Intervista a Gianluca Morozzi

Libri > Interviste > Simona Cremonini ha incontrato l'autore bolognese che vuole conquistare il mondo

Intervista a Gianluca Morozzi [LaTelaNera]: Benvenuto su La Tela Nera. Dicci qualcosa di te, come ti chiami, quando e dove sei nato, dove vivi...
[Gianluca Morozzi]: Mi chiamo Gianluca Morozzi, ho 34 anni, sono nato e vivo a Bologna. Sono alto un metro e ottantatrè e peso settantaquattro chili. Ho gli occhi marroni, ma l'iride sinistra ha uno spicchio azzurro. Giuro.

[LTN]: È vero che in questi ultimi anni ti sei mantenuto con la sola scrittura o hai fatto anche altri lavori?
[GM]: No, in realtà è da un anno soltanto che mi mantengo con la scrittura. Prima ho fatto lungamente lo studente (giurisprudenza... non la consiglio a nessuno) e ho lavorato tra le altre cose come aiutante di un geologo.

[LTN]: Quando hai scoperto la scrittura?
[GM]: A tredici anni. Scrivevo racconti sulle crociate. Poi ho scritto il mio primo racconto di fantascienza, "Divoratore cosmico". Ricordo che si svolgeva su Nettuno, pianeta poco sfruttato dal genere. A quattordici anni ho scritto il primo romanzo, che si è chiamato alternativamente "Alba d'acciaio" o "Trappola androide" a seconda delle stesure. Non erano proprio dei capolavori. Nel '90 ho pubblicato il mio primo racconto horror, "In the air tonight" sulla rivista Starmagazine.

[LTN]: Quando invece hai cominciato a dedicarti seriamente allo scrivere?
[GM]: Tra i ventotto e i ventinove anni, con un paio di racconti pubblicati da Inchiostro e con la stesura del mio primo romanzo "vero", cioè Despero. Che è uscito nel settembre 2001 per Fernandel, e ha dato il via a tutto.

[LTN]: Sei uno scrittore autodidatta o hai "preso lezioni"? Quali sono stati i consigli più utili che tu abbia mai ricevuto riguardo allo scrivere?
[GM]: Sono autodidatta. Il consiglio più utile, a parte i suggerimenti subliminali di Giorgio Pozzi di Fernandel (che ti fa capire dove stai sbagliando anche solo per telepatia), è stato quello di un mio amico giovane scrittore... stavamo guardando un forum letterario che era in pratica un'elencazione di paletti, tipo Non si può fare questo! Non si può fare quello! Non si deve scrivere così! Non se ne può più di gente che scrive così!, e il mio amico ha commentato Beh, ma chi l'ha deciso che non si può fare questo e non si può fare quello? In "Luglio, agosto, settembre nero", per bocca di un personaggio di nome Red, dico quello che penso sui paletti e sui regolamenti da seguire nella scrittura.

[LTN]: Quali sono i tuoi metodi di scrittura? Segui un programma disciplinato che comprende la scrittura di un tot di pagine al giorno? Pianifichi sempre tutto nei minimi dettagli o ti concedi un certo margine di libertà nella stesura di una storia?
[GM]: Libertà, libertà assoluta, se un giorno non ho voglia di scrivere non scrivo (non capita spesso, ma capita). Scrivo generalmente di pomeriggio, visto che la mattina tendo a dormire fino a tardi e la sera raramente sto in casa. Per quanto riguarda la pianificazione, in genere elaboro l'inizio e la fine del romanzo e lascio che il resto si scriva da solo.

[LTN]: Ti appoggi a qualcuno per la rilettura di un tuo testo o fai tutto da solo?
[GM]: A volte faccio da solo, a volte mi appoggio alla mia amica Paola di Torino, che ha un occhio perfetto, lucido e spietato per quello che scrivo.

[LTN]: Nel tuo romanzo “L’era del porco” il protagonista, Lajos, è uno scrittore alle prime armi che partecipa a un concorso letterario per racconti. Ho riso a crepapelle nel leggere quelle pagine. Tu ne hai mai fatti di concorsi letterari? Credi che valga la pena farne, per romanzi o racconti? Sei favorevole o contrario ai concorsi a pagamento?
[GM]: Di concorsi letterari ne ho fatti tantissimi e non ne ho vinto mai uno. Quelli a pagamento li ho sempre evitati, da bravo ex studente senza una lira (c'erano ancora le lire). Secondo me vale la pena provarci, comunque, giusto per iniziare a gettarsi nell'arena... tanto, male che vada, sono dannosi solo per l'autostima. Ma fortificano. E poi puoi sempre conoscere qualche altro aspirante scrittore, e cominciare a confrontarti.

