Libri > Interviste > Stefano Fantelli ha incontrato l'autrice di casa Feltrinelli
[La Tela Nera]: Diamo il benvenuto su La Tela Nera a Licia Giaquinto, una vera donna noir. Ciao Licia.
[Licia Giaquinto]: Ciao
[LTN]: Innanzi tutto chi è Licia Giaquinto? Parlaci un po’ di te.
[LG]: Ti sembra una domanda facile?
Ognuno esiste negli specchi di coloro in cui per un attimo più o meno lungo ci si è specchiati.
Perciò posso darti solo alcune coordinate esterne.
Sono nata in Irpinia, Avellino. Ho trascorso la mia infanzia e la mia adolescenza in un modo selvaggio, in un paese circondato dai boschi e ancora non raggiunto dalla strada asfaltata, dalla luce elettrica e dalla televisione.
Mi sono nutrita più di storie che di cibo. Le ascoltavo dalle donne che, sedute sugli usci delle case cucivano con l’ago e con la bocca, e, intrecciando fatti veri successi “ qui e ora” a fatti accaduti chissà quando e chissà dove, contribuivano alla tessitura di quel grande arazzo del mito e delle favole che milioni di donne hanno creato per secoli.
Arazzo in cui il vero e il falso, il magico e il realistico non avevano confini, confondendosi ogni filo nell’unica immensa trama in cui si è sviluppata la storia dell’umanità.
Ho avuto la fortuna di nascere in un luogo e in un’epoca dove ancora era possibile essere pagani e avere un legame molto profondo con la vita, la morte e le forze della natura.
[LTN]: A quale età hai iniziato a scrivere? E perché?
[LG]: Non so perché si scriva. Forse perché non si è più capaci di vivere fino in fondo? E allora ci si inventa dei mondi in cui essere dei e disporre della vita degli altri come più ci piace?
La scrittura nasce quindi da un delirio di onnipotenza, dettato dalla frustrazione?
Ci si crea, allora, dei bozzoli in cui rinchiudersi, e in cui come il baco da seta. creare da se stessi i fili della tessitura? Come gli autistici o gli adolescenti sognatori?
Lo scrittore, forse, è uno che non è mai cresciuto, uno che non accetta che il mondo sia quello che è, e invece che impegnarsi a cambiarlo nel sociale, lo cambia nella sua mente?
Forse lo scrittore è uno che racconta bugie perché vuole essere amato?
Non saprei.
Tutte queste motivazioni, o quasi tutte, credo ci siano nel mio scrivere.
In più c’è il fatto che mi sentivo piena di storie, come una terra che è stata seminata per anni e che un giorno naturalmente si mette a germogliare.
[LTN]: Come sei arrivata alla tua prima pubblicazione?
[LG]: Ho scritto sempre delle poesie. Erano la strada breve, per piccoli germogli. Ma un super io intellettuale inculcatemi all’università mi induceva a calpestare i germogli veri, per coltivare fiori di plastica che ricalcassero ciò che andava di moda, perché pensavo che non dovesse la poesia, servire l’uomo , ma al contrario, l’uomo la poesia.
Poi un giorno mi è venuto una frase: il colpo di pistola sparato da mio padre contro mia madre ….
Non sapevo cosa fosse, ma ho continuato e ho scritto così il mio primo romanzo. “Fa così anche il lupo”.
L’ho inviato a Feltrinelli e, “ miracolo” dopo poco tempo mi hanno risposto che lo avrebbero pubblicato.
[LTN]: Come mai secondo te a Bologna c’è una così alta concentrazione di scrittori noir?
[LG]: Non saprei. Può anche darsi che dipenda dal fatto che oggi vanno di moda soprattutto noir e gialli, e quindi a galla emerge solo questa realtà, mentre altri tipi di narrativa non trovano spazio nell’editoria, ma non perché non ci sia.
Piuttosto forse è da chiedersi perché la gente vuole il noir e il giallo.
Io credo dipenda dallo stesso motivo per cui la gente guarda i reality in televisione.
Sia per immedesimarsi se sono ricchi e vincenti.
Sia per esorcizzare il mostro che è in ognuno di noi, con lo stesso meccanismo della fiaba che ha grande valore terapeutico proprio perché pone altrove, fuori di sé, il proprio lato nero.
[LTN]: In Italia purtroppo c’è quasi più gente che scrive che gente che legge. Tu Licia cosa ne pensi?
[LG]: Penso che sia vero. Evidentemente sono molti coloro che amano porre se stessi al centro dell’universo, piuttosto che conoscere gli universi altrui. Così come esistono pochi ascoltatori e molti raccontatori.
[LTN]: Cosa potresti dire a un potenziale lettore per convincerlo a non comprare soltanto i libri di Vespa o di Faletti o dei vari comici televisivi?
[LG]: Non mi sento di dirgli niente. Ognuno è libero di leggere quello che gli va. I miei gusti non sono gli stessi di altri. Inoltre non so più cosa è buona e cosa è cattiva letteratura. Non mi sembra che molti dei libri pubblicati, recensiti e acclamati abbiano alcunchè di interessante.
