Recensione
Fright Night: Il Vampiro della Porta Accanto

Fright Night: Il Vampiro della Porta Accanto: visiona la scheda del film In questi ultimi anni di noiosi remake prodotti da registuncoli che appaiono e scompaiono come lampadine mal funzionanti, sembra facile e istintivo farsi un pregiudizio poco lusinghiero per questo Fright Night - Il vampiro della porta accanto, reboot/svecchiamento del celebre film culto Ammazzavampiri, realizzato nell’85 da Tom Holland.

Con un modo di fare cinema dell’orrore basato unicamente sull’appeal fisico del cast e sulla digitalizzione spettacolare di qualche effettaccio, privo di profondità, carisma e di un minimo di vera contestualizzazione, con una caratteristica di usa-e-getta propria del giovane pubblico a stelle e strisce, quale aspettativa potrebbe mai riservare il rifacimento di una pellicola così fortemente figlia del suo tempo per personaggi, situazioni ed elementi soprannaturali?

Indifferente all’ondata di critiche della cricca adorante dell’originale e all’altissimo potenziale di trascurabilità di un film horror con i VAMPIRI nel 2011, due sono gli elementi che mi hanno favorevolmente spinto al cinema, più un terzo come spinta fondamentale: il regista Craig Gillespie, molto apprezzato con Lars e una ragazza tutta sua per una personale ricerca drammatica che mi incuriosiva vedere applicata all’horror, l’irresistibile Christopher Mintze-Plasse (Kick-Ass) e il suo faccione sgraziato da eterno adolescente sfigato, e ovviamente LUI, David Tennant, ché al solo pensare al Doctor Who per antonomasia che impala vampiri mi scendevano i lacrimoni.

E Fright Night: Il vampiro della porta accanto va oltre ogni buon proposito.

Splendidamente incastrato in una distorsione temporale che, nonostante la modernità palesata da internet, e-bay e divertenti frecciatine alla saga Twilight, lo ricopre di un’atmosfera così anni '80 come non se ne vedevano da tempo, Fight Night non brilla tanto per la trama che, fedele all’originale, non si discosta molto da situazioni e tensioni di semplice ordinarietà orrorifica, bensì per un gustoso meccanismo adrenalinico e serrato tipico di un modo di fare cinema ormai totalmente dissolto.

A partire dai personaggi, che nulla hanno a che vedere con la sorridente plasticosità odierna ma appaiono solidi ed efficaci nella loro credibilità cinematografica (nessuna piatta bidimensionalità a scelta tra sfigatello sbavante, puttanella sexy e bullo spaccone, ma normali adolescenti), la pellicola di Gillespie si dimostra un ottimo giocattolo di felice intrattenimento.

La pellicola infatti, pur nella sua classicissima divisione bene/male, nonostante l’alto minutaggio garantisce un ritmo ben sostenuto, interrotto saltuariamente da una manciata di sbalzi dalla sedia ben assestati e da una riuscita componente ironica, affidata a Tennant e al suo deliziosamente sopra le righe Peter Vincent, strampalato e vigliacco esperto vampirologo.

Pop-corn movie, dunque, ma con una squisita identità divenuta ormai merce rarissima nell’universo teen-horror e dintorni.

Fright Night - Il vampiro della porta accanto si muove agile spinto da una semplicità strutturale estremamente efficace, perché capace di cogliere la genuinità divertita dell’horror meno impegnato, quella spontaneità soprannaturale resa però elegante (e per certi versi surreale dalla scura fotografia) da Gillespie, che alterna momenti di serrata e inquietante indagine (la visita a casa di Adam, la fuga da casa di Jerry, la lunghissima e sorprendente sequenza delle birre) ad altri di esperto tecnicismo con lunghi e affascinanti piano sequenza (il prologo, l’inseguimento automobilistico).

La bontà concettuale acquisisce così una potente carica orrorifica che trasforma Colin Farrell (In Bruges - La coscienza dell'assassino) e il suo Jerry il vampiro (così com’è canzonato un po’ da tutti per il misero carisma del nome) in un eccellente succhiasangue che sparge allo stesso tempo ormoni e tenebre: si può quindi notare come le recenti secchiate di schifezze adolescenzialnobiliare fatichino a intaccare la figura del vampiro se alla creatura della notte per eccellenza viene garantita un’aura di misteriosa ancestralità (ben resa dalla possenza muscolare e dalla sicurezza mascolina di un Farrell molto divertito) e una necessaria ripugnanza mostruosa.

I vampiri tornano così a indossare i panni di bestie feroci, più adeguati e naturali, e ben svolgono un ruolo di inaudito potere malvagio travagliato dalle debolezze più comuni come croci, luce solare, paletti di frassino e spicchi d’aglio, riacquistando il giusto appeal orrorifico per troppo tempo andato perduto.

Fondamentali, nella riuscita del gioco, la componente musicale di un Ramin Djawadi (Game of Thrones, Mr. Brooks) alla guida di archi massicci e maligni che strisciano ed esplodono con sottili allarmi pronti a deflagrare ovunque, e l’effettistica sanguinaria della ditta capitanata dal sempre presente Greg Nicotero, con gustose schizzate di plasma, arti strappati e disintegrazioni alla luce del sole.

Fright Night - Il vampiro della porta accanto: un inaspettato e felicemente riuscito tuffo nel passato, e di questi tempi è una benvoluta sorpresa.


Recensione originale apparsa il 29/08/2011 su Midian, il blog ufficiale di Simone Corà.


Titolo: Fright Night: Il Vampiro della Porta Accanto
Titolo originale: Fright Night
Nazione: USA
Anno: 2011
Regia: Craig Gillespie
Interpreti: Colin Farrell, Anton Yelchin, Toni Collette, Asim Ahmad, Imogen Poots, David Tennant, Christopher Mintz-Plasse, Emily Montague, Grace Phipps

Recensione del film Fright Night: Il Vampiro della Porta Accanto
Recensione scritta da: Simone Corà
Pubblicata il 29/08/2011


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