[LTN]: Ci parli di Blackout? Come hai avuto l’ispirazione per questo romanzo? Perché hai deciso di scrivere un thriller dopo diversi libri di narrativa italiana? Pensi di proseguire a scriverne?
[GM]: L'ho avuta in una domenica di ferragosto in cui, dopo aver passeggiato per una Bologna rovente e completamente vuota, mi sono trovato ad aspettare l'ascensore con due persone anziane... e a pensare: cosa succede se ora l'ascensore si blocca? E se uno dei due, anziché essere un geometra in pensione con l'artrosi, è un pazzo omicida con un coltello? La storia che avevo in mente non poteve che essere uno psycothriller... sicuramente ne scriverò ancora. Mi piace cambiare!

[LTN]: Hai pubblicato tre romanzi e una raccolta di racconti con una casa editrice come Fernandel, piccola ma tosta e rispettata. Poi sei passato a Guanda, una casa editrice con un bacino molto più grande in termine di lettori e distribuzione. Che differenze hai riscontrato nel lavorare con l’una o l’altra? Hai avuto difficoltà per farti ascoltare o il “curriculum” passato ti è stato d’aiuto?
[GM]: Difficoltà, nessuna. Non tanto per il curriculum passato (credo) ma perché in Guanda c'è gente che gli autori li ascolta e li rispetta veramente. Differenze nel lavoro... beh, le sedute di editing sono sempre state molto rilassate, per me. Sia con Giorgio Pozzi (che è più spietato e taglia molto di più... ma ha sempre ragione) che con le editor di Guanda. Di Blackout e de L'era del porco abbiamo cambiato veramente solo le inezie, forse perché ho imparato ad autocorreggermi prima di consegnare un testo...

[LTN]: Cosa pensi degli editori a pagamento?
[GM]: Bisognerebbe distinguere quelli che fanno comprare un certo numero di copie all'autore, quelli che si fanno pagare ma poi curano il libro, quelli che fanno pagare e poi stampano il libro senza editing e magari non lo distribuiscono neppure... comunque, a differenza che con la poesia, con la narrativa basta avere pazienza e ci si riesce, a pubblicare senza contributi editoriali di alcun tipo. Se il testo è minimamente decente, ovvio.

[LTN]: Hai mai preso parte a un corso di scrittura come studente o come insegnante? Cosa ne pensi dei laboratori e dei corsi che ormai in Italia proliferano ovunque?
[GM]: Non ne ho mai frequentati da studente, ma sono intervenuto qualche volta per portare la mia personale esperienza di autore. Se i corsi e i laboratori sono seri e ben condotti, ne penso tutto il bene possibile.

[LTN]: Hai qualche consiglio da dare a un autore inedito che volesse presentarsi al meglio a una casa editrice?
[GM]: Di conoscere un minimo il catalogo della casa editrice, almeno. Se ti presenti a un editore come Fernandel (che non pubblica libri "di genere") con una trilogia di duemila pagine con draghi, elfi e spade incantate, sappi che non riscuoterai un'infinita simpatia. Insomma, ci sono i siti internet, adesso, aiutano…
Di mandare il manoscritto rilegato, possibilmente, evitando la fastidiosa massa di fogli sparsi (basta una rilegatura ad anelli fatta in copisteria, mica si pretende una rilegatura a filo). E di correggere il testo il più possibile, sì, ma a un certo punto di dire Basta, è finito, e di buttarsi.

