Era indispensabile una pellicola come questo Spiral per permetterci di capire se Adam Green fosse l’ennesima one hit wonder o un autore maturo, in grado di regalare al genere horror parecchie soddisfazioni.
E il responso è dei più positivi, con un Green che, coadiuvato da Joel Moore sia dal punto di vista della regia che da quello della scrittura, riesce in un sol colpo nel difficile doppio scopo di mostrare continuità qualitativa ed enorme varietà di tecniche e tematiche a disposizione.
Spiral è infatti quanto di più distante possibile dall’esordio folgorante di Hatchet: tanto caciarona, splatter, parodistica e over the top era l’opera prima quanto sommesso, sinistro, atmosferico e serio è questo esame di maturità, con il regista a suo totale agio con entrambi i mood proposti.
Buona parte del merito è da dividersi con Joel Moore che riesce a dar vita, prima su carta e quindi su schermo interpretandone le gesta, a Mason, un convincente ritratto del tipico “loser” dalla personalità fragilissima, sempre in bilico fra sanità e follia. Tramite un dosato accumulo di dettagli, di tic nervosi, di idiosincrasie e incertezze Moore costruisce un solidissimo Norman Bates del nuovo millennio, al punto da spingerci a provare simpatia e solidarietà verso una persona che, in ultima analisi, aveva bisogno ben di altro.
Ottima anche la costruzione del personaggio di Zachary, boss e unico amico di Mason: lo script è sottile e furbo quanto basta da spingerci inizialmente a facili giudizi per poi scoprire man mano le carte e creare una figura tridimensionale, estremamente convincente in particolar modo nelle sue debolezze e difetti. Forse leggermente più caricaturale e urlata la prova di Amber Tamblyn (Blackout, The Grudge 2, The Ring), ma è anche un polo necessario per contrastare l’altrimenti opprimente forza gravitazionale di Mason.
Film di questo tipo, ovviamente, rischiano grosso nel promettere molto più di quel che effettivamente si possa mantenere e anche Spiral non sfugge a questa regola, montando con grande efficacia un’atmosfera sinistra, fatta di progressivi accumuli di minime tracce e indizi fino a calare drasticamente di tono in un finale che suona irrisolto e sbrigativo.
Se questo particolare toglie qualche mezzo punto sul mio personale taccuino è pur vero che il bilancio globale rimane largamente positivo, vuoi per gli splendidi interni fotografati con buona intuizione da Will Barratt, vuoi per la regia tensiogena, vuoi ancora per le ottime interpretazioni e, evento raro all’interno del genere horror, per la stupenda colonna sonora jazz variata da alcune felici intrusioni pop.
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Titolo: Spiral
Titolo originale: Spiral
Nazione: USA Anno: 2007 Regia: Adam Green, Joel Moore Interpreti: Joel Moore, Amber Tamblyn, Zach Levi, Tricia Helfer, David Muller, Annie Neal
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