Carceri e orrore: LaTelaNera.com intervista Massimo Rainer, autore di Limite ignoto

Libri > Interviste > La nota scrittrice Diana Lama ha intervistato per LaTelaNera.com Massimo Rainer, romanziere noir giunto al terzo lavoro con la casa editrice Mezzotints Ebook.

Carceri e orrore: LaTelaNera.com intervista Massimo Rainer, autore di Limite ignoto A un anno e mezzo di distanza dalla prima volta, LaTelaNera.com intervista nuovamente Massimo Rainer, autore per la casa editrice digitale Mezzotints Ebook del romanzo Limite Ignoto.

Sulle sue tracce abbiamo mandato la nota scrittrice Diana Lama, una che di gialli e noir se ne intende...


[La Tela Nera]: Ciao Massimo, è un piacere per me intervistarti, spero di essere in grado di rivolgerti domande acuminate e pericolose come meriti. Dunque: avvocato penalista, scrittore di thriller, il passaggio non è automatico come potrebbe sembrare, anche se entrambi i ruoli esplorano gli abissi dell’animo umano. Come sei arrivato a decidere di scrivere di questo genere? Ci sei arrivato per la tua professione, o per amore nei confronti di questo particolare tipo di letteratura?
[Massimo Rainer]: Ciao Diana, il piacere è mio e le tue domande saranno superbe, come i tuoi scritti. Non è stata una scelta, scrivere di questo genere: semplicemente è l’unico che mi appassiona, che mi diverte e nel quale ho inizialmente pensato - e poi verificato, sul campo - di essere in grado di esprimermi in letteratura. Leggo gialli e noir da sempre - un tempo compulsivamente, oggi meno, sia per motivi di tempo sia per non farmi condizionare dalle opere altrui sia infine perché trovo il livello medio sinceramente sconfortante - e mai avrei potuto cimentarmi con qualcosa di diverso. Peraltro, la mia professione è una continua fonte di ispirazione. Inoltre posso dire che probabilmente scrivo come una forma di catarsi, per esorcizzare tutte le brutture a cui assisto nel mio quotidiano.

[LTN]: Limite ignoto è il tuo terzo libro, un apologo fulminante e dolorosamente bello. Lo consideri un’evoluzione rispetto ai tuoi precedenti? 
[MR]: È probabilmente il mio testo più vero, per situazioni e contenuti. Non che gli altri fossero falsi, io scrivo sempre e solo di ciò che conosco, ma qua la mia anima più noir viene in superficie prepotentemente, a scapito del pulp delle precedenti produzioni. Tecnicamente, poi, è sicuramente il mio scritto migliore. Sì, posso dire che è un testo di svolta, per me: un’evoluzione, a suo modo.

[LTN]: E se è vero che un libro è come un figlio, quale di loro preferisci?
[MR]: Il primo, Rosso italiano, è stato quello più forte, da un punto di vista emozionale. Chiamami Buio, parecchio sperimentale e come tale poco capito, è il figlio scapestrato. Limite ignoto rappresenta la mia consapevolezza di padre/autore.

[LTN]: I personaggi di questo libro sono estremi, disturbati e marci nel profondo, eppure profondamente umani. Quando scrivi, attingi a caratteristiche reali di persone che hai davvero incontrato nel tuo lavoro?
[MR]: Sarebbe bello poter dire di No, che è tutta opera della mia fantasia perversa. Sarebbe consolatorio, soprattutto. Invece parlo, romanzando, anche di persone con cui ho a che fare per professione. Può sembrare pazzesco, ma Chantal esiste davvero.

[LTN]: C’è uno dei personaggi di questa storia terribile in cui hai messo qualcosa di tuo? Se si, quale?
[MR]: L’avvocato presenta parecchi dei miei vizi e delle mie passioni. E ha della Giustizia proprio la stessa immagine che vedo io: una donna stupenda ma sfiorita.

