Recensione
X-Men: Conflitto finale

X-Men: Conflitto finale: visiona la scheda del film Quando ci si trova di fronte ad un terzo capitolo di una saga è sempre normale storcere il naso. Quando poi il regista dei primi due episodi (Bryan Singer che ci ha regalato due storie più che solide, con un buonissimo X-men 2) viene sostituito, allora è comprensibilissimo essere un po' perplessi.

Prima di tutto alla regia viene messo Brett Ratner; non un pivellino, certo, ma neppure uno di quei registi che ricordiamo per opere particolarmente brillanti (After the Sunset, Red Dragon, Colpo grosso al Drago Rosso, The Family Man, Rush Hour - Due mine vaganti, Traffico di diamanti) e il confronto con Bryan Singer era durissimo.

E, invece, chi se lo aspettava un terzo così episodio così bello? Ratner punta la lente di ingrandimento più sui tormenti dei singoli personaggi che sulle scene d'azione, è capace di delineare ogni mutante con pochi, salienti, tocchi: basta un solo fotogramma per caratterizzare la sua natura (la sequenza di numeri tatuata sul braccio di Magneto, il dolore di Ciclope, il tormento di Rogue, l'adrenalina di Wolverine, la dannazione di Jean, la diplomazia de La Bestia, la sfacciataggine di Mystica); anche la presentazione della Danger Room, all'inizio del film, è spontanea, senza forzature nè inutili spiegazioni.

Naturalmente come in ogni film "fantastico" (fantasy, sci-fi o supereroistico) che si rispetti gli effetti speciali (di John Bruno, già sei nominations agli Oscar) sono molto curati, in questo episodio sono veramente spettacolari ma in ogni caso non prendono mai il sopravvento e interagiscono in linea con la storia.

Quello che colpisce, invece, è come il regista punti sui colpi di scena, inarrestabili ed inaspettati; in questo episodio i mutanti muoiono, si modificano, scompaiono, si trasformano. Un velo di tristezza e di consapevolezza avvolge come una nebbia questa terza parte.
I mutanti di base rimangono gli stessi dei primi due episodi: Magneto (Ian McKellen), il professor Xavier (Patrick Stewart), Tempesta (Halle Berry), Wolverine (Hugh Jackman), Ciclope (James Marsden), Rogue (Anna Paquin), Mistica (Rebecca Romijn) e Jean Grey (Famke Janssen).
New entry per il Dottor Hank McCoy/La Bestia (Kelsey Grammer), Warren Worthington III/Angelo (Ben Foster), l'Uomo Multiplo (Eric Dane), Quill (Ken Leung), Callisto (Dania Ramirez) e Il Fenomeno (Vinnie Jones).

Più spazio invece per Colosso (Daniel Cudmore), Kitty Pride/Shadowcat (Ellen Page), l'Uomo Ghiaccio (Shawn Ashmore) e Pyro (Aaron Stanford). Sopra tutti i personaggi, però, si erge, vuoi per physique du role, vuoi per magnetismo, Wolverine, anche se Jean Grey/La Fenice è un personaggio che ti entra nella testa, nel cuore e che non dimentichi. Bellissima, tormentata, statuaria, disperata, crudele e spaesata allo stesso tempo.

Splendida fotografia del nostro Dante Spinotti che si staglia tra il rosso, il nero e il bianco.

Una curiosità: restate per i titoli di coda. Il regista ci regala dieci secondi in più.

Ci sarà un seguito? Forse no, ma del resto è già stato annunciato lo spin-off su Wolverine-Logan e visto l'affetto dei fan verso questo mutante si profila un successone (almeno sulla carta).


Titolo: X-Men: Conflitto finale
Titolo originale: X-Men: The last stand
Nazione: USA
Anno: 2006
Regia: Brett Ratner
Interpreti: Patrick Stewart, Hugh Jackman, Halle Berry, Famke Janssen, Ian McKellen, Rebecca Romijn-Stamos, Kelsey Grammer

Recensione del film X-Men: Conflitto finale
Recensione scritta da: Carla Cigognini
Pubblicata il 26/05/2006


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