Recensione
Right at Your Door

Right at Your Door: visiona la scheda del film Si corre a vedere Right at your door come assetati nel più stupido dei deserti che scorgano una rara oasi di intelligenza.
Chris Gorak esordisce alla regia dopo aver lavorato in vari settori (art director, principalmente) per registi come i fratelli Coen, David Fincher, Steven Spielberg o Terry Gilliam e mette a buon frutto l’esperienza accumulata sfornando un capolavoro immediato del filone catastrofico.

Gorak si contorna di ottimi professionisti (Tom Richmond alla fotografia, tomandandy alla colonna sonora) e sfrutta in modo mirabile il budget risicato (19 giorni di riprese a Echo Park, LA) per mettere in scena un minidramma nel macrodramma, senza MAI perdere di vista il quadro d’insieme, giungendo a fondere catastrofe con catastrofe, mostri esterni con quelli interni.

Gorak appare narratore di razza, nato per il cinema, fin dai primi minuti, introdotti da dei titoli di testa tanto semplici quanto efficaci: riesce a far parlare oggetti, sguardi, inquadrature, volti, azioni senza mai limitarsi ai dialoghi che, peraltro, sono fra i più efficaci e realistici sentiti negli ultimi anni.

Film destinato a far discutere su più di un aspetto (scelte dei protagonisti, sottotesti anti-media e anti-autorità, plausibilità dello scenario…) sia per quanto riguarda la morale che per gli aspetti tecnici, Right at your door inchioda alla poltrona riuscendo a creare un forte senso di catastrofe con poco più che una manciata di cenere e quattro tizi vestiti in tuta da rischio biologico.

Incertezza, paranoia, disperazione, rimorso, terrore… Questo, assai di più delle sterili domande sul realismo delle dirty bombs presenti nel film, dovrebbe pesare nella valutazione di una prova del genere.
Paranoia e terrore sono poi, facendo una breve ricerca in rete, gli aspetti delle dirty bombs su cui tutti paiono concordare: ordigni a bassa efficacia distruttiva (sia che siano di natura radioattiva, che biologica o chimica) ma dall’alto potere psicologico, ri-denominate weapons of mass disruption non certo a caso, capaci di far crollare i normali legami e relazioni, provocare caos e panico e rendere difficoltoso il recupero dell’area abitata nei mesi e anni seguenti.

Esemplari le prove dell’intero cast, Rory Cochrane (A scanner darkly) e Mary McCormack (già ammirata in 1408) in primis, anche in virtù delle psicologie dei vari personaggi che, nuovamente cosa rara nella Hollywood odierna, paiono plausibili e ben lontane dalla classica stereotipizzazione monodiretta.

Gorak architetta la sua casa della paura su fondamenta ben solide (appoggiandosi sullo spettatore "post 9/11" e tenendo in background le strategie ben evidenziate nei documentari Power of nightmares) e sfrutta ogni mezzo a sua disposizione per dare continui giri di vite alla spirale d’angoscia e portarla all’inatteso e strabiliante finale che sembra rafforzare un implicito invito alla collaborazione per l'evoluzione, già ampiamente suggerito dalla teoria dei giochi.

Telefonini, radio (geniale e funzionale l’idea di non avere nessuna televisione funzionante in casa), visioni offuscate dai veli di plastica, continui crolli nervosi, apparizioni sempre più frequenti di militari in tuta… Molto si è già discusso in USA sugli ultimi minuti del film e il tutto mi riporta alla mente le due volte che sono andato al cinema a vedere Il Sesto Senso: l’intero pubblico ammutolito e impietrito sul finale, salvo poi, per catarsi o per sbruffoneria, esclamare, usciti dalla sala, che loro avevano già previsto tutto fin dai primi minuti.
Così accade e accadrà anche con Right at your door, poco importa...

Ben più importante è che il film, sull’onda dei riscontri all’estero e forte di una distribuzione internazionale targata Lions Gate (che ha comprato i diritti per 3 milioni di dollari), riesca ad arrivare anche nelle sale italiane, pregando per un doppiaggio decente che non trascuri i vari notiziari radio in sottofondo.

Right at your door può rappresentare per il genere catastrofico quel che qualche anno fa The Blair witch project è riuscito a fare per l’horror, qui a Malpertuis è già ora un classico e uno dei pochi film dell’anno per i quali mi sento di alzare il pollice senza nessuna riserva.

Attenzione ad andar a vedere questo film in coppia, potrebbe portare a discussioni fin troppo agitate...


Titolo: Right at Your Door
Titolo originale: Right at Your Door
Nazione: USA
Anno: 2007
Regia: Chris Gorak
Interpreti: Mary McCormack, Rory Cochrane, Tony Perez, Jon Huertas, Scotty Noyd Jr., Max Kasch, Will McCormack

Recensione del film Right at Your Door
Recensione scritta da: Elvezio Sciallis
Pubblicata il 16/11/2008


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