Vampiri Polemici: Clanash Farjeon intervistato da Marcello Gagliani Caputo

Libri > Interviste > Abbiamo intervistato Clanash Farjeon, autore de I vampiri di Ciudad Juarez e I vampiri dell'11 settembre

Vampiri Polemici: Clanash Farjeon intervistato da Marcello Gagliani Caputo Marcello Gagliani Caputo ha intervistato per tutti i lettori di LaTelaNera.com Alan John Scarfe, alias Clanash Farjeon, autore di Le memorie di Jack lo Squartatore e del recente satirico I vampiri dell'11 settembre, secondo volume nell'originale e intrigante trilogia vampiresca-sociale iniziata con I vampiri di Ciudad Juarez e pubblicati in Italia da Gargoyle Books. Daniele Bonfanti ha curato la traduzuone dell'intervista.


[La Tela Nera]: Grazie Alan per essere così gentile da rispondere ad alcune mie domande riguardo al suo ultimo libro (e non solo quello). Iniziamo da una classica: cosa l’ha spinto a scrivere un romanzo sull’11 settembre?
[Alan John Scarfe]: Come il mio personaggio Michael Davenport, le prime parole che mi uscirono di bocca l'11 settembre quando accesi il televisore e vidi le torri cadere furono: "Questo dà a quei bastardi tutto ciò di cui hanno bisogno". All'epoca non pensavo che 'quei bastardi', con cui mi riferivo a squali e leccapiedi aziendali nei corridoi del potere americani, avessero effettivamente perpetrato quegli atti esecrabili. Semplicemente mi ero reso conto che l'attacco avrebbe permesso loro di realizzare i loro sogni d'aggressione in Iraq e in altri posti perché il pubblico americano avrebbe gridato alla vendetta. Fu soltanto più tardi, quando Internet cominciò a ribollire di materiale investigativo che gettava seri dubbi sulla versione ufficiale di ciò che era accaduto quel tragico giorno, che cominciai a credere, sì, che elementi all'interno del governo statunitense avessero orchestrato tutta la dannata cosa.
Un mio amico e io avevamo in precedenza scritto una sceneggiatura intitolata Ground Zero che prendeva in esame alcune delle questioni così quando Paolo De Crescenzo (patron della Gargoyle Books) mi chiese di prendere in considerazione di scrivere un romanzo 'vampiresco" risposi immediatamente: "Che ne dici dei vampiri dell'11 settembre?" e lui mi diede una strana occhiata e alzò le spalle e disse: "Perché no?".

[LTN]: Nonostante alcuni elementi soprannaturali, I vampiri dell’11 settembre non si può definire un horror. Lei come lo descriverebbe?
[AJS]: No, non è un tipico romanzo 'di genere horror' anche se riguarda cose che sono indicibilmente orribili. Lo descriverei innanzitutto come una satira. Per me è possibile scrivere delle sedicenti 'persone influenti' di questo mondo solo se posso prendermi gioco dell'assurdità dietro la loro oltraggiosa malvagità.

[LTN]: Dalla lettura di I vampiri dell’11 settembre si evince un duro attacco verso l’allora governo americano guidato da George W. Bush. I componenti di quel governo sono davvero così spregevoli come lei li descrive?
[AJS]: Sì, io credo che lo fossero.

[LTN]: È particolarmente interessante il ruolo che nel romanzo lei assegna a Henry Kissinger, una sorta di burattinaio nascosto nell’ombra. Cosa pensa della scelta effettuata da Bush nel 2002 di far presiedere proprio a lui la commissione sull’11 settembre?
[AJS]:Penso fu una scelta che rivelò molto. Come sapete, Kissinger fu costretto a declinare la nomina perché all'epoca era sotto inchiesta per una serie di crimini contro l'umanità, i quali sono tutti esposti nei dettagli nel libro di Christopher Hitchens The Trial of Henry Kissinger [ndr: edito in Italia da Fazi nel 2005 con il titolo Processo a Henry Kissinger]. Penso che Kissinger sia un uomo veramente malvagio e responsabile della morte di milioni di esseri umani innocenti in Vietnam e Cambogia, Indonesia, Cile e molto altro.

