Recensione Romanzo
Il regno del sangue

Libri > Recensioni > Il regno del sangue, di Simon Clark, edito da Newton & Compton nel 2006 al prezzo di 9.90 euro. Leggi la trama.

Clicca per leggere la scheda editoriale di Il regno del sangue di Simon Clark L’Apocalisse secondo Simon Clark (La città dei vampiri, Il lago dei vampiri, entrambi editi in Italia dalla stessa Newton Compton) sarà dovuta a un improvviso riscaldamento interno della Terra, al quale seguirà un’orgia di eruzioni vulcaniche e maremoti d’acqua bollente, che trasformeranno il suolo terrestre in un deserto di cenere e di false speranze.
Ma non solo.
Perché di mezzo ci sono anche i misteriosi Uomini Grigi, furiosi umanoidi palestrati, dagli occhi di magma fumante, che tifano per la distruzione incondizionata di tutto e di tutti. Non si sa da dove vengano né chi siano, ma la loro fame di violenza è già di per sé un notevole problema da risolvere, e il tempo per farsi altre paranoie mentali non è che abbondi.
C’è da dire che le parole di Clark sono capaci di catturare, nei primi capitoli. Vi è un vago sentore fanciullesco-adolescienziale, fatto di sogni e ormoni, che regala spensieratezza e curiosità. Alla titanica festa di Ben Cavallero, infatti, teatro delle presentazioni dei tre eroi del romanzo – i dongiovanni fratelli Kennedy e la dolce e sinuosa Kate – si respira veramente un profumo di giovane allegria e di amori prossimi alla fioritura. Merito anche dello zampino di un genuino sense of humor, più che altro nei dialoghi, semplice e benvoluto.
E anche quando entra in scena la fine del mondo, nel suo lento incedere, misterioso e singolare, la lettura strega e appassiona, inserendo addirittura qua e là inusuali spunti di riflessioni, azzeccati e graditi. È solo quando l’immane catastrofe diventa routine, e ci si addentra nelle viscere dell’avventura che dovrebbe reggere il corpo della trama, che le cose precipitano vergognosamente. La scrittura, via via che scorrono le pagine, si fa sempre più elementare e priva di nervo, diventando addirittura irritante nelle ultime duecento pagine. Il tutto per colpa, primo, di un improvviso calo dell’effetto sorpresa e per un’inspiegabile voglia di descrivere ciò che accade sempre e solo con gli stessi termini; secondo, per una virata narrativa terribilmente improbabile (Simon Clark deve aver visto in loop continuo Ken il Guerriero, vista la strana e tamarra idea che ha dei senzatetto e dei reietti della società), che ha anche il coraggio di sfociare in un finale privo di rivali in quanto a ridicolo e inverosimiglianza.
Il critico che è in me mi dice di aggiungere pure delle numerose e lunghissime parti di romanzo in cui vengono narrate le prestazioni sessuali dei vari protagonisti, in un insostenibile e chilometrico susseguirsi di dialoghi del tipo “oooh, aaah, sììì”. Indecente, davvero. E, in tema di espressioni fumettistiche, segnalo un fiume inarrestabile di thud!, ouch!, e varie sconcezze narrative che fanno soltanto sorridere e scuotere la testa.
Altra cosa che fa arrabbiare è il continuo scambio di narratore, che, man mano che si arriva verso la fine del viaggio, diventa sempre più sgradevole e seccante, vista la sua evidentissima natura di basso espediente al fine di allungare il brodo.
Tutto questo è un peccato, perché se il romanzo fosse stato di un duecento pagine più breve, ne avrebbe sicuramente guadagnato. Il neo dell’estrema lunghezza (quasi seicento pagine, ma vista la grandezza dell’impaginazione, non esagero a dire che, comunemente parlando, potrebbero essere in realtà addirittura settecento), invece, si porta con sé, oltre a quanto detto sopra, una naturale perdita di interesse.
L’azione si fa ripetitiva all’inverosimile, i personaggi si scarnificano delle loro indovinate caratterizzazioni dei primi capitoli, acquisendo invece comportamenti piatti e inspiegabili, e così, ahinoi, non si prova più alcun legame affettivo con loro.
Concedo solamente un pollice in su per l’oscuro artwork (anche se del tutto estraneo a quanto raccontato nella vicenda) e per il prezzo davvero stuzzicante, nonostante la mole di facciate.
Ignoro, senza tanti ripensamenti, la restante produzione letteraria di Simon Clark, e soprattutto fingo di non vedere le lusinghe che fanno bella mostra di sé nel retro copertina. So solo che Il regno del sangue è e rimane un mattone insipido e noioso, e tanto deve bastarvi per evitare un’inutile e cancerogena sottrazione di denaro.

Recensione del libro Il regno del sangue
Recensione scritta da: Simone Corà
Pubblicata il 20/03/2007

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