L’autostoppista pelosa

La mamma lo dice sempre: meglio non caricare gli sconosciuti

La leggenda metropolitana dell'autostoppista pelosa

È una sera invernale e una signora sta caricando la spesa sulla sua auto, nel parcheggio del supermercato.
All’improvviso un’anziana signora, tutta imbacuccata, le si avvicina e le racconta una triste storia.
La donna più giovane si impietosisce e decide di dare un passaggio alla vecchietta. Finisce di sistemare le borse nel baule e sul sedile posteriore, poi le due partono.
Spinta dalla curiosità, la conducente comincia a osservare l’anziana, che stringe convulsamente tra le braccia una sportina. Proprio mentre sta scrutando, la donna alla guida si accorge di un particolare che la inquieta.
Infatti, sedendosi, la gonna lunga della vecchietta si è un po’ sollevata e mostra parte della gamba. Sotto i collant fa capolino una fitta peluria.
La guidatrice osserva meglio e nota che l’anziana è ancora tutta imbacuccata, nonostante nell’abitacolo si sia creato un bel tepore e lei stessa si sia sfilata la sciarpa per il caldo.

Prendendo coraggio, la donna annuncia che c’è qualcosa che non va a una ruota. Accosta, chiede all’anziana di controllare se la ruota posteriore destra sia forata. La vecchietta posa la borsa, apre la portiera e scende.
La donna riparte sgommando, impaurita dall’inquietante incontro.
Una volta a casa, racconta tutto al marito.
– Un uomo? Ma come ti è venuto in mente, stai scherzando? – la rimprovera lui.
– Ti dico che gli ho guardato le gambe, e poi nei suoi lineamenti c’era qualcosa di strano, per quel poco che si vedeva. – si difende lei.
Nel frattempo l’uomo apre la sportina che la stessa anziana ha lasciato in macchina: spera di trovarne i documenti e di poter restituire la borsa alla legittima proprietaria. Magari insieme alle scuse delle moglie.
Mentre la consorte cerca di farfugliare ancora spiegazioni per il suo comportamento, l’uomo sbianca e le mostra attonito il contenuto: una piccola accetta pronta per squartare le automobiliste poco prudenti nel dare passaggi.

Come per tutte le leggende metropolitane, non è facile dare un’origine sicura anche a questa. Ne esistono varie versioni ambientate soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti, ma anche in Italia, in cui talvolta la donna al volante, insospettita, riesce a far intervenire lo sceriffo o le forze dell’ordine e il travestito viene da questi smascherato o gli vengono trovate addosso delle armi.
Andando a ritroso di qualche secolo, ci si imbatte in storie molto simili in cui, al posto delle moderne automobili, ritroviamo calessi e diligenze nonché un uomo a cavallo disposto a dare un passaggio a una vedova affranta. La quale, una volta che il cavaliere l’ha fatta scendere con la scusa di farsi raccogliere il cappello, gli urla dietro di buttarle la sua borsa.
Forse perché era piena dei soldi che, con il suo travestimento, l’uomo era riuscito a rubare agli ignari popolani.

L’autostoppista pelosa
Articolo scritto da:
Pubblicato il 21/11/2005

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