[LTN]: Sempre riguardo alla teoria del complotto riguardo al crollo delle torri gemelle: ci diceva che secondo lei è davvero possibile che dietro l’attacco terroristico ci siano stati gli americani stessi. Quali sarebbero le vere ragioni per cui l’avrebbero fatto?
[AJS]: Penso che non ci sia dubbio che fu un complotto. C'è una mole immensa di informazioni disponibile su Internet a firma di persone altamente professionali che, a conti fatti, non può condurre ad alcuna altra conclusione ragionevole. E sì, ahimè, è praticamente certo che elementi all'interno dello stesso governo statunitense furono le menti dietro gli attacchi. Molte, molte volte è accaduto nella storia della politica umana, non solo negli USA, che atti atroci di questo tipo siano stati usati per influenzare l'opinione pubblica. Si pensi all'attacco alla stazione radio di Gliwice nel settembre 1939, che diede a Hitler la sua scusa e il suo slogan di guerra per marciare sulla Polonia. Si pensi all'affondamento della Maine, o a Lyndon Johnson e all'incidente del Golfo di Tonchino, o a Kissinger e il bombardamento della Cambogia. Tutto questo prevedeva inganni deliberati per raggiungere un fine nascosto. Nel caso dei Neoconservatori, per creare un nuovo ordine mondiale proprio come Hitler e il suo Reich che avrebbe dovuto durare 1000 anni. Un ordine americano attraverso il controllo delle risorse petrolifere nel Medioriente e in Kazakistan. Questi desideri sono stati espressi senza vergogna da un gruppo chiamato negli Stati Uniti The Project for a New American Century e documentati in molti libri. Vedi in particolare The New Pearl Harbour di David Ray Griffin [ndr: pubblicato in Italia da Fazi con il titolo 11 settembre: la nuova Pearl Harbour.

la copertina de I vampiri dell'11 settembre [LTN]: Cosa pensano oggi i cittadini americani riguardo la teoria del complotto?
[AJS]: Be', c'è un diffuso malcontento, e incredulità, riguardo alle scoperte della Commissione sull'11 settembre e c'è stata una petizione a New York con, se non erro, qualcosa come mezzo milione di firme che chiedono una nuova inchiesta. Negli ultimi dieci anni ogni figura pubblica negli Stati Uniti che abbia osato abbordare la questione ha visto la propria carriera andare presto in rovina. Si pensi a Cynthia McKinney e a Max Cleland, l'eroe di guerra e membro della Commissione sull'11 settembre che ha dato le dimissioni perché la Commissione chiaramente non stava svolgendo il proprio lavoro.
Sfortunatamente il grande pubblico ha memoria breve e solo le notizie del momento attirano la sua attenzione. Nessuno pare connettere l'uccisione illegale di Osama bin Laden con il rifiuto categorico del Presidente Obama di riaprire una simie inchiesta. Lui non è uno stupido. Deve sapere che ci sono migliaia di legittime domande che restano senza risposta riguardo a quel giorno ma pensa anche che porle non sarebbe bene per gli affari. Quindi cosa succede? Una missione segreta sfreccia in Pakistan, spara a bin Laden e poi butta il corpo in mare. Ovviamente, avrebbe potuto essere catturato vivo e come ogni altro criminale internazionale sotto accusa essere condotto presso la corte dell'Aia ma cos'avrebbe potuto dire? Negò ogni coinvolgimento con gli eventi dell'11 settembre per mesi dopo gli attacchi. Le successive registrazioni delle sue 'confessioni' sono di dubbia origine.
La maggioranza degli americani hanno fatto i salti di gioia quando hanno udito della sua morte. Questa è una tragica testimonianza della loro stupidità e barbarie. Assistervi è stato davvero deprimente.

[LTN]: Il romanzo è un durissimo attacco alla perversità del potere. Tutti i politicanti del mondo sono davvero così schiavi di potere e denaro?
[AJS]: Risulta lapalissiano che 'il potere corrompe e il potere totale corrompe del tutto', per cui è una questione di gradazione. Io credo che più potere hai e più inevitabilmente diventi corrotto. Anche persone come Gandhi non sono completamente immuni. In generale io sono d'accordo con l'arguzia di Gore Vidal che suona più o meno così: "Chiunque sia desideroso di un incarico di alto livello dovrebbe automaticamente essere escluso dalla candidatura a quella qualifica". E penso che si applichi a ogni livello di un'organizzazione gerarchica. Si tratta di una parte della nostra natura ben nota per guardarci dalla quale abbiamo fatto moltissimo, ma è una battaglia perennemente persa.

