Rana Freccia (Phyllobates terribilis)

Rana dorata, rana dardo, rana freccia, chiamala come vuoi e guardala quanto ti pare... ma non toccarla!

Nome comune: rana dorata, rana dardo, rana freccia (anche se quest’ultimo identifica diverse varietà), golden dart frog, golden poison frog [Eng]

Nome scientifico: Phyllobates terribilis

Classificazione: anfibio anuro, famiglia Dendrobatidae

Rana Dardo: Distribuzione e habitat

La rana dorata vive nella parte della Colombia che si affaccia sull'Oceano Pacifico.

Il suo habitat prevalente sono le foreste pluviali tra i cento e duecento metri di altitudine, con elevata umidità (80-90%) e temperature non inferiori ai 26 gradi centigradi.

Si tratta di un animale sociale che vive in gruppi composti da quattro a dieci individui, anche se in cattività si formano comunità ben più numerose.

Rana Freccia: Aspetto

Sotto il nome, alquanto improprio, di rana freccia si ritrovano diverse piccole rane velenose, accomunate da varie caratteristiche.
La Phyllobates terribilis, di gran lunga la più tossica di queste, è distinguibile per varie ragioni, a partire dalle dimensioni. È, infatti, la più grande rana freccia esistente, per quanto l’uso del termine “grande” sia, nel caso in questione, quantomai relativo: nel suo ambiente naturale, la femmina della specie raggiunge i cinquanta millimetri, mentre i maschi si fermano intorno ai quarantacinque.

Una caratteristica più evidente è il suo colore. Pur condividendo i toni vivaci delle sue consimili, questa rana non ha le tipiche macchie o strisce nere delle altre rane freccia, presentando invece una colorazione grossomodo uniforme. Contrariamente a quanto il nome “rana dorata” lasci pensare, questa tinta non è necessariamente il giallo oro.

Ne esistono infatti diverse varietà cromatiche distinte in tre gruppi principali:
- gialla, con sfumature che vanno dal giallo pallido all'oro
- verde, con esemplari verde metallizzato, verde pallido o addirittura tendenti al bianco
- arancione, meno comune, tendente all'arancio metallizzato o al giallo arancio

Questi colori brillanti sono di monito ai predatori, per ricordare loro che fare uno spuntino con questa rana si dimostrerebbe letale. L’unico dotato di una naturale resistenza, ma comunque non immune, alla tossina di questa rana è il Leimadophis epinephelus, un piccolo serpente in grado di divorare piccoli della specie senza subire effetti negativi.

Le dita della rana dorata dispongono di piccoli dischi adesivi che le consentono di arrampicarsi sulle piante, e la sua mascella inferiore ha una placca ossea tale da dare l'impressione che possegga dei denti.

Si tratta di un animale diurno e principalmente terrestre. In apparenza è ben conscio della propria quasi-invulnerabilità, perché non si preoccupa di nascondersi ai possibili predatori e si rende anzi piuttosto evidente senza alcun timore.

In sostanza, se incontrassi una Phyllobates terribilis, quello che ti ritroveresti davanti è un’adorabile, coloratissima ranocchietta grande quanto il tuo pollice che ti guarda come se la tua presenza non le facesse né caldo né freddo. È assai improbabile che ti faccia “ciao ciao” con la zampina, ma se capitasse non illuderti: non ti sta accogliendo, ti sta dicendo addio.


Rana Dorata: Dieta

La Phyllobates terribilis si nutre di alcune varietà di formiche, nonché di termiti e altri piccoli invertebrati che può facilmente trovare nella foresta pluviale. È considerata la più vorace tra le dendrobatidae.

Come molte rane utilizza la sua lingua adesiva per catturare e divorare le sue prede. In effetti è una cacciatrice talmente abile da dimostrare un'intelligenza e una capacità visiva superiori a quelle di molte altre rane.

Secondo delle teorie ben accreditate, la tossicità di questa rana dipende proprio dalla sua dieta. Essa non sarebbe infatti in grado di produrre la tossina che trasuda, bensì la mutuerebbe da alcuni degli insetti di cui si nutre, che forse la trarrebbero a loro volta da determinate piante di cui si cibano.
Una prova di ciò è il fatto che gli esemplari allevati in cattività, nutriti in genere con drosofile, grilli, coccinelle e larve di vari insetti, sono pressoché innocui.

Tuttavia non è ancora chiaro quale insetto in particolare possa a questo punto meritarsi la palma di animale terrestre più velenoso in assoluto, anche se gli indizi puntano a un coleottero della famiglia delle Melyridae. Non è neppure certo se la rana assimili da questo direttamente la tossina o soltanto gli alcaloidi necessari alla sua produzione. In ogni caso, la Pyillobates terribilis è in grado di mantenere la propria tossina anche per lungo tempo dopo essere stata privata delle sue prede abituali.

