Libri > Interviste > Il nostro Marco Milone intervista un noto personaggio dell'editoria
[La Tela Nera]: Lei nasce come scrittore, e poi come editore. Se non ha trovato nessun editore disposto a pubblicare i suoi libri, perché ritiene che siano ugualmente pubblicabili?
[Nicola Pesce]: Innanzitutto buongiorno! Comunque, un libro pubblicato non è per forza un libro pubblicabile. Oggi girano tanti libri inutili, anche per editori prestigiosi. Io non voglio assolutamente contestare le loro scelte, ma il fatto è che per pubblicare la cosa fondamentale è dare il culo. Chiedo scusa per la volgarità dell'espressione, ma è dettata dalla rabbia e non può essere mediata. Per pubblicare esistono vari modi: conoscere l'editore, conoscere qualcuno nella casa editrice, essere una procace donzella, eccetera. Non bisogna certo saper scrivere, quella è l'ultima cosa.
Come scrittore mandavo testi in giro per il mondo, e tutte le risposte che mi arrivavano erano: troppo forte, togli questo, metti quello, cambia lo stile e giù di lì. C'erano persone nelle case editrici, e ci sono tutt'ora, che godono nel farti modificare il tuo lavoro. Tu, dopo che gli hai dovuto mandare il testo diecimila volte perché lo perdevano lo buttavano o lo scordavano, devi metterti a scambiare infinite e-mail, infinite telefonate, perché l'editor vuole da te modifiche. Non so se siano fatte in nome del mercato, che tutto lima, in nome delle personali frustrazioni dell'editor, non lo so.
Ho fondato una casa editrice perché non posso dare il culo. Non lo so fare e non voglio che altri lo facciano. Conosco gente che lo fa, e sono tutte brave persone, rispettabili, niente da dire. Chi si rivolgerà a me come editore magari non avrà ancora tirature da best-seller, ma avrà sicuramente rispetto. Ad ogni modo si può vedere che se ho pubblicato qualche libro, non era il mio! Le mie cose stanno ancora in cantina. Un'altissima umiltà o una bassissima presunzione mi costringono a non mostrarle ancora al pubblico.
[LTN]: Non è stata una scelta rischiosa aprire una casa editrice in periodi di crisi? Dopo questa esperienza quadriennale la ritiene una scelta saggia?
[NP]: Oddio, crisi? Quale crisi? Ogni tanto qualche bancario con due macchine, appartamento, garage, la moglie che veste firmato, tre figli ognuno dei quali ha un telefonino e spende 50 euro al mese di traffico, ogni tanto qualche individuo così mi dice che non ce la fa ad arrivare a fine mese, mi dice che c'è crisi.
Io davvero non capisco, a me sembra che vada tutto a gonfie vele. La crisi alberga nel cuore degli sfaticati, e solo lì.
Dopo quattro anni (già quattro!?) sono fiero di come stanno andando le cose. La fortuna aiuta gli audaci, ma anche se uno è perseguitato come me dalla sfiga ci sono molte cose che si possono fare. Si dice che è un mondo che non paga. Io ho passione, mi stringo le mani con tutti coloro che l'hanno e andiamo avanti, divertendoci. Entro il 2006 guadagnerò abbastanza da poter vivere solo di questo. Ho 21 anni. Dunque, quale crisi?
[LTN]: Lei si occupa anche della rivista Underground Press. La ritiene un’esperienza utile?
[NP]: Nel 2002 avevo fondato la Nicola Pesce Editore e, pensando che il sale del commercio è la pubblicità, ragionavo su come fare a non dover stampare ad esempio 10 libri e dover fare 10 volte pubblicità. Allora pensai: una rivista periodica! Così la pubblicità sarebbe stata cumulabile. Se facevo pubblicità al numero 3, ne godevano anche in futuro il 4 il 5 e tutti gli altri!
Poi col tempo, dopo i primi incerti passi, quando non sapevo dove trovare uno che mi facesse un disegno passabile, col tempo tutto è cominciato a filare, come un sassolino che ruzzola da una montagna e prima via piano e poi è una valanga. Underground Press mi diverte un mondo, mi insegna.
Ho cominciato con 200 miseri euro, grosso modo. Ho passato le notti a fotocopiarmi la rivista. Sono diventato umile a forza di bastonate e di sudore. Se qualcuno si complimentava con me per un numero, io mi sentivo grande perché quel numero era uscito da me come un pezzo di carne: testi, grafica, stampa, spille, distribuzione, pubblicità: un figlio.
Underground Press mi ha dato la possibilità di conoscere persone, di farmi conoscere. Adesso ho dei grandi amici, ho Alda Teodorani, Gordiano Lupi, Claudio Parentela, Niccolò Storai, ho grandi persone che mi stanno vicine e facciamo le cose insieme. Ecco, UP mi ha fatto crescere e lo fa ancora.
Adesso che altri albi hanno più successo della rivista, cosicché non è più in testa alle vendite, UP si riveste di un nuovo valore: è la valvola di sfogo, mia e di tanti altri, dove non ci si importa delle vendite, ma si fanno cose che nessuno ha il coraggio di fare. Questo, stranamente, piace.
Ho coniato una definizione molto bene accolta: “fanzine di successo”.
