Il Mothman in Italia: l'Uomo Falena tra Brescia e il lago di Garda?

Alcuni misteriosi avvistamenti sembrerebbero portare l'uomo falena anche in terra italica nei pressi del lago di Garda...

Il Mothman in Italia: l'Uomo Falena tra Brescia e il lago di Garda?

La leggenda del Mothman, l'Uomo Falena, accompagna da molti anni le storie misteriose degli Stati Uniti, ma pochi sanno che qualche anno fa alcuni fatti strani che riguardano questa figura mostruosa hanno toccato anche l'Italia, e più precisamente in particolare una piccola zona tra Brescia e il lago di Garda, attorno alla cittadina di Rezzato.

Va detto, per dovere di cronaca, che gli avvenimenti bresciani non sono l'unico caso in epoca contemporanea in cui l'Uomo Falena è stato avvistato in Italia.

Una signora di Segrate (MI), conosciuta semplicemente con le iniziali L.F., raccontò che il 10 ottobre 2004, intorno alle 9.00 del mattino, aveva osservato una luce prima e poi addirittura un non meglio descritto "uomo in nero" compiere strane evoluzioni nel cielo, davanti a lei a una distanza massima di una trentina di metri, in una strada poco battuta, per poi scomparire così come era venuto.

E parlando di uccelli misteriosi di grandi dimensioni in Italia, va citato un precedente storico/letterario di particolare importanza: Tacito nella sua Historia riferisce il prodigio di un uccello di aspetto mai visto, apparso nella Gallia Cispadana nel giorno della battaglia di Bedriacum (combattuta in particolare attorno alla zona dove oggi sorge Calvatone) per la successione dell’impero romano nel 69 d.C., nel denso di un bosco presso Regium Lepidum (l’odierna Reggio Emilia).

E lo stesso uccello viene esaltato da Plinio come «un uccello di esimia grandezza, quale non si era mai osservato prima».

Ma la storia dell'Uomo Falena bresciano è molto di più di un singolo avvistamento, è una serie di episodi inquietanti che possono provocare più di un brivido.

I luoghi protagonisti di questi eventi sono alcuni piccoli paesi situati tra la città di Brescia e la sponda bresciana del lago di Garda, e in particolare località che si trovano alle spalle della Valtenesi e le propaggini delle sue colline, luoghi suggestivi abitati dai tempi antichi e divenuti sacri ai Celti.

Rezzato e la sua frazione Virle, che incontreremo, inoltre distano solo pochi chilometri da un altro luogo misterioso del bresciano: il "Sercol", un antico cerchio di pietre, talune scolpite, con un diametro di una trentina di metri. Vicino al Sercol si trova anche una pietra particolare che viene indicata col nome suggestivo di "Volto del diavolo di Rezzato".

Il Sercol, nome che nel dialetto bresciano indica il "circolo", il "cerchio", era un luogo magico e maledetto, dove si raccontava che vivessero e ballassero le streghe: le mamme della zona in passato minacciavano i figli più indisciplinati sibilando semplicemente "Se non stai buono ti porto su al Sércol". Era un monito che funzionava, sempre.

È quantomeno conturbante, quindi, che proprio da queste parti nell’agosto del 2002 arrivi un’importante testimonianza di un avvistamento italiano del Mothman.

In questo caso siamo sul lago di Garda, in una località imprecisata, quando il testimone C.C. (anche in questo caso solo le iniziali sono note) insieme ad altre persone è su un balcone al primo piano di una villetta ad ammirare il magnifico panorama del lago. È sera tardi, il cielo è terso, non ci sono alberi che ostacolino la vista.

E allora egli vede, essi vedono "qualcosa".

A una distanza di qualche centinaio di metri vi è una creatura marrone scuro, più larga di qualunque uccello abbiano mai visto, più di due metri, dall’aspetto umano ma con una cresta in testa.
Le ali, riporteranno poi gli osservatori, erano simili a quelle di un pipistrello e lo strano essere le sbatteva lentamente e regolarmente.