Proprio a causa di questa incertezza sull'origine del suo veleno non è stato possibile inserirla nella nostra classifica dei 10 animali più velenosi al mondo, dove meriterebbe di stare [vedi oltre, sezione Il Veleno].


Rana Dardo: Come ti ammazza

Ti ammazza con la sola forza di volontà, o quasi. La Phyllobates terribilis è probabilmente l'animale più velenoso di cui si abbia notizia, con il suo LD50 di 0,002mg/kg. Come se questo non bastasse, non ha necessità di fare assolutamente nulla per inoculare la potente neurotossina che produce: non deve mordere, non deve pungere, non deve sputare. Deve solo starsene lì e aspettare che qualcuno sia tanto incauto da toccarla.

Ebbene sì, la pelle di queste rane gronda di una potente batracotossina, forse il più potente veleno animale noto all'uomo.
E serve solo un contatto con la pelle.

Del resto, una rana media contiene un milligrammo di veleno, che è sufficiente a uccidere circa diecimila topi, o una quindicina di esseri umani adulti.

Ma non basta. Il veleno di queste rane resta attivo per tempi lunghi anche dopo la secrezione, perfino se trasferito su un'altra superficie. Sì, esatto, non è necessario toccare la rana, basta toccare qualcosa che abbia toccato prima lei. Sono registrati casi di animali domestici morti per essere entrati in contatto con un fazzoletto di carta su cui una di queste rane aveva camminato.

Non a caso gli indigeni della Colombia, come la tribù dei Chocò Emberà, sfruttano questi piccoli anfibi per avvelenare i dardi da cerbottana che adoperano per la caccia. La rana viene cautamente esposta al calore di un fuoco per stimolare la sua produzione di fluido velenoso, poi le punte dei dardi le vengono strofinate sopra. E, sì, basta questo a renderle velenose. Per oltre due anni!
Un dardo così trattato può uccidere una tigre in una decina di minuti, ed è sufficiente a paralizzare all’istante un uccello o una scimmia.


Rana Freccia: Il veleno

La batracotossina è forse la più potente tossina animale conosciuta in natura, quindici volte più potente del curaro e circa dieci volte più della ben nota tetrodotossina del pesce palla. Si tratta di un alcaloide capace di impedire la trasmissione di impulsi ai nervi, lasciando i muscoli in uno stato contratto di inattività. Il più evidente risultato è la cessazione dell'attività cardiaca o, bene che vada, la fibrillazione.

La paralisi dei nervi causata dal veleno è quasi istantanea.
Il veleno della Phyllobates terribilis è in effetti una combinazione di batracotossina e omobatracotossina in elevate concentrazioni. L’unico essere immune a questa tossina è la Phyllobates terribilis stessa, che sopravvive al contatto con altri membri della propria specie senza alcun effetto negativo.


Phyllobates terribilis: Consigli di sopravvivenza

Quello più semplice è: non andare nelle foreste pluviali della Colombia, e se proprio devi evita di rompere le scatole alle rane, specie se sono piccole, carine e colorate (ma nel dubbio anche se sono grosse, brutte e in bianco e nero: non saranno rane freccia ma meglio prevenire che curare, no?).

Se però sei già lì e ne hai una davanti... intanto complimenti per avere un PC che riesce ad andare in internet anche nel bel mezzo della foresta, poi calma e gesso: la rana dorata non è aggressiva, non attacca niente che non possa mangiare (e, siamo seri, è una rana di cinque centimetri!) e anche quando lo fa non usa comunque il veleno, che rappresenta solo un'arma difensiva contro i predatori.

Quindi il massimo che devi fare è lasciarla in pace, cercare di non starle tra le zampe e possibilmente non toccare niente nei dintorni con la pelle nuda, giusto per non rischiare.
Soprattutto, inutile dirlo, non toccare la rana.

Ah, l'avevi già fatto. D'accordo, forse era il caso di usare quella potentissima connessione a internet un po' prima, ma va bene, vediamo cosa si può fare...
Niente.

A oggi non esiste alcun antidoto in grado di contrastare gli effetti della batracotossina. Esistono alcune sostanze antagoniste che potrebbero tentare di fermarne l’azione, come la tetrodotossina, ma hai un pesce palla a portata di mano? No eh? Poco male, tanto comunque saresti troppo paralizzato per poterci fare alcunché.
Che dire, è stato bello conoscerti.


Rana Dardo: Body count

Dato che non è da tutti andarsene in giro per le foreste colombiane a toccare rane, non ci sono statistiche elevate di morti dovute a questo anfibio.

È anche vero però che, data la sua distribuzione, è improbabile che ci sia una grande diffusione di informazioni in merito ad eventi del genere. Ma hai ancora qualche secondo, quindi fa’ qualcosa di buono coi tuoi potenti mezzi e aggiorna le statistiche, su!


Rana Freccia (Phyllobates terribilis)
Articolo scritto da: Carmelo Massimo Tidona
Pubblicato il 29/08/2011

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