Lorenza Ghinelli intervistata da Stefano Pastor

Libri > Interviste > LaTelaNera.com ha spedito Stefano Pastor a fare quattro chiacchiere con l'autrice de Il Divoratore

Lorenza Ghinelli intervistata da Stefano Pastor Stefano Pastor ha intervistato, per LaTelaNera.com, Lorenza Ghinelli, autrice del caso letterario dell’anno: Il Divoratore.

Lorenza Ghinelli è nata a Cesena nel 1981. Diplomata in grafica pubblicitaria, fotografia, web design e montaggio digitale. Laureata in Scienze della Formazione, ha conseguito, presso la Scuola Holden di Torino, il Master in tecniche della narrazione. Autrice di vari racconti, opere teatrali e cortometraggi, ha scritto Francis degli specchi, un romanzo disegnato da Mabel Morri. Nel 2010, insieme a Simone Sarasso e Daniele Rudoni, ha pubblicato J.A.S.T. (Marsilio 2010). Vive a Santarcangelo e collabora con la Taodue come editor e sceneggiatrice.

Il suo primo romanzo pubblicato è stato Il Divoratore (2008), una storia noir che, riproposto sul mercato da Newton Compton nel 2011, ha già scatenato l’interesse di paesi come Spagna, Brasile, Olanda, Russia e Francia, Portogallo e Romania che ne hanno acquistato i diritti.


[La Tela Nera]: Nel 2008 Il Divoratore è stato edito da una piccola casa editrice toscana. Uno scrittore alla prima esperienza, dopo aver visto la sua creatura pubblicata, avrebbe esultato e si sarebbe comunque considerato appagato. Nel tuo caso non è stato così, hai continuato lo stesso a lottare per emergere e per trovare un editore più grande, fino a veder ripubblicata la tua opera con Newton Compton. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
[Lorenza Ghinelli]: Il desiderio di realizzare un sogno, e di creare le condizioni per potere scrivere ancora. Per farne un mestiere. Sono costantemente pungolata dalla curiosità di andare più a fondo nelle cose, non mi accontento mai. È una forza e una dannazione.

[LTN]: Com'è cambiato Il Divoratore in questi tre anni. Ci sono differenze tra la versione del 2008 e quella del 2011? Se sì, in che modo si è evoluto?
[LG]: Il romanzo è rimasto invariato, abbiamo tolto solo alcune incongruenza di data e ridotto alcune licenze poetiche. Alessandra Penna, la mia editor, è stata estremamente rispettosa del mio lavoro.

[LTN]: Il tuo rapporto con la Newton Compton, le strategie e la campagna pubblicitaria che hanno portato Il Divoratore a essere un successo a questi livelli. Hai dimostrato fin dall’inizio di avere fiducia nel tuo libro, ma ti aspettavi che diventasse un tale fenomeno? Puoi parlarci della genesi del “successo letterario dell’anno”, come è stato definito?
[LG]: Il rapporto di fiducia che si è instaurato con la Newton Compton è stato fondamentale. Io non credo ai casi dell'anno. Il mercato ha sempre fame di casi nuovi, se non ci sono li crea, li fagocita e poi li dimentica per cercarne di nuovi. Io credo invece nel talento e nel lavoro di squadra. Ho avuto l'enorme fortuna di trovare persone umanamente fantastiche che hanno creduto nel mio lavoro e hanno deciso di investire le loro forze per spingerlo sul mercato.
È stato questo mix pazzesco a funzionare. Un mix che ho cercato e intensamente voluto.

[LTN]: Come influenza tale successo la tua carriera di scrittrice? Riesci ancora a metterti davanti a un foglio bianco con lo stesso entusiasmo che avevi una volta, o ti senti investita dall’obbligo di dover dare sempre di più per non rischiare di deludere i tuoi fan?
[LG]: Sento l'obbligo verso me stessa di esprimere quella che sono. L'entusiasmo va difeso, per preservarlo occorre fare delle scelte ben precise. Se inseguissi il consenso a tutti i costi sarei perduta. Penso che l'onestà, in quel che si scrive, possa essere davvero la carta vincente per comunicare alle persone.

[LTN]: Noir atipico. Ho letto più volte questa definizione riferita al tuo libro. Non solo, ho letto spesso giri di parole per non definirlo un horror. Come mai questa scelta? Sei stata tu a non volerlo considerare un libro dell’orrore o è stata una scelta editoriale?
[LG]: Non sono una scrittrice di genere, penso che le storie vere il genere lo debbano trascendere. Non è stata la casa editrice a non volerlo considerare horror. È che il libro, semplicemente non lo è.