Piuttosto mi sento di dire che molti lettori non sanno come muoversi nella giungla intasata dei libri e allora finiscono con lo “ scegliere “ il libro che appare di più”. In televisione, naturalmente.
[LTN]: Cosa ne pensi dei corsi di scrittura creativa
[LG]: Credo al valore terapeutico dei corsi di scrittura che pongano al centro l’autobiografia. Per il resto sono un modo come un altro per incontrarsi, scambiare esperienze, mettere in moto potenzialità nascoste ecc.
[LTN]: Ti appoggi a qualcuno per la revisione dei tuoi testi o fai tutto da sola? Per intenderci, tu scrivi tenendo la porta chiusa o la porta aperta?
[LG]: Io tengo anche le finestre chiuse. Non mi servo di nessuno. Mi piacerebbe moltissimo che ogni parto fosse prima letto e poi riletto da un lettore amorevole e attento, come accadeva agli scrittori di un tempo, e come succede ancora ad alcuni miei amici scrittori, le cui mogli e governati erano ( sono) a disposizione del genio.
[LTN]: Chi vuole intraprendere la carriera di scrittore cosa si deve aspettare, sia nel bene che nel male?
[LG]: Non so perché la chiami carriera. Forse perché si sale su un carro trainato da buoi?
Un carro che porta all’ olimpo della Tv ?
In ogni caso, è meglio non aspettarsi niente. Scrivere se si ha necessità di farlo.
[LTN]: Secondo te chi sta vicino a chi scrive deve inevitabilmente sacrificarsi in qualche modo?
[LG]: Non so cosa significa sacrificarsi. Vedersi poco? Subire i malumori? Non uscire tutte le volte che si vuole?Io in quanto donna non ho mai avuto nessuno disposto a nessun sacrificio. Mio marito faceva la sua strada e io la mia.
I figli li ho cresciuti in massima parte io. Mi è sempre piaciuto far quadrare il cerchio.
Non ho voluto mai rinunciare a niente. Amori figli cani gatti lavoro autonomo scrittura viaggi . Forse se mi fossi dedicata di più alla promozione della mia scrittura avrei pubblicato qualche romanzo in più, ma francamente ti dico che non me ne importa niente.
[LTN]: Tu fai una cosa che anch'io adoro fare quando scrivo e cioè il fermarsi a raccontare le piccole storie di semplici comparse. Sto pensando in particolare a “E’ successo così”, il tuo romanzo d’esordio, dove ad esempio c’è la coppia che getta nella discarica i neonati della figlia, il vecchio della metropolitana con le sue memorie di topi bianchissimi, il rottamaio Chiodo e la sua giostra ferita, Madame Cornfield con i suoi oggetti smarriti e il suo tè allucinogeno. Quanto c’è di autobiografico nella tua scrittura?
[LG]: Tutto. Nel senso che anche ciò che non mi è successo direttamente è entrato a far parte della mia vita intima attraverso il racconto di altri.
[LTN]: “Fa così anche il lupo” possiede invece uno spirito un po’ diverso, l’ho trovato a tratti quasi horror. Le figure del Cinghiale, della Pentecosta, della "strega dai capelli rossi" e soprattutto della Morta ricordo che mi hanno catturato durante la lettura. Mi sono lasciato trasportare da te, come se tu mi avessi preso per mano, ho seguito quell'ombra di un orrore imminente, la sensualità mistico-adolescenziale che trasuda da quelle pagine, la lotta tra il bene e il male e il sospetto che alla fine ciò che rimane sia solo la carne. Affronterai ancora questi argomenti, a cavallo tra realtà provinciale e atmosfere soprannaturali?
[LG]: Credo proprio di sì. E’ così che vivo il mondo.
Trovo la cronaca, e il mero racconto di essa piatta e poco interessante. Mi piace vedere sotto, dietro, dentro le pieghe dell’animo dei protagonisti per cercare di capire che cosa li ha spinti a compiere una certa azione.
[LTN]: Scriviamo un libro insieme?
[LG]: Da ragazza non riuscivo neanche a studiare assieme a qualcuno, figuriamoci se sono capace di scrivere un romanzo, che per quanto mi riguarda implica il fatto di entrare in trance.
Se la cosa ti può consolare c’ è qualcuno che dice che neanche l’amore si fa assieme.
[LTN]: Sarà che ho appena fatto l’amore con la mia principessa, ma non mi trovi d’accordo… Comunque che progetti hai per il futuro?
[LG]: Abbandonare ogni cosa e camminare camminare camminare fino a consumarmi l’animo e il corpo. (ma forse questo è solo un sogno)
Progetti a breve: andare a scrivere un nuovo romanzo ad Amalfi dove ho una casa.
[LTN]: Ti piacerebbe scrivere per il cinema?
[LG]: Non ci ho mai pensato veramente. Non so come mi comporterei se me lo chiedessero. Ma visto che in genere si lavora in due o più persone, temo di non esserne capace.
[LTN]: C’è qualcuno che vorresti ringraziare?
[LG]: Il paese dei lupi, Aterrana, dove sono cresciuta da bambina, con tutti i suoi abitanti ferocemente pagani.
[LTN]: Grazie Licia per la tua disponibilità. Ciao, a presto.
[LG]: Ciao Stefano. Grazie a te.
|