Recensione
Saint Ange

Saint Ange: visiona la scheda del film Chi si decidesse a riprendere Saint Ange, il primo lungometraggio scritto e diretto da Pascal Laugier, sull’onda dell’entusiasmo generato da Martyrs, è opportuno che sappia che potrebbe andare incontro ad una cocente delusione.

Gore quasi assente, morbosità estetizzata, nessuna ambizione tematica.

Il film in sè ha molti pregi, soprattutto di natura tecnica ed estetica, ma latita in profondità di scrittura, limitandosi a suggestionare visivamente con grande raffinatezza e cura, ma scadendo spesso nell’autocompiacimento da esordio che si ferma alla forma ostentata, ma non approfondisce la sostanza.

Diretto come se fosse un elegane film d’autore, il problema principale di Saint Ange, nonostante un montaggio millimetrico e i continui movimenti di macchina, è una lentezza, spesso dovuta a scene che vogliono contribuire al contesto e all’atmosfera, ma risultano solo tediose, che a metà film inizia a infastidire perchè la storia, di per sè molto scarna, stenta a decollare e alcune facili metafore (i gattini annegati) non depongono a favore di un particolare sforzo ideativo.

Nel frattempo Laugier somministra qualche colpo basso (la caduta di Anna sui vetri rotti, il suo pugno rabbioso contro il ventre) e qualche efficace cheap thrill supportato da un ottimo sonoro e una bellissima soundtrack, ma fallisce nel creare tensione dedicandosi di più alla cornice che al quadro in esso contenuto.

Saint Ange appare principalmente come un’opera atta a mettere in mostra le proprie capacità, forse iperprodotta da Cristoph Gans (che in Silent Hill compie gli stessi errori e sembra rifare il verso sia alla scena dell’ascensore sia alla sequenza finale), forse ingenuo passaggio necessario perchè il suo insuccesso risvegliasse in Laugier quella rabbia che in questo film è tenuta fortemente a freno.

Nonostante questi difetti palesi, si può comunque apprezzare l’evidente talento del regista, che ha un controllo portentoso di ogni singolo aspetto, e la fatica relativa di approdare agli ultimi e rivelatori momenti finali vale la pena di fronte ad una sequenza perfettamente riuscita di puro panico che sfocia in un silenzioso esito visionario dall’interpretazione aperta, ma visionario e angosciante.

E la comparsa dei bambini cattivi o l’apparizione macabra e corale degli ultimi minuti (che ha ispirato L’orfanotrofio) rimangono impresse.

Poi arrivò Martyrs e il modello narrativo ed ideologico dell’innocente, vittima di soprusi da parte di un potere superiore bagnato di religione, ci esplose in faccia in tutta la sua potenza.


Recensione originariamente apparsa su +LoveIsTheDevil+, il blog ufficiale di Lenny Nero.


Titolo: Saint Ange
Titolo originale: Saint Ange
Nazione: Francia
Anno: 2004
Regia: Pascal Laugier
Interpreti: Virginie Ledoyen, Lou Doillon, Catriona MacColl, Dorina Lazar, Virginie Darmon, Jérôme Soufflet, Marie Herry, Eric Prat

Recensione del film Saint Ange
Recensione scritta da: Lenny Nero
Pubblicata il 16/07/2009


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