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 “Voglio chiedere un rimborso.” Prendo in prestito le parole di uno spettatore seduto appena una poltrona dietro di me. Non sarà un’opinione da critico esperto, ma vi assicuro che ha sintetizzato perfettamente lo stato d’animo di tutti, quando sullo schermo sono partiti i titoli di coda di Basic Instinct 2 e le luci in sala si sono accese.
Questo film è un disastro, sotto tutti gli aspetti. E vi confesso che, dopo aver speso ben £8 per vederlo, la necessità di chiedere un rimborso si sente eccome.
Un altro commento che mi sento di condividere con voi è quello del mio fidanzato, che mi ha accompagnato al cinema e ha pazientemente sopportato tutto lo spettacolo in un silenzio quasi innaturale (solo più tardi ho scoperto che si era addormentato durante più di una scena…). Dall’alto della sua esperienza cinematografica, la sua sentenza è stata. “il mio voto va al chirurgo plastico di Sharon Stone, che ha fatto un ottimo lavoro.”
Ora, premetto che adoro Sharon, e la stimo per saper essere ancora così sexy, nonostante molte donne alla sua età siano già vecchie da un pezzo per il mondo dello spettacolo. L’apprezzo, sul serio. Ma qui si esagera.
Andiamo per ordine.
Guardando il trailer, l’idea che mi sono fatta di questo sequel di Basic Instinct è stata molto netta: tanto sesso, poca trama, tutti i riflettori puntati sul corpo di Sharon Stone (e al chirurgo plastico di cui sopra). D’altra parte, non è un segreto che la scelta dell’attore semi-sconosciuto David Morrissey sia stata studiata appositamente per non mettere in ombra la bella Sharon che, in tutta onestà, non è esattamente la donna più espressiva su questa Terra. Però, mi sono detta, forse questo film avrà un suo pubblico di nicchia, per così dire. In parole semplici, vuoi vedere che il solito gruppo di ragazzini assatanati non si fionda al cinema? Se non altro, sarebbe stato un porno di alta qualità.
Niente da fare. Basic Instinct 2: Risk Addiction è una delusione nella delusione: a tratti più un film comico che altro, e certamente non un thriller. In effetti, è tutto ciò che un thriller non dovrebbe essere: la trama è completamente inconsistente e la storia scorre con una lentezza quasi deprimente. In più, non contento, il regista nega agli spettatori anche la soddisfazione finale di capire chi è davvero l’assassino. Per quanto mi riguarda, spero solo che questa nebulosità non sia il preludio di un terzo Basic Instinct. Sharon, ti lancio un appello: ti prego, usa il tuo eccezionale Q.I. da 154 punti per farti un esame di coscienza, e risparmiaci.
E il pubblico di nicchia? Deluso anch’esso, temo. Sfortunatamente, le uniche scene osé in due ore di pellicola sono quelle che avete già avuto occasione di vedere (gratis) in cinque minuti di trailer, montato sapientemente con gli unici pezzi forti del film.
Anche i costumi, il copione e il manierismo della protagonista sono sbagliati. Tutto ciò che dovrebbe essere sexy, le scollature, le battute, i movimenti di Sharon Stone sono talmente esagerati che in sala non sono mancate risatine e commenti ironici, anche nei momenti topici della storia.
In più di un’occasione, io stessa mi sono trovata a chiedermi se non avessi sbagliato sala: questo è il sequel o la parodia di Basic Instinct?
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Titolo: Basic Instinct 2
Titolo originale: Basic instinct 2: risk addiction
Nazione: USA
Anno: 2006
Regia: Michael Caton-Jones
Interpreti: Sharon Stone, David Morrissey, Charlotte Rampling, David Thewlis, Hugh Dancy, Anne Caillon, Iain Robertson
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