[LTN]: Il tuo primo romanzo prendeva il titolo da una canzone di Springsteen e lo scrittore esordiente Lajos di “L’era del porco” è anche un giovane musicista; inoltre so che, a tua volta, suoni. Mi pare di capire che la musica sia una componente importante per te, nella vita e nella scrittura. Che musica ascolti di solito? Hai una colonna sonora mentre scrivi oppure preferisci il silenzio?
[GM]: Nella vita, sicuramente. Nello scrivere, dipende: spesso ascolto musica, purché sia rigosamente straniera (i testi in italiano mi confonderebbero) e che non sia niente che adoro infinitamente (mi metterei a cantare anziché scrivere). "Despero" l'ho scritto ascoltando gli Eels e i Belle & Sebastian. "Luglio, agosto, settembre nero" e "Dieci cose che ho fatto ma che non posso credere di aver fatto però le ho fatte" col silenzio. "Accecati dalla luce" con dei bootleg fruscianti e quasi inascoltabili di Springsteen. "Blackout" con i Black Heart Procession e Nick Cave. "L'era del porco" con Bubblegum di Mark Lanegan.

[LTN]: Come scrittore che risultati hai raggiunto? E quali vorresti raggiungere?
[GM]: Ho raggiunto dei risultati meravigliosi in tempi brevissimi, e ne sono infinitamene felice. Ho molti lettori affezionati ed entusiasti. Vivo di scrittura. Non ho blocchi creativi. Per il presente, che cavolo dovrei volere di più? Per il futuro, entro due anni voglio conquistare il mondo.
ps. in senso letterario.
ps2. Non sto scherzando.

[LTN]: Hai già scritto e pubblicato diversi romanzi. Hai progetti per il cinema e/o la televisione? Prevedi che qualcuno di essi diventerà un film?
[GM]: "Blackout" diventerà un film prodotto dalla Sunflower e distribuito dalla Universal. Sarà un film di ambientazione, regista e cast americano. "L'era del porco" invece è stato appena acquistato dalla Blue Star, che ha intenzione di farne un film di ambientazione italiana e cast italiano. Ho collaborato alla sceneggiatura del primo, e collaborerò alla sceneggiatura del secondo.

[LTN]: Che libro/i stai leggendo in questo periodo?
[GM]: "Zio Demostene", di Antonio Moresco. "Tutti i figli di dio danzano", di Murakami. "Cavie", di Palahniuk.

[LTN]: Quali sono i tuoi progetti attuali e futuri?
[GM]: Cose fatte:
"Le avventure di zio Savoldi", un libro che uscirà a gennaio per Fernandel , scritto a quattro mani con Paolo Alberti. "L'abisso", un romanzo che uscirà prossimamente per Guanda.
Cose che sto facendo:
Finire un libro sulla musica emiliana che uscirà ad aprile per Guanda.
Collaborare alla realizzazione del film "L'era del porco".
Collaborare a uno spettacolo teatrale che si chiama Frames.
Scrivere un atto unico per il festival teatrale UAI.
Scrivere i testi per un romanzo a fumetti.
Cose che farò:
Portare avanti "Il mondo trema", un romanzo a puntate che sta uscendo sulla rivista Fernandel.
Scrivere i romanzi che ho in testa e che hanno titoli provvisori quali "Il ghiaccio sottile", "Stiamo cadendo tutti quanti come mosche" e un terzo che non ha neanche un titolo provvisorio.
Ah, già, dimenticavo, conquistare il mondo.


Intervista a Gianluca Morozzi
Intervista realizzata da: Simona Cremonini
Pubblicata il 13/12/2005

Da Novità in Libreria:

Fuga vincente di Fabio Mussetta
La maledizione di Fossosecco di Corrado Peli
300 Parole per un Incubo di Scheletri.com

Da Interviste Letterarie:

Brividi thriller da Roma: intervista a Luana Troncanetti
Intervista a Maurizio Campisi: dalla Costa Rica, tra avventura, giallo e denuncia
Quadri maledetti, ore nere e autori horror a Milano: intervista a Yuri Abietti


La copertina del libro Per chi è la notte (Storie dal NeroPremio)

La copertina del libro Figlio del tuono (Storie dal NeroPremio)

Concorsi letterarii in Italia

La classifica dei 10 serial killer più famosi

Simboli Esoterici: significato, origini e uso

Misteri e storie incredibili

Le più spaventose leggende metropolitane

I 10 animali più velenosi al mondo

Il malato mondo dei serial killer

I peggiori disastri della storia umana

Disclaimer e Diritti | Recapiti e Contatti | Questo sito usa i cookie: consulta le nostre privacy policy e cookie policy