[LTN]: Mi ha particolarmente colpito la spiegazione, più volta ripetuta nel libro, di queste misteriosi apparizioni come una specie di incontenibile pressione di un senso di colpa sottocutaneo. C’è davvero questo dietro all’ancora vivo dolore per quel tragico ricordo?
[AJS]: Penso di sì. L'edizione inglese del libro inizia con una citazione d'apertura da Macbeth, che mi dispiace sia stata omessa dall'edizione italiana, Atto 3, Scena 4, righe 121-125. Macbeth sta parlando del fatto che, per qualunque percorso straordinario o convoluto, le azioni malefiche devono venire e verranno alla luce. Nessuno è un attore così bravo da celare completamente il proprio senso di colpa se interrogato direttamente. Gli esperimenti con le macchine della verità lo dimostrano. La colpa sgorgherà sempre dalle crepe come acqua di mare in una nave che affonda lentamente.
Ma penso che forse mi si stia chiedendo qualcosa di più importante. Se è così, sì, penso che ci sia un profondo senso di colpa di cui nessuno parla nella società americana. Colpa per avere così tanto mentre altri hanno così poco. Colpa per consumare le risorse del pianeta così egoisticamente. Lo puoi vedere nel ritornello del 'Dio benedica l'America' che si ripete senza fine . Lo puoi vedere nel loro infinito autocompiacimento e nell'infinita fiducia che l'America sia qualcosa di speciale. Una cecità difficile da comprendere quando vedi quanto si collocano in basso nelle statistiche riguardo a aspettativa di vita, spesa pro-capite per cure mediche rispetto a numero di persone effettivamente assicurate, livello di istruzione, percentuale di popolazione che vive sotto la soglia della povertà eccetera. Guardo svelarsi questo circo schizoide ogni giorno sulla televisione americana e riesco a vedere che un insopportabile e inconfessabile 'colpa' al suo nucleo.

[LTN]: I vampiri dell’11 settembre è il secondo volume di una trilogia vampiresca cominciata con I vampiri di Ciudad Juarez. Quanto sono legati i due romanzi tra loro?
[AJS]: Sono completamente collegati da personaggio, trama e tema principali. Decisamente è opportuno, anche se spero di non averlo reso essenziale, aver letto Ciudad Juarez prima di leggere 11 settembre

[LTN]: E l'ultima domanda deve essere... Quando avremo la possibilità di leggere il conclusivo capitolo della trilogia? E se posso chiederlo... quale sarà il titolo?
[AJS]: Mi sento già in colpa perché il terzo romanzo non è ancora finito e continuo a rivedere le mie stime riguardo a quando sarà pronto. Spero che Gargoyle sarà paziente. Al momento è circa all'80% ma è stato parecchio complesso. Si svolge in due differenti cornici temporali, a cinquecento anni di distanza. Aprile 2005 e i trent'anni tra la morte di Savonarola e il Sacco di Roma. Il titolo sarà Vampires of the Holy Spirit, I vampiri del Santo Spirito (suppongo) [ndr: o "dello Spirito Santo", a seconda di cosa deciderà Gargoyle], e il misterioso Bartolomeo Vespucci ci farà quantomeno una sua comparsa.

[LTN]: Grazie ancora Alan, da parte di tutti i tuoi lettori italiani, per aver trovato il tempo di rispondere e essere qui con noi.
[AJS]: Grazie a voi Daniele e Marcello, e grazie ai lettori e critici italiani per la loro intelligenza e sofisticatezza. Sono davvero grato a Paolo De Crescenzo e a Gargoyle Books. Penso ci sia voluto molto coraggio per pubblicare questo libro in particolare. Finora non c'è stato nessuno che abbia voluto farlo in America.


Vampiri Polemici: Clanash Farjeon intervistato da Marcello Gagliani Caputo
Intervista realizzata da: Marcello Gagliani Caputo
Pubblicata il 18/07/2011

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