Recensione
Tony

Tony: visiona la scheda del film Qualcosa di importante sta per forza accadendo in una Inghilterra che nel giro di pochi mesi è capace di sfornare questo Tony, un allucinante viaggio nella vita quotidiana di un trascurato, involontario e noncurante serial killer della porta accanto, sia la trilogia di Red Riding.

E se gli USA hanno avuto John McNaughton che nel 1986 ha spiegato loro le vie proletarie all'omicidio seriale con Henry - Pioggia di Sangue, ecco che ora spunta l'esordiente Gerard Johnson a proporre il suo Tony (Pioggia di Sangue).

La prima cosa che salta subito agli occhi, alla mente, alla gola è che da sempre l'Inghilterra sembra essere il Paese più capace di capitalizzare sul proprio squallore.
Gli interni e gli esterni dei sobborghi di Londra proposti qui e in mille altre occasioni parlano di spazi geosociali nei quali diventa pressoché impossibile condurre una vita normale, crescere più o meno sani mentalmente.
Casermoni in degrado che annichiliscono chi vive dentro; stanze impossibili da arredare e occupare degnamente sui cui muri persino la muffa stenta a crescere; birra annacquata e puzza di cavolo; bambini obesi e cerebrolesi che non riescono nemmeno a far rimbalzare una palla contro il muro; cabine telefoniche tappezzate di volantini sessuali; casalinghe distrutte da anni di loop catatonici e anaffettivi che non riescono nemmeno a essere "inquiete"; pub di terz'ordine che ospitano coppie disgregate pronte a scaricare l'odio interno su chiunque stia loro vicino in quel momento...

L'elenco potrebbe andare avanti a lungo e rappresenta null'altro che l'habitat naturale per Tony, serial killer definitivo che nulla ha dei mostri assai glamour cui ci ha abituato la Hollywood delle ultime decadi.

Parafrasando e distorcendo Shirley Jackson si potrebbe dire che nessun organismo vivente può conservare a lungo la propria salute mentale vivendo in condizioni di degrado di questo tipo: Tony ci prova a lungo durante tutto il film. Offre da bere a dei tossici, si porta a casa un gay pur non essendo omosessuale, chiede coccole a una prostituta, consiglia il venditore di dvd pirata di offrire alla clientela anche delle videocassette, si interessa ai litigi di coppia nei locali pubblici...

E quel che ricava da questa sua stranita, dolorosa ricerca di affetto e attenzione è un violentissimo muro di ostilità che si amplifica di minuto in minuto: urla, indifferenza, parolacce, spintoni, accuse.
Fuoco sotto una pentola a pressione mai così quieta, cui hanno tolto ogni valvola e fischio d'avviso.
Nessun ghigno satanico, nessun richiudersi in una stanza a parlare con le voci dei demoni, nessun tic rivelatore prima dell'assalto, prima dell'omicidio che è l'unico modo, per questo serial killer naif, per risolvere l'empasse.
E persino l'atto di violenza definitivo viene spesso tenuto sotto controllo, senza rivelare troppi dettagli in camera, senza riversare esagerata violenza grafica che creerebbe solo un inutile accumulo su un quadro che già di suo ha saturato ogni possibile nostra resistenza.

Tutto questo avviene grazie allo stile accorto, spesso minimalista di un Gerard Johnson alla prova d'esordio dopo un cortometraggio di rodaggio (per molti versi simile a questo film) girato qualche tempo prima.
E Johnson è fortunato e abilissimo a scegliere e far collidere fra loro un gruppo di persone di grandissimo talento.
Se esterni e interni giocano già di per sé un ruolo fortissimo, quando vengono fotografati dal bravissimo David Higgs (guarda caso all'opera anche in Red Riding) allora risaltano ancora di più in tutto il loro spietato squallore e plasticosità da due soldi, e il cui lavoro su angoli e colori rende non dico sopportabile ma comunque affascinante questo tipo di ambiente; così come se già il personaggio di Tony affascina e brilla su carta, interpretato da un Peter Ferdinando in stato di grazia diventa istantaneamente una figura di assoluto rilievo in una ideale galleria di serial killer cinematografici.

Molti i momenti memorabili, da incorniciare.
Tutta la scena fra Tony e il prostituto gay (prima al club, poi a casa); l'incredibile colloquio di lavoro con il tizio che gestisce il solarium (per non parlare del precedente colloquio con l'addetto al collocamento); il momento in cui, consultando il tariffario della prostituta, Tony chiede quanto costino le coccole; il munchiano omicidio del tossico e infine, come da migliore tradizione, il confronto allo specchio.

"Non sei un criminale, sei un soldato e morirai come un soldato!"
Ma subito dopo essersi confortato in questo modo di fronte allo specchio, ecco che urla a se stesso: "Non sei un soldato! Sei solo una mosca su un cumulo di merda!"
Dopodiché prorompe in un tremendo urloruggito che è momento a se stante nel film e nella vita di Tony.

Fortunatamente nessuna spiegazione. Nessun abuso o trauma infantile a spiegare il suo attuale status, nessuna geometria ordinata nella quale i vari "perché" vengono tutti cancellati dai because.
Non c'è un perché se non una maligna indifferenza che percola dalle strade e dalle scale, dai muri grigiastri e dalle orride tappezzerie fino a spingerti a uccidere e poi sezionare i pezzi del defunto nel bagno di casa.
O a svegliarti vicino a un cadavere e chiedergli se gradisce una colazione.

Su tutto il tappeto sonoro di piano, echi e distorsioni creato da The The (Matt Johnson), fra gli artisti più adatti da sempre per tastare il polso a un'Inghilterra che pare morta anche nei suoi anni più brillanti ed effervescenti.
La sua musica accompagna Tony lungo i suoi continui, stranianti viaggi fra una non-meta e l'altra e prende il sopravvento nel finale perfetto (l'unico accettabile e che certamente non sarebbe stato girato in caso di produzione hollywoodiana), il momento in cui, più di tutti, la notte preme e cerca di invadere ogni interstizio, e ci pare di assistere a uno stralunato passaggio dal reale al surreale.

Ma è uno squallido e insensato loop anche quello, come qualsiasi cosa in questo splendido, straconsigliato film.


Titolo: Tony
Titolo originale: Tony
Nazione: Gran Bretagna
Anno: 2009
Regia: Gerard Johnson
Interpreti: Peter Ferdinando, Ricky Grover, Vicky Murdock, George Russo, Kerryann White, Neil Maskell

Recensione del film Tony
Recensione scritta da: Elvezio Sciallis
Pubblicata il 09/03/2010


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