[LTN]: Come mai hai scelto di pubblicare Limite ignoto in e-book?
[MR]: Perché l’e-book è la nuova frontiera, l’inevitabile evoluzione dell’editoria. E perché la squadra di Mezzotints è straordinaria, in tutti gli aspetti del lavoro. La cura, la passione che mettono tutti i componenti di questa casa editrice digitale nonché la qualità umana e professionale messa in campo non temono confronti con le majors. E poi, in particolare, lavorare con Sergio Altieri è qualcosa che auguro a chiunque scrive.

[LTN]: Come vedi il panorama editoriale italiano di questi anni? Stiamo per uscire dalla crisi o stiamo affondando sempre di più?
[MR]: In Italia si scrive troppo e mediamente male. Non è che chiunque sappia picchiare i polpastrelli su una tastiera sia degno di pubblicare. Il mercato è saturo di libri stampati su carta che meriterebbe destinazioni più consone. Che senso ha pubblicare testi che hanno come unica prospettiva il macero? Inoltre, per quanto riguarda le majors, l’aspetto marketting (voluta, la doppia T) sta assumendo un’importanza eccessiva e sproporzionata. Si vedono travet improvvisatisi scribacchini impegnati in tour promozionali da rockstar; spesso, classifiche alla mano, senza il conforto di vendite corrispondenti allo sforzo profuso. Difficile trovare un senso economico in tutto ciò. Il Sistema finirà per autodistruggersi, di questo passo. Forse la crescita dell’e-book, con un consequenziale abbattimento dei costi, contribuirà a mettere un argine alla deriva.

[LTN]: E in particolare il mondo del giallo, thriller o come lo si voglia definire, secondo te gode di buona salute?
[MR]: Pessima. A fianco di nomi come il Tuo, Altieri, la Bucciarelli e pochi altri, gente che sa scrivere e che si è costruita una solida carriera su rigorose basi qualitative, c’è un nugolo di piazzisti di se stessi che farebbero meglio a dedicarsi ai libri di cucina o all’esoterismo, invece che all’esplorazione del Lato Oscuro. A pensarci bene, alcuni di loro scrivono libri di cucina o esoterici, spacciandoli per noir, ma tant’è. Grazie al cielo si intravedono nuove generazioni di ben altro spessore e sicuri talenti all’orizzonte. La speranza è gente come Naspini, Carrino, Pulixi, Gallone e Sara Bilotti. Artisti, soprattutto quest’ultima: un’autentica Prescelta.

[LTN]: Preferisci il formato del romanzo o quello del racconto per narrare le tue storie?
[MR]: In generale ho una scrittura più adatta al racconto lungo o romanzo breve, che dir si voglia. Non ho tempo da perdere e da far perdere ai miei lettori, soprattutto. Ma io sono io, esistono romanzieri da tomi enormi che adoro. Pochi, ma esistono.

[LTN]: Hai un tipo di scrittura istintiva o sei uno scrittore che rifinisce, corregge più volte, mai contento del risultato?
[MR]: Buona la prima, in generale. Detesto il manierismo.

[LTN]: Quanto del tuo tempo dedichi alla scrittura, e come? Lo sottrai al lavoro, alla famiglia e al resto della tua vita in maniera conflittuale, o sei ben organizzato?
[MR]: Lavoro una dozzina di ore al giorno, sei giorni su sette, quindi scrivo quando posso. Anche perché, in quanto penalista, i miei impegni sono difficilmente programmabili, specie a lunga scadenza.

[LTN]: Avvocato penalista o scrittore. Se costretto a scegliere, a quale dei sue ruoli rinunceresti?
[MR]: La scrittura è la mia grande passione, ma con il mio mestiere di avvocato ci vivo. E poi, senza il mio lavoro, avrei molto meno da raccontare.

[LTN]: Stai già lavorando a un altro progetto? Ci puoi dare un’ anticipazione?
[MR]: Sono ancora alla fase embrionale, ma sarà Biblico.

[LTN]: Grazie Massimo, è stato un grande piacere!
[MR]: Onorato di questa chiacchierata, Diana, grazie infinite a te!


Carceri e orrore: LaTelaNera.com intervista Massimo Rainer, autore di Limite ignoto
Intervista realizzata da: Diana Lama
Pubblicata il 07/07/2013

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