[LTN]: Lei ha aperto da solo la casa editrice; oggi invece si avvale di collaboratori. Può spendere qualche parola sullo staff della Nicola Pesce Editore?
[NP]: Beh, per ora lo staff della NPE sono io. Io mi occupo di quasi tutto il necessario. Collaboratori occasionali piuttosto frequenti sono Rolando Cicatelli che con i suoi disegni ed i suoi quadri mi è vicino fin dall’inizio ed è il mio pittore preferito; Onof, con i suoi testi ed ancor più con i suoi consigli di marketing ed economia; Calia, Perissinotto e Storai che stanno compiendo un lavoro eccelso lavorando all’albo di prossima uscita Lucio Fulci, Poeta del Macabro, per il quale hanno racimolato collaboratori da tutto il mondo. Sono grandiosi.
[LTN]: Lei ha scelto il mercato Underground, una scelta sicuramente interessate per la libertà espressiva e artistica di cui godono queste opere. Esiste davvero in Italia un pubblico per questi prodotti?
[NP]: Un pubblico per questi prodotti esiste in Italia come esiste all’estero. Con “underground” non volevo intendere d’essere una rivista di genere, cosa che comunque non mi dispiacerebbe, ma ho mutuato il termine traducendo in inglese “à rebours”, il famosissimo romanzo di fine ottocento scritto da Huysmans. Intendevo dire che sarò controcorrente e allo stesso tempo inserito nella tradizione letteraria dei secoli passati. So che è assurdo ed anticommerciale, ma è il mio modo di essere contro: togliere di mezzo le sciocchezze di oggi, recuperare la cultura, dire cose forti e vere.
[LTN]: L’antologia Killers ha riscosso un buon successo di critica. Tale successo è stato simile anche nell’aspetto commerciale?
[NP]: Non faccio i salti di gioia per il successo commerciale di Killers, ma per quello di critica sì. L’albo è riuscito a mostrare il mio nome in giro per il mondo. A soldi diciamo che ho appena appena recuperato i costi. Come adesso per il libro di cui parlavo, quello su Lucio Fulci. Io non ho intenzione di farmi ricco con questo albo, io applico un prezzo, 8 euro, che non mi consentirà, neppure vendendo tutte le copie (noi le si vende alle fumetterie a metà prezzo), non mi consentirà di recuperare l’investimento. Ma per me è un investimento pubblicitario: un grande albo, grandi autori, grandi storie, prezzo bassissimo.
[LTN]: La sua presenza alle fiere, almeno nella figura di editore, è decisamente sporadica. Come promuove le sue opere?
[NP]: Io non amo molto le fiere, s’è capito, anche se sarò al Napoli Comicon e poi a Lucca. Le mie opere cerco di promuoverle via internet, pubblicizzando il mio sito. E se devo dire la verità, spesso UP e affini si fanno strada da soli. Presto realizzerò una rivista gratuita nella Capitale, ad altissima tiratura (10.000 copie), il cui titolo sarà Danger!, che utilizzerò per pubblicizzare tutte le mie cose. Sponsors fatevi avanti!
[LTN]: Siti web e giornale frre-press sono la strada del futuro, secondo lei?
[NP]: Per me i libri devono essere di carta, profumare di carta, avere la copertina rigida e costare 10 euro. Nonostante la free-press sia una cosa bellissima (e ne parlavo nella domanda precedente), io credo che l’arte comunque si paghi. Devono esistere l’uno e l’altra, coadiuvandosi.
Il web è un miracolo divino. Non avrei potuto mai concepire di far nulla senza internet. Prima come diavolo si faceva?? Dovevi essere un grande editore e contattare grossi distributori, sennò buona notte. Internet favorisce i piccoli. Ognuno può avere un sito, il passa parola trova sfogo. Il web è una realtà presente.
[LTN]: Può anticiparci qualcosa dei suoi progetti futuri?
[NP]: Vediamo un po’... cosa bolle in pentola... Non posso non ripetere l’albo su Lucio Fulci, che vedrà autori della Marvel, e poi Catacchio e Miguel Angel Martin e tanti altri.
In questi giorni stiamo girando un cortometraggio il cui protagonista è Franco Nero, che fa un prete donnabondiesco, e vi recita anche Beppe Barile, un attore che si sta facendo strada in Italia. Il corto è stato scritto da Roberto Ferraresi, uno del team di UP, insomma, e verrà girato da Angelo Antonucci, un regista che la sa lunga e ha diretto anche Nino Manfredi, Leo Gullotta e Barbara Buscè. Abbiamo intenzione di partecipare a un bel po’ di festivals con questo corto (Etica dell’Omicidio), magari qualcosa si vince, di certo ci facciamo pubblicità.
Un altra pubblicazione di cui siamo fieri è Ecstasy Love, che uscirà per febbraio, scritto da Eliselle, una ragazza che si dà davvero molto da fare, giungendo persino su Radio 105 ed in infiniti siti. Un ringraziamento al riguardo alla curatrice della collana: C.D. Formetta.
Intanto stiamo dando nuove forze e nuova veste ad UP. Invece del numero 13 uscirà il numero 1 anno II. Si confermerà la nostra “fanzine di successo”? Ai posteri l’ardua sentenza.
|