Matteo Bortolotti (Story First) intervistato da Aurora Alicino

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Matteo Bortolotti (Story First) intervistato da Aurora Alicino Aurora Alicino ha intervistato per LaTelaNera.com lo scrittore e sceneggiatore Matteo Bortolotti, autore del saggio Emilia Romagna Misteriosa edito quest'anno da Castelvecchi editore.


[La Tela Nera]: Come nasce la tua passione per i misteri locali, e quando questa passione diventa progetto per una - come la definisci nell’introduzione - "guida anomala"?
[Matteo Bortolotti]: Si tratta di una passione piuttosto antica, nata insieme a quella per la narrazione, perché forse tra il mistero e una buona storia non c’è granché differenza. Avevo otto anni quando ho letto i miei primi testi di occultismo ed esoterismo, a vent’anni mi divertivo a fare l’investigatore dell’occulto. Partecipavo a esorcismi, sedute spiritiche, e davo la caccia ai fantasmi. Sono un appassionato di psicologia, uno scettico talmente scettico, che sono scettico anche rispetto allo scetticismo… E col tempo ho cominciato a pensare che solo uno scrittore può indagare davvero il mistero, grazie a quella che chiamiamo finzione… vedi Borges…

[LTN]: Come hai proceduto nella stesura della guida?
[MB]: Moltissimi dei luoghi trattati sono stati protagonisti, nel mio passato, di indagini e divertenti escursioni… Nella piccola bottega di Story First abbiamo selezionato i luoghi più interessanti, e per ciascuno di essi ho cercato una suggestione che riguardasse il mistero al centro di quel luogo, e che raccontasse un sentimento, una paura, un’inquietudine. Avevo voglia di regalare qualche buona domanda a chi mi avrebbe letto. Al giorno d’oggi ci sono troppe risposte, e non ci facciamo più domande.

[LTN]: Hai scelto Castelvecchi, o Castelvecchi ha scelto te? Quali sono i passi da seguire per pubblicare un’opera del genere?
[MB]: Con Castelvecchi, Story First ha aperto un buon rapporto di collaborazione che vede "Matteo Bortolotti" come protagonista. La Guida Misteriosa è nata da un’idea di Carlo Martigli che dirige la serie, io poi ho voluto trasformare la mia guida, in una guida narrativa, che si usasse come una guida turistica e che si potesse leggere come un'antologia di più di cinquanta racconti misteriosi di ogni genere. Sempre con gli amici di Castelvecchi uscirà il primo romanzo di una serie dedicata a un mio nuovo personaggio, un romanzo tatuato dal grandissimo Riccardo Raviola, figlio d’arte di Roberto Raviola (Magnus).
Riccardo è un grande tatuatore, un grande writer, una grande matita. Devo alla mia socia Caterina il nostro sposalizio.

[LTN]: In Emilia, più precisamente a Cesena, avvenne uno dei più antichi episodi documentati di un fenomeno assai inquietante: la combustione umana spontanea. Ce lo racconti brevemente? Che idea ti sei fatto a riguardo?
[MB]: Fenomeni di cosiddetta "combustione spontanea" sono all’ordine del giorno. Nel mito, addirittura… e nell’esoterismo: la Fenice, ad esempio, brucia consumandosi per poi rigenerarsi. E molti maestri antichi dell’oriente hanno bruciato se stessi attraverso la meditazione. Altri ancora, l’hanno fatto cercando di evocare spiriti inferi, praticando magie lontane e incontrollabili. In altri casi, invece, c’è il mistero della cronaca, ci sono stati assassini che si sono divertiti a confondere le carte in tavola. A mio avviso, il caso di Cesena, appartiene a questa seconda non meno inquietante categoria. Una vecchietta che viene trovata "parzialmente carbonizzata" nel proprio letto, ma ci sono parti del suo corpo integre, e sembra quasi che qualcuno l’abbia pazientemente cotta nel camino, durante la notte… Kebab di vecchietta o autocombustione? La suggestione, anche in questo caso, è quello che conta.

[LTN]: Il nome saponificatrice è entrato nel folklore popolare quasi alla stregua dell’uomo nero, per spaventare i bambini che non si comportano bene. Eppure si tratta di una donna reale, una vera e propria serial killer vissuta nel secolo scorso. In che modo avviene il passaggio dalla cronaca alla leggenda?
[MB]: Attraverso un fenomeno osmotico, direi. Dalla leggenda che si incarna nella follia, alla realtà crudele, e poi di nuovo alla leggenda, passando per il sangue. La Cianciulli praticava magia nera, non era un personaggio così distante da una strega. Chi ci dice che non lo fosse?

[LTN]: Parliamo di te. Come ti dividi tra il lavoro di scrittura e quello di sceneggiatura?
[MB]: Mi divido equamente: la scrittura è un lavoro intimo, soggettivo. La messa in scena è un processo creativo collettivo, che ti fa dividere oneri ed onori con tutta la produzione. E poi uno è un processo di scavo, un diretto colpo al cuore di chi ti legge, l’altro di sintesi, di condivisione con il pubblico. Io amo le storie e per tutta la vita ho studiato come raccontarle nel modo migliore. Perché il cosa raccontare non è un problema, le storie sono ovunque. Come, questo fa la differenza.

[LTN]: Ti sei occupato di numerosi adattamenti da romanzo a film e viceversa. Quali sono le caratteristiche e le difficoltà in un lavoro di questo tipo?
[MB]: Come sopra. Bisogna avere la capacità di analizzare le funzioni di una storia, astrarla dal medium di provenienza sul quale è stata fissata, e da lì tradurne il senso, l’emozione, l’anima, nell’azione narrativa più efficace per il medium di arrivo…

[LTN]: Tra le storie che hai raccolto in Emilia Romagna Misteriosa, quale ha più stuzzicato la tua fantasia? E quale si presterebbe meglio a essere trasposta sul piccolo o grande schermo?
[MB]: Tutte. Immodesto, ma sincero. Sono tanti soggetti, quanti luoghi, misteri e personaggi.

[LTN]: Progetti per il futuro?
[MB]: Direi più che altro “futuri per i progetti”. Posso usare un’emoticon? ;-) Stiamo girando una commedia americana a Bologna, scritta con Bobby Kennedy III, ho appena finito un thriller molto particolare per un’importante editore con cui collaboro da anni, e poi c’è un romanzo pieno di magia e di mistero in arrivo, una fiaba nera che ha per protagonista una bambina di 11 anni: un fantasy epico, un romanzo di formazione e di trasformazione… e poi c’è Walter Maggiorani (protagonista del mio primo romanzo QUESTO è il mio sangue)… devo a qualche migliaio di lettori un seguito per il mio hardboiled clericale… sta arrivando!

[LTN]: Grazie per la tua disponibilità e a presto!
[MB]: Grazie a voi… in una rubrica che tengo su un settimanale di cinema di solito saluto con "Buone Storie", in questo caso mi permetto di aggiungere: "Non abbiate paura del buio!"


Matteo Bortolotti (Story First) intervistato da Aurora Alicino
Intervista realizzata da: Aurora Alicino
Pubblicata il 01/09/2010

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