Autostop rosso sangue è un bellissimo quanto crudo thriller on the road. Un tragico susseguirsi di eventi che si dipana lungo un percorso stradale, ma che coincide con un’immersione nei più feroci istinti dell’animo umano.
Questo film di Pasquale Festa Campanile risulta inusuale per la sua filmografia, per lo più diretta verso la commedia all’italiana, ma proprio per questo, carica di un più forte valore intrinseco. Seppur l’idea di base si confaccia perfettamente con quel sottogenere thriller del Rape&Revenge inaugurata da Wes Craven, il lavoro del regista di Melfi sviluppa dei caratteri espressivi ed estetici alquanto originali, sia per il periodo che per il suo consueto approccio al mezzo.
È da notare come pochi anni prima Mario Bava avesse tentato una similare sperimentazione con Cani Arrabbiati, poi mai distribuito e recuperato solo nel 1995. Ciò che accomuna i due lavori è infatti l’adozione di una analoga strategia di messa in scena, assurgente a valore metaforico: il luogo claustrofobico in cui sono costretti i personaggi, il viaggio senza meta in automobile e i vari conflitti che esplodono nel microcosmo dell’abitacolo, non sono nient’altro che la speculare rappresentazione dell’esistenza stessa.
Un’esistenza tormentata dal conflitto tra Bene e Male, tra vita e morte.
Autostop Rosso Sangue è un lavoro quindi che si caratterizza anche di un pregio intellettuale, proprio nei suoi caratteri esistenziali. Di contro allo snobismo critico che relega queste opere minori al marasma classista del B-movie.
Ma è un lavoro che trova forza anche e soprattutto grazie alle intense interpretazioni degli attori. Dal cinico alcolista Franco Nero alias Walter Mancini alla seducente e disillusa Corinne Clery (Eve Mancini, Histoire d'O), fino allo psicopatico e brutale David Hess (Adam Konitz, L'Ultima Casa a Sinistra, La Casa sperduta nel Parco, Cabin Fever).
Un cast che funziona, come la regia e la scelta delle location: luoghi desertici che rimandano allo status primordiale dell’uomo, e che stimolano il riemergere di quella ferinità sopita ma pur sempre latente in tutti noi, pronta ad erompere alla prima occasione, al primo succulente invito (ineluttabilmente, il denaro), fino alla fagocitazione del proprio simile, al cannibalismo morale. Homo homini lupus.
Autostop Rosso Sangue si inquadra quindi come una perfetta parabola dell’esistenza, della nostra natura e soprattutto del degrado morale verso cui la perversa società individualista ci sta condannando. Da riscoprire.
|
Titolo: Autostop Rosso Sangue
Titolo originale: Autostop Rosso Sangue
Nazione: Italia Anno: 1977 Regia: Pasquale Festa Campanile Interpreti: Franco Nero, Corinne Cléry, David Hess, Joshua Sinclair, Carlo Puri
|