Non ci è dato approfondire questo episodio, e forse non sarebbe nemmeno salito agli onori delle cronache se non ne fossero seguiti altri.

Nell’estate del 2005 la signora Fiona S. racconta un altro avvenimento con molti punti in comune.
Una sera sta percorrendo la tangenziale, nei pressi di Rezzato, quando la sua auto viene sorvolata a un’altezza di circa 7 metri da un’enorme sagoma scura, simile a un uomo. La creatura è lunga circa due metri, ha grandi ali da pipistrello.

Fiona sfreccia via, non si ferma e non guarda nello specchietto retrovisore, anche se non sa che cosa ha visto di preciso. Solo tempo dopo, cercando in internet, si abbatte nelle leggende del mothman americano e nelle testimonianze italiane, e allora ripensa alla sua esperienza, su cui comunque non riesce a dare una spiegazione: ma tiene a precisare che non aveva fatto uso di alcol o stupefacenti.

Impressionante è che questo avvistamento del mothman a Rezzato si collochi in prossimità di un caso che anni prima aveva fatto discutere e che potrebbe trovare nuovo vigore.

Il 1° giugno del 1985, verso le 18,00, a Virle, frazione di Rezzato, il contadino G.B. rinviene quattro gigantesche impronte di zampe d’uccello, ognuna delle quali lunga 2,5 metri. Delle tracce, che potrebbero essere lasciate nei giorni precedenti, ovvero a fine maggio, si occupa anche una rivista di ufologia con un rapporto a firma del ricercatore Maurizio Verga, esperto di UFO.

Verga però descrive solo due tracce, alte circa tre metri ciascuna: la prima si compone di sei "raggi" lunghi circa cinque metri congiunti in un punto centrale; la seconda, pur simile, possiede soltanto quattro rami, dei quali il più lungo misura 5 o 6 metri. Ci sono circa venti centimetri di profondità per ogni punto comune, mentre i rami arrivano fino a una profondità di 3 o 4 centimetri. Infine le tracce sono coperte da una specie di polvere grigiastra.

Per ammissione dello stesso ricercatore, le tracce sembrano centrare ben poco con un episodio ufologico: la polvere che le ricopre, secondo un’analisi, è costituita da metalli, affiorati dal sottosuolo per via di una forte e intensa "azione energetica". Inoltre le piante attorno non sono schiacciate, per cui è da escludere che un oggetto alieno vi sia atterrato sopra.

L’ipotesi più probabile è un fulmine, anche se lo studioso non è sicuro al 100% per via di alcuni dettagli che non collimano.

C’è, infine, un ultimo episodio legato a questi luoghi che deve essere descritto. Nel 2005 una donna percorrendo la strada di Gargnano (località del Garda bresciano) in una galleria (nella foto sotto) rinviene un gufo reale ferito a un’ala: l’animale viene consegnato agli uffici della Volante della Questura di Brescia, dove resterà per alcune ore, per poi essere affidato a una struttura in grado di curarlo.

Una foto della galleria nei pressi di Gargnano

Vale la pena notare che questo giovane esemplare ha un’apertura alare di 80 centimetri, e che quella di un adulto di questa specie raggiunge i 200 centimetri, nonché che i ciuffi di piume prominenti che ha in testa possono somigliare a una cresta.

Il gufo reale è un animale notturno che vive nei boschi e sulle alture: il tipo di paesaggio che si può benissimo osservare tra la Valtenesi e il lago di Garda, dove anche gli altri avvistamenti sono stati fatti.

Ma ciò non spiegherebbe perché i vari testimoni abbiano descritto i loro avvistamenti come figure umane con ali.



Il Mothman in Italia: l'Uomo Falena tra Brescia e il lago di Garda?
Articolo scritto da:
Pubblicato il 12/06/2014


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