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Il presepe di Pasquale

Un racconto sul Natale scritto da Agostino Langellotti

Pasquale Cuciniello inspirò a fondo l’aria fredda del mattino, sbirciando l’azzurro limpido del cielo che riusciva a filtrare nello spazio tra le due file di edifici: l’odore di San Gregorio Armeno era inconfondibile, un misto di magia e di realtà che solo quella strada sopravvissuta ai millenni riusciva a regalare.
Nel retrobottega del negozio l’argilla fresca lo attendeva sul tavolo, già pronta per la lavorazione.
Sospirò: era la vigilia di Natale ed avrebbe voluto trascorrerla con i suoi cari, ma avrebbe dovuto sicuramente lavorare fino a tardi per riuscire a completare il lavoro.
Un lavoro che non poteva rifiutare.
Si sedette al tavolo e sistemò gli attrezzi, cominciando rapidamente l’opera di modellazione “Attento ai particolari, Pasquale,” pensò, ripetendo parole dette tanti anni prima da suo padre. “Perché sono quelli che fanno la differenza tra il lavoro di un vero presepista e gli sgorbi che fanno nelle industrie. Testa, braccia, gambe e busto sono pezzi a se stanti e li dovrai lavorare separatamente.”

Fu un lavoro lungo e la campana della Chiesa di San Gregorio Armeno suonava ormai il mezzogiorno quando anche l’ultimo pastorello fu completato e pronto per essere infornato: mentre il fuoco induriva l’argilla e ne faceva terracotta, Pasquale osservava la nera porta del forno e si lasciava sommergere dai ricordi, pensando al buio ingresso della Napoli Sotterranea ed al giorno lontano in cui lui ed il suo amico Edoardo Scarpa avevano deciso di esplorarla.
Cosa volevano dimostrare con quella loro bravata? Pasquale non se lo ricordava più, ma ricordava benissimo il buio, i corridoi sempre uguali ed il terrore che lo aveva colto quando aveva perso di vista il suo amico e si era reso cono di essersi smarrito.
Lo avevano trovato sei giorni dopo, delirante per la fame e la sete in una galleria sotto il Maschio Angioino: di Edoardo non si sarebbe mai saputo nulla e lui avrebbe passato cinque mesi in una clinica psichiatrica, internato a viva forza per quello che aveva detto di aver visto nel suo viaggio allucinante.

“Non ci sono solo le ombre in quelle gallerie dimenticate… “ Pensò, fissando il fuoco che cuoceva le statuine “Io ho visto… IO SO!”
Il timer del forno lo riscosse dai suoi pensieri e lo indusse a rimettersi al lavoro: l’orologio segnava le tre e doveva ancora smaltare i pastorelli, dipingerli, e poi cuocerli nuovamente.
- Devo sbrigarmi se voglio finire in tempo… questo è un cliente che non posso deludere…-
Quando la porta della bottega si aprì, Pasquale aveva appena finito e poté accogliere il Cliente col più smagliante dei sorrisi.
- Oh, ben arrivato! Prego, prego, sedetevi.
Il Cliente rimase in piedi.
- Ma certo, lei non ha tempo da perdere: le porto subito la merce.
Il presepista dispose i pastorelli appena fatti sul bancone ed il Cliente cominciò ad osservarli uno per uno, rigirandoli tra le mani alla ricerca della più piccola imperfezione: nei suoi occhi gelidi balenò un lampo di profonda ammirazione per il lavoro eseguito poi il suo sguardo si spostò su Pasquale e la curiosità si sostituì all’ammirazione.
- Chi sono? Oh, gente da nulla:Beppe Coppola, Gennaro De Vincentis, Fiore Marotta... Sono quegli amatissimi colleghi che hanno intenzione di dar fuoco alla mia bottega durante i festeggiamenti di Capodanno. Credo che siano invidiosi della mia abilità.
Il Cliente atteggiò il volto a qualcosa che sembrava essere un ghigno divertito e si leccò le labbra con compiacimento, poi uscì dalla bottega senza dir nulla portando le statuine con sé.

Lentamente, Pasquale chiuse la bottega e si avviò verso casa: quando passò davanti all’ingresso della Napoli Sotterranea gli sembrò che un vento gelido provenisse dall’apertura e gli artigliasse le ossa.
- Nessuno vedrà o sentirà niente, ma quegli uomini scompariranno nelle Ombre senza fare ritorno come tanti prima di loro,nuovi giocattoli per la collezione del mio Cliente...
La campana suonò, annunciando al mondo la nascita di Cristo.
- È Natale. - Pensò Pasquale - Se mi sbrigo faccio in tempo a mettere i regali sotto l’albero… in fondo, io il mio l’ho già avuto…


L'Autore
Nato ad Avellino il 21 dicembre 1990, Agostino Langellotti ha trascorso gran parte della sua infanzia e della sua adolescenza ad Agropoli, Perla del Cilento, prima di spostarsi a Bergamo per gli studi universitari.
Esordiente su La Tela Nera, la passione per la scrittura lo segue fin dall’infanzia e non ha nessuna intenzione di lasciarlo.


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