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 Michael Bay è il Male.
Esatto, con la M maiuscola.
Ha messo su la sua bella fabbrichetta che sforna a ritmo continuo insipidi remake e più passa il tempo più il suo modus operandi si perfeziona: scegliere un film horror di qualsiasi tipo (non importa se si tratti di titoli sacri come The Texas Chainsaw Massacre oppure di classici intoccabili come Gli Uccelli, attualmente in cantiere), affidarne la regia a qualche manovrabile novellino del grande schermo che abbia però un buon passato videoclipparo, "ringiovanire" e rovinare l’opera di riferimento, passare all’incasso con cui ripetere in progressione geometrica l’intera operazione.
Questa volta la vittima è un film di culto come The Hitcher - La Lunga Strada della Paura del 1986 che, pur nella sua imperfezione, brillava per l’alchimia fra i vari attori e per l’erotismo deviato che era messo in scena.
Scegliere di “scambiare” volti stupendi e intensi come Rutger Hauer e Jennifer Jason Leigh con l’anonima coppia Sophia Bush/Zachary Knighton e un buon professionista (ma poco più) quale Sean Bean significa già di partenza non aver capito assolutamente nulla di quel che rendeva interessante il film di riferimento.
Trasformare poi l’allucinante e morboso gioco cacciatore/cacciato che permeava la pellicola del 1986 con l’abusatissima trasformazione della brava ragazza un po’ leggerina in eroina tutta gambe, mento risoluto e fucile a pompa significa fregarsene altamente di pubblico e critica e girare un proprio film appiccicandogli un titolo famoso solo per qualche grammo di pubblicità in più.
Nel nuovo The Hitcher tutto inizia malissimo con una fastidiosa canzoncina pop-core (che ci viene fatta ascoltare tutta, senza scampo) con i due bellocci che partono per il loro trip d’inferno: lui un Muccino con qualche muscolo in più e la pronuncia meno blesa, lei molto carina e…molto carina e forse anche carina.
Passata la prima ventina/trentina di minuti The Hitcher comincia a sbandare come gli automezzi protagonisti e si passa da scene così urlate come non se ne vedevano da tempo (l’omicidio dei bambini fra pupazzi e libri che si interrogano sul Paradiso è da denuncia) a salti di logica (aiutati dal montaggio pesantissimo) tali da far dubitare smarrimenti di scene girate e mai proiettate.
Si passa quindi a un action movie soprannaturale, con inseguimenti e incidenti realizzati con scarso senso dello spettacolare da stunts e regista e con The Hitcher che con una sola pistola riesce a massacrare prima una intera stazione di polizia, poi 4 autopattuglie e 1 elicottero, per non parlare dell’ingiustificato, atroce finale.
Sean Bean ce la mette tutta ma sembra più che altro un signore di mezza età afflitto da una lieve forma di demenza senile (questo non per colpa delle sue capacità bensì per l’impossibilità di un serio confronto con il modello haueriano), Zachary Knighton è molto efficace nel ruolo della ragazza in pericolo mentre Sophia Bush è brava nello svestirsi/vestirsi nei momenti più assurdi e la sua trasformazione finale in vendicatrice dell’apocalisse appartiene più ai fumetti e cartoni animati che all’action/thriller.
The Hitcher merita una breve, brevissima vita nelle sale per poi passare, speriamo, a un agognato oblio sugli scaffali delle videoteche.
Palese marchetta interna quando sullo schermo di un televisore passano immagini insistite de Gli Uccelli, prossimo remake di Michael "Satana" Bay...
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