Carl Panzram (pagina 2)

Carl Panzram: Nord Dakota, Messico, California, Montana, Oregon, Cile

Rilasciato dal riformatorio Panzram non perse tempo e si lasciò gli odiati fratelli alle spalle.
Si diresse a ovest, e a East Grand Forks, nel Nord Dakota, scroccò un viaggio su un treno merci diretto nel Montana. Una volta lì cominciò seriamente una carriera criminale fatta di furti, rapine e aggressioni che lo portarono presto a essere catturato e improgionato nel Montana State Reformatory.

Una foto di Carl PanzramRilasciato nel 1910, si diresse a sud, in Messico, e si unì alle forze del rivoluzionario Pascual Orozco.

Fu testimone del trattamento disumano che veniva riservato dai soldati di Orozco ai prigionieri di guerra durante la rivoluzione: venivano massacrati in massa. La cosa lo condizionò parecchio.

Nel 1912 lasciò il Messico e si recò prima in California, poi sempre più a nord, lasciandosi alle spalle una scia di furti, aggressioni e stupri. «In vita mia ho sodomizzato più di 1.000 uomini», avrebbe detto anni più tardi, con orgoglio.

Carl Panzram fu arrestato a Chinook, nel Montana, accusato di furto e condannato a un anno di detenzione nella Montana State Prison. Riuscì a scappare dal carcere otto mesi dopo.

E quattro mesi dopo la sua fuga venne arrestato nuovamente, sempre per furto. Poiché aveva utilizzato un nome falso, Jeff Rhoades, venne condannato solo a due anni di prigione, che scontò ancora nella Montana State Prison. Fu rilasciato sulla parola nel 1914.

L'1 giugno 1915 venne arrestato in Oregon, ad Astoria, ancora per furto, e condannato a sette anni di carcere da scontare nella prigione statale di Salem. Riuscì a evadere dalla prigione nel 1918, grazie ad attrezzi che si era costruito da solo.

Gli Stati Uniti d'America erano un posto che scottavano per lui, riuscì a fuggire all'estero, in Cile, dove lavorò come operaio in un'azienda petrolifera.

Una volta che anche in Cile arrivò ad aver commesso un numero così alto di crimini da non potervi più rimanere al sicuro, ritornò negli USA.

Nel 1920 commise non il suo crimine più efferato quanto quello più "ardito": rubò gioielli e titoli dalla residenza privata dell'ex Presidente degli Stati Uniti d'America William Howard Taft, a New Haven, in Connecticut.

Con quei soldi si comperò una barca a vela, la Akista, e divenne il Capitano John O'Leary.
Usò il suo vascello per trafficare rum nei primi periodi del Proibizionismo, ma si stancò quasi subito di quella vita.


Carl Panzram: un'ondata di omicidi

Dopo aver rubato tutto quello che poteva rubare da navi e vascelli ancorati in zone di sua navigazione Panzram si ritrovò ancora una volta nel Lower East Side di Manhattan, dove notà il grande movimento di marinai che cercavano lavoro su barche a mollo nell'East River. Gli venne un'idea tanto geniale quanto malata, che mise subito in pratica.

Una foto di Carl PanzramCominciò così ad attirare sul suo yatch, uno alla volta, diversi marinai in cerca di lavoro. Dopo esserseli fatti amici e ubriacati era solito drogarli, derubarli, picchiarli, sodomizzarli, e ucciderli sparando loro con una .45 e gettandoli nelle acque.
«Così non mi avrebbero mai potuto identificare in seguito come un contrabbandiere», confessò anni dopo.

Nell'estate del 1920 Carl Panzram uccise in questo modo ben dieci uomoni.

Decise poi di fuggire in Africa, dove arrivò nel 1921. A Luanda, città costiera in Angola, uccise con una pietra e derubò un ragazzino africano. Panzram attirò il ragazzo sul retro della Sinclair Oil Company, dove abusò sessualmente di lui e lo uccise.

«Prima lo sodomizzai e poi lo uccisi», scrisse in una confessione. «Il suo cervello gli usciva fuori dalle orecchie quando me ne andai. Non potrà mai essere più morto di così».

Dopo questo omicidio, Panzram si sposta a Lobito Bay, nella Costa Atlantica, dove ingaggia sei marinai per la caccia al coccodrillo nella giungla. Li uccide tutti in una barca, sparando a ognuno un colpo alla schiena e uno in testa con una Luger 9mm e poi gettandoli ai coccodrilli.

«Per un'intelligenza media, uccidere sei uomini tutti in una volta sembra un'impresa quasi impossibile», disse. «Fu più facile per me uccidere quei sei negri che uccidere solo uno dei ragazzini che ho ammazzato dopo e molti avevano appena 11 o 12 anni».

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