Alfredo Mogavero intervista Nicola Lombardi

Libri > Interviste > Abbiamo fatto quattro chiacchiere con l'autore de I Ragni Zingari, secondo classificato al premio iNarratori 2008

Alfredo Mogavero intervista Nicola Lombardi Alfredo Mogavero ha incontrato per noi Nicola Lombardi, il cui romanzo I Ragni Zingari è appena stato annunciato da Edizioni XII, dopo il prestigioso secondo posto ottenuto nella selezione iNarratori 2008.

[La Tela Nera]: Ciao Nicola, e complimenti per il risultato conseguito nella durissima selezione de iNarratori. Passiamo subito a I ragni zingari, il tuo romanzo che, personalmente, ho parecchio apprezzato. Ho notato un ottimo equilibrio tra il background storico e la vicenda portante, cosa non certo facile da realizzare. Da quali di questi due aspetti sei partito per creare l’opera?
[Nicola Lombardi]: Sicuramente dallo spunto fantastico, ovvero dall’idea di questi ragni immaginari che escono dagli specchi e che strisciano sempre ai margini del nostro campo visivo. Attorno a questo nucleo, poi, ho lavorato per intrecciare una trama portante e per dare vita e spessore ai personaggi necessari a sostenerla. Per quanto riguarda il background storico, avevo bisogno di individuare un periodo che rispecchiasse, amplificandolo, il senso di straniamento e di insicurezza psicologica che pervade il protagonista, un momento storico relativamente vicino a noi in cui l’incertezza politica e militare avesse il potere di infettare ogni cosa. Mi è parso dunque che i giorni immediatamente successivi all’Armistizio, nel ’43, potessero fornire l’adeguata cornice. Ma a ben guardare, in quanto a smarrimento generale, neppure il nostro presente scherza…

[LTN]: Senza rivelare troppo la trama, ti dico che mi è molto piaciuta la leggenda dei “ragni zingari”. L’hai inventata tu o ti sei ispirato a qualcosa di già esistente?
[NL]: Si tratta di un’invenzione personale. Sono cresciuto in un ambiente rurale, quello della campagna ferrarese, e fin da bambino ho ascoltato le storie cupe dei nonni, racconti di creature che si aggirano inquiete fra i filari, di fantasmi che si aggirano fra pozzi e poderi, cruenti episodi di guerra… insomma, quel genere di racconti che possono tenere sveglio un bambino a fantasticare nel suo letto. Posso dire quindi che l’invenzione dei ragni zingari è figlia di tali notti insonni.

[LTN]: Altro punto forte del romanzo è l’approfondimento psicologico di tutti i personaggi, anche quelli secondari. Come hai lavorato sullo sviluppo dei caratteri?
[NL]: D’istinto, nel delineare un personaggio io mi colloco direttamente dentro la sua testa. Non mi mantengo narratore esterno, ma mi faccio io stesso personaggio e di volta in volta mi racconto. Mi è sempre sembrato il modo migliore per imprimere verosimiglianza a individui che, non esistendo, hanno a propria disposizione il tempo della narrazione per acquisire, nell’immaginario del lettore, il giusto spessore psicologico, ingrediente fondamentale perché scatti il meccanismo della compartecipazione emotiva, dalla quale può dipendere poi il risultato di tutto il lavoro.

[LTN]: Il romanzo innesta una trama riconducibile al genere fantastico su un filo conduttore fortemente realistico. Come scrittore ti senti più vicino a uno dei due generi?
[NL]: Non ho alcuna esitazione nell’additare con entusiasmo il genere fantastico. Il realismo del contesto e dei toni narrativi mi interessano nella misura in cui riescono a far risultare ancora più devastante l’irruzione dell’elemento fantastico che ne determina l’inevitabile disgregazione.

[LTN]: Hai degli autori a cui ti ispiri, sia nelle tematiche che nello stile di scrittura? Se sì, quali ti hanno più influenzato nella stesura de I ragni zingari?
[NL]: Leggo narrativa horror e fantastica dall’adolescenza, e confesso che non sono più in grado di distinguere e riconoscere i tanti influssi stilistici che hanno partecipato alla formazione della mia scrittura. Amo molto autori come Richard Matheson, Fritz Leiber, e ci metto senz’altro anche Stephen King. Ma se proprio devo individuare chi forse ha maggiormente influito sul mio stile, indicherei Ray Bradbury. Per quanto riguarda gli italiani, sicuramente chiamo in causa il grandissimo Dino Buzzati.

[LTN]: Ultima domanda, di rito: hai progetti attualmente in lavorazione?
[NL]: Sto ultimando la traduzione di un libro di Frank Belknap Long, una biografia di H.P. Lovecraft, per conto della Mondo Ignoto. Sono anche in procinto di chiudere un romanzo di fantasmi scritto a quattro mani con Luigi Boccia, mentre freme in un cassetto Non aprite quelle porte!, un ironico excursus sui meccanismi che regolano il cinema fanta-horror.


Nicola Lombardi nasce un ventennio dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e manifesta fin dall’infanzia una spiccata attrazione per l’horror. Nel 1989 pubblica il suo primo libro, Ombre: 17 racconti del terrore, e dopo aver frequentato corsi di regia cinematografica e televisiva si trasferisce per alcuni anni a Roma. Nella capitale ha modo di partecipare alle attività del negozio Profondo Rosso, assieme a Luigi Cozzi, e di entrare a far parte del movimento NeoNoir coordinato da Fabio Giovannini. Cominciano così le collaborazioni con varie antologie e riviste, e nel frattempo con le edizioni Mondo Ignoto pubblica altre due collezioni di storie nere: I racconti della piccola bottega degli orrori e La fiera della paura. La Newton & Compton gli offre poi l’occasione di scrivere le novelization dei film argentiani Profondo Rosso e Suspiria, incarico che per Lombardi è fonte di grande soddisfazione, essendo da sempre fan di Dario Argento (e di Suspiria in particolare). Striges è la sua raccolta di racconti più recente, edita da Robin. Per quanto la sua produzione orbiti quasi esclusivamente attorno al macabro e allo spaventoso, di quando in quando si diverte a dar carta bianca al suo lato umoristico; in tal senso ha pubblicato con Boopen Mondo Rotunno e Il premiato Mirabolario, incentrati sulla fittizia produzione letteraria di un altrettanto fittizio e delirante cavalier Alfio Rotunno. Attualmente lavora in una libreria di Ravenna.


Alfredo Mogavero intervista Nicola Lombardi
Intervista realizzata da: Alfredo Mogavero
Pubblicata il 04/04/2009

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