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Lavoro precario

Un racconto sul Natale scritto da Luigi Locatelli

Sono preoccupato. È tutta la vita che faccio questo lavoro e non ho mai pensato che, un giorno, potesse finire. Lo ammetto, non è mai stato facile portare sulle spalle il peso di questo nome. Forse, qualcuno di voi metterebbe la firma per prendere il mio posto: lavorare una sola notte l'anno, avere onore e gloria, essere amato da tutti, trovare tavole imbandite di latte e biscotti, qualche volta pane e vino… Eppure, non è più così, ahimè! La gioia e l'entusiasmo per quello che faccio va dileguandosi a braccetto con lo spirito del Natale. Quasi nessuno ci crede più ormai. È tutto cambiato. Nell'ultimo mese se ne sono andati altri cinque elfi, ora lavorano in un centro commerciale come aiutanti di falsi me. Dove andremo a finire se nessuno cambierà lo stato delle cose?
Quando domani andrete sotto l'albero ad aprire i regali, io sarò appena andato a letto, e sarò talmente stanco, che per recuperare le forze, dovrò dormire per undici mesi, almeno. No, no, non sono esagerato. Avete idea cosa significhi girare il mondo a velocità supersoniche, se va bene una volta, e se va male anche di più? Quel dispendio di energie, non è gratuito. Anzi, è un impegno mica da rider! E poi, quella voce che non esisto? ... di sicuro, non aiuta: è una malalingua inventata dall'industria del giocattolo, per eliminarmi. Si cari miei. Sono anni che è in atto un vera e propria congiura contro di me. Avete presente quei bambolotti che parlano quando gli premi la mano? Sono stati creati per ingannarvi, per privarvi della fantasia. I giocattoli costruiti dagli elfi, sì, quelli fatti con essenza di lacrime di renna, hanno un'anima: per muoversi e parlare non hanno mai avuto bisogno di batterie, ma solo di un po' d'amore e di qualcuno disposto ad ascoltarli. Non lo ricordate? Vedete che ho ragione? Per questo motivo quelle malefiche multinazionali, mascherate da falsi giocattolai, si sono accordate per farmi fuori. Sapevano di non poter competere con la nostra magia e, per questo, hanno escogitato uno stratagemma semplice, ma efficace nella sua genialità: se i bambini non crederanno più in me, io non avrò più motivo di esistere. E loro si prenderebbero tutta la fetta! Se il Natale sparisse per sempre, io scomparirei con lui e tanti saluti. È proprio questo che sta accadendo. Mi stanno uccidendo.
Pensate che questa mattina è venuta da me una congrega di orsacchiotti di peluche allarmati perché si è sparsa la voce, per tutto il Polo Nord, che la loro specie presto si estinguerà. La domanda rispetto l'anno scorso è calata del trenta percento. Come mai? Ho chiesto. Mi hanno risposto che è uscito un nuovo giocattolo che tutti i bambini vogliono. Un assemblato elettronico innovativo che fa tutto da solo. Ma avete idea di che abominio sia? Il boia dell’immaginazione, il sonnifero dei sogni. Se dovesse diffondersi in tutto il mondo, nessuno vorrebbe più come regalo un orsacchiotto con cui vivere avventure immaginarie!
La stessa storia si è ripetuta più tardi, e sempre nei medesimi termini : rappresentanze di trenini di legno, cavallini a dondolo e altri.
Bambini senza sogni... Che tristezza, ho pensato con rammarico. Dicerie? Volevo vedere con i miei occhi. Preso dalla curiosità, sono andato in un magazzino per controllare di persona l'ultima diavoleria inventata dalla concorrenza. Che dire, avevano tutti ragione a essere preoccupati, è proprio fantastico questo Super Nintendo. Mi sa che tra qualche anno... Ma meglio non pensarci. Bussano alla porta, è tutto pronto per le consegne mi dicono. Guardo un'ultima volta il tuttofare con la salopette rossa e i folti baffi neri che lampeggia sullo schermo e lo faccio scivolare nel cassetto della scrivania. Arrivo, rispondo mettendomi giacca e cappello. Devo andare: ancora una volta il dovere mi chiama.


L'Autore
Luigi Locatelli, nato a Padova il 17 dicembre del lontano (ma non troppo) 1976, è un autore esordiente che al momento non ha ancora trovato la sua strada. Potete leggere altre sue opere in varie parti del forum de La Tela Nera.


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