solo porta la violenza a livelli inauditi, ma sa come rappresentarla, a volte usando toni grevi e funerei, a volte adottando sfumature ironiche, ma pur sempre deviate e perverse.
Tuttavia, oltre all’aspetto sacrificale, di Dard Divorce rimane un cumulo di mediocrissima celluloide, e tra una testa spappolata in più parti con una vanga o una sega elettrica, qualcuno che tenta di rimettersi le budella nell’addome, arti amputati, dettagliatissimi e lunghissimi smembramenti di cadavere o volti pugnalati in ogni punto possibile, non resta che tapparsi occhi e orecchie per poi riaprirli quando la morte riappare.
Recensione originariamente apparsa su +LoveIsTheDevil+, il blog ufficiale di Lenny Nero.
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Titolo: Dard Divorce
Titolo originale: Dard Divorce
Nazione: Germania Anno: 2007 Regia: Olaf Ittenbach Interpreti: Martina Ittenbach, Daryl Jackson, Jaymes Butler, Barrett Jones, Kamary Phillips, Christopher Kriesa, Gideon Jackson, Henora Jackson
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