Quel che racconta questo Spiders 3D, a partire dal suo titolo e dalle sue locandine promozionali, è fin troppo chiaro.
Ragni. Giganti. Che invadono una metropoli. Con effetti in 3D.
Che impressione, eh?
L'ungherese Tibor Takács, al suo trentacinquesimo anno di carriera da regista, si ripresenta al pubblico con un B-movie (ma sarebbe meglio dire C-movie o D-movie o Z-movie) a basso costo che tanto ha (purtroppo) in comune con le sue più recenti produzioni, filmacci per la TV che viene naturale dimenticare non appena visti.
Vere e proprie "perle trash" come Nostradamus (2000), Killer Rats (2003), MosquitoMan - Una nuova razza di predatori (2005), The Black Hole (2006), Kraken: Tentacles of the Deep (2006), Ice Spiders - Terrore sulle Neve (2007) e Mega Snake (2007), visioni che ancora oggi abitano gli incubi più funesti di tanti appassionati di horror.
A dir la verità Spiders 3D parte col piede giusto, con una sequenza iniziale ben realizzata e le vicende subito "nel vivo", ma scivola nel piattume di basso livello dopo soli dieci minuti, palesando tutti i suoi limiti.
Il triumvirato di autori/sceneggiatori della pellicola, formato dallo stesso Takacs insieme a Joseph Farrugia (Born Bad) e l'esordiente Dustin Warburton, propone una storia scontata, prevedibile e piena di cliché, che macina minutaggio prendendosi sul serio anche nelle scene più assurde o mal riuscite.
I due protagonisti assoluti, Christa Campbell e Patrick Muldoon (Starship Troopers - Fanteria dello spazio, Stigmate), sono ormai bolliti e relegati da tempo in produzioni minori. Per la "scream queen" Campbell (2001 Maniacs, Il Prescelto, Revamped, Day of the Dead, Blood: A Butcher's Tale) si tratta addirittura del quarto film con Takacs, che coraggio.
A far loro compagnia un'allegra truppa di attori sul viale del tramonto o sconosciuti al grande pubblico, tra i quali spiccano dei veri "cani della recitazione": William Hope (il malvagio colonnello americano, Hellraiser 2: Prigionieri dell'Inferno, Captain America - Il primo vendicatore), Pete Lee-Wilson (il malvagio scienziato russo, Blade II, Blood and chocolate - La caccia al licantropo è aperta), Christian Contreras (l'anonima spalla dell'eroe che muore, Wrong Turn 3 - Svolta mortale), Sydney Sweeney (la figlia dodicenne dell'eroe, The Ward - Il reparto), Shelly Varod (la babysitter sacrificabile, Snakeman - Il predatore), Jon Mack (la dottoressa che svanisce, Saw 6 - Credi in Lui, Camel Spiders).
Nessun phatos, nessuna suspense, nessun salto sulla sedia.
Piatto come il bancone di un pizzaiolo e girato in strade e sotterranei ricostruiti (male) in studio, Spiders 3D si trascina per quasi 45 minuti prima di mostrare scene d'azione e di morte che coinvolgano qualche aracnide di notevoli dimensioni (realizzati con una computer graphic mediocre) e più di un'ora prima che sbuchi dal nulla "il ragno grosso", la regina, che fa strage di soldati a perdere con seri problemi di mira.
Niente sesso, niente sangue, niente gore.
Man mano ci si avvicina alla fine le situazioni flirtano sempre più col ridicolo (non voluto) e la mascella si sloga dagli sbadigli, tra ragni saltellanti, omaggi a Aliens: Scontro Finale (il duello tra un ragno e Muldoon a bordo di un muletto) e il ragnone che emette grida a mo' dell'enorme mostro di Cloverfield.
Se solo questo film avesse un decimo delle qualità dei due appena citati ci sarebbe di che fregarsi le mani, invece qui siamo nel baratro. E il finale lascia pure aperta la possibilità di un sequel... che Dio ce ne scampi.
Spiders 3D: godibile solo da sbronzi.
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