Recensione
Franklyn

Franklyn: visiona la scheda del film Franklyn, lungometraggio d’esordio per Gerald McMorrow, ha essenzialmente un unico difetto: l’assoluta incapacità di emozionare.

Il regista e autore ha lavorato di cesello sullo script, con un risultato impeccabile e ammirevole, e pur con qualche concessione di troppo a un’estetica dark-futuristica ormai di maniera (ma sempre con eleganza), esibisce uno stile che riesce a passare con naturalezza ed equilibrio dall’autoriale-esistenziale al delirio steampunk (a tratti veramente immaginifico, soprattutto per il design di Città di Mezzo) in cui risaltano virtuosismi tecnici e cromatici mai gratuiti.

E’ uno spettacolo intellettualoide, freddo, fondato su una sceneggiatura complessa costruita su paralleli tra 4 storie incentrati su piccoli dettagli che ci guideranno, non senza pretendere attenzione da parte dello spettatore che non voglia perdersi, verso il drammatico e corale incontro dei protagonisti che unisce magistralmente tutti i pezzi del mosaico.

Se soprassedete al fatto che gli input cerebrali annegano quelli emozionali, riceverete comunque un piacere del tutto mentale ed estetico, tra citazioni o riferimenti iconografici alti e dialoghi non banali, giochi di montaggio, architetture gotiche o atmosfere claustrofobiche, inquadrature ricercate e quadri viventi, mescolanze mediatiche e una costante sensazione di sospensione onirica (non priva di fondamento) che giustifica allucinazioni e inganni visivi.

Franklyn è come una piccola scultura perfetta a cui il creatore si è dimenticato di lasciare quelle imperfezioni che la rendono unica e speciale.

Non sprofonda comunque nel puro gioco a ricostruire l’enigma, o nell’essere solo il manifesto accademico di un nuovo talento, grazie all’elemento umano rappresentato da un cast notevole (con l’eccezione di Ryan Phillippe, che per fortuna indossa una feticistica maschera a forma di cranio per la maggior parte delle scene) tra cui riesce a spiccare Eva Green, splendidamente in parte nel suo doppio ruolo contrapposto, istrionica o violentemente intensa con un solo sguardo.

McMorrow ha una padronanza impressionante del mezzo cinema ed ha evidentemente ambizioni artistiche notevoli.

Se imparerà anche ad amare i suoi personaggi e a non usarli solo come pedine per mettere in luce la sua indubbia capacità nel costruire arzigogolate trame narrative, non correrà il rischio di diventare una sorta di versione emo di Inarritu (il mondo non potrebbe sopportarne un secondo).

Franklyn è tanto bello e appagante da vedere, quanto algido, ma la visione può valere la pena soprattutto se per una sera, come antidoto alla sciatteria che ormai invade le sale, vi accontentate di respirare un perfezionismo promettente e sempre più raro. E’ un gioco di specchi troppo narciso per appassionare e che lascia in superficie le sue stesse tematiche, tipiche del filone della distopia fantascientifica, ma non mi stupirei se per qualcuno diventasse un cult.


Recensione originariamente apparsa su +LoveIsTheDevil+, il blog ufficiale di Lenny Nero.


Titolo: Franklyn
Titolo originale: Franklyn
Nazione: Gran Bretagna, Francia
Anno: 2008
Regia: Gerald McMorrow
Interpreti: Ryan Phillippe, Eva Green, Bernard Hill, Sam Riley, Richard Coyle, Susannah York

Recensione del film Franklyn
Recensione scritta da: Lenny Nero
Pubblicata il 20/04/2009


La copertina del libro Per chi è la notte (Storie dal NeroPremio)