[LTN]: Anche se spesso il tuo libro è stato accomunato ai lavori di Stephen King, leggendolo ho trovato un bagaglio culturale molto più vasto, che è servito a forgiare il tuo immaginario. Dal surrealismo onirico di David Lynch alle suggestioni orientali di Ring, dall’innocenza perduta di Henry James agli incubi di Nightmare on ELm Street. Quali sono stati secondo te i libri e i film che hanno contribuito maggiormente a creare il tuo universo fantastico?
[LG]: Gli autori che hai citato sono indubbiamente dei maestri. Credo che ognuno di noi abbia un suo immaginario che può nutrirsi di ciò che gli assomiglia, ma non credo che l'immaginario si possa costruire. Mi nutro tantissimo di poesia, perché mi dona immagini potenti permettendomi di trovare il mio stile.

[LTN]: L’Uomo dei Sogni è allo stesso tempo un personaggio molto originale e un topos sia della letteratura fantastica che della cultura, presente in varie forme in tutte le tradizioni popolari. È l’Uomo Nero, che viene di notte e ti porta via, è la personificazione di tutti i timori dell’infanzia, primo dei quali proprio la paura di diventare adulto. Come è cresciuto dentro di te un personaggio del genere?
[LG]: Non lo so. Come non so dirti dove sia nata l'idea. Mi abitava. E l'ho raccontata.

[LTN]: Nel tuo libro il passaggio dall’infanzia all’adolescenza è visto in chiave negativa. La perdita dell’innocenza, la morte dei sogni, un destino prefissato che porterà questi ragazzi a essere persone qualunque, se non addirittura negative. In questo contesto l’Uomo dei Sogni assume il ruolo di un “punitore”, come se fossero colpevoli di essere cresciuti. Tutto ciò non comporta una visione troppo pessimistica dell'esistenza?
[LG]: Credo che quella che hai descritto possa essere una lettura, ma non è certamente la mia. Anzi. Io racconto la resilienza, la capacità di alcune persone di fare dei propri traumi un punto di forza. Basta pensare ad Alice e a Pietro. Alice, l'unica adulta sana del libro, è tale solo perché accetta di affrontare il proprio rimosso. Riappropriandosi della sua infanzia senza rinnegarla riesce a essere un'adulta completa, e quindi utile per le generazioni a venire.

[LTN]: Hai definito il tuo libro “Una storia vera”. Questa frase può essere interpretata in molti modi. I personaggi che hai creato sono molto realistici, e vorrei chiederti a quali livelli consideri questo libro una storia vera. È legato a episodi che hai realmente vissuto? Hai condiviso con i tuoi personaggi le loro stesse paure? Le hai sconfitte?
[LG]: Credo di avere scritto una storia vera perché parlo di paure. Ognuno di noi sperimenta quotidianamente quanto le proprie ossessioni, fobie, manie, influenzino il quotidiano. Eppure sappiamo che hanno basi irrazionali. Ho raccontato una storia ricca di simboli, che sconfina nell'irreale. Ma è una storia vera perché scandaglio l'umano.

[LTN]: Per concludere una domanda d’obbligo, ovvero i progetti per il futuro. Ho letto che presto Il Divoratore diventerà un film, prenderai parte attivamente alla realizzazione? Puoi anticiparci qualcosa sul libro che stai scrivendo adesso?
[LG]: Il Divoratore è stato opzionato dalla Lotus production, probabilmente parteciperò alla sceneggiatura. Ma per ora non so dirvi di più. Riguardo al secondo romanzo invece vi anticipo che affronterò una storia quotidiana, scevra di elementi paranormali. Come dicevo non sono una scrittrice di genere e penso che con Di sangue e d'inchiostro potrò affermarlo con più vigore. Questo libro è anche la prova di come io scriva innanzitutto per me stessa, non cerco di replicare. Alcune storie mi vengono a cercare. Io cerco solo di raccontarle al meglio.


Stefano Pastor Stefano Pastor è nato a Ventimiglia nel 1958. Dopo vent'anni passati nel commercio di musica e film, da un paio d'anni ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Un primo successo l'ha ottenuto vincendo col romanzo Holiday il Premio Letterario Città di Ventimiglia, pubblicato in seguito dalla Editrice Zona col titolo di Ritorno a Ventimiglia (2010). Col thriller L'Intervista ha vinto il Premio Le Fenici 2010, indetto dalle Edizioni Montag, che l'hanno poi pubblicato in volume. Con Ciesse Edizioni ha pubblicato i volumi Creature e La Correzione, entrambi nel dicembre 2010, e il thriller Morte nel febbraio 2011. A marzo 2011 ha pubblicato il romanzo horror La Prigione per la Zerounoundici Edizioni. In uscita a maggio la prima antologia di novelle fantastiche da lui curata, Favole della Mezzanotte, per Ciesse Edizioni. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati nelle antologie Mistero e Fratelli Di Razza (Il Mondo Digitale Editore, 2010-11). Le sue storie sono dei generi più disparati, ma ha una predilezione per il fantastico puro.
Sito ufficiale: illusions.blogfree.net


Lorenza Ghinelli intervistata da Stefano Pastor
Intervista realizzata da: Stefano Pastor
Pubblicata il 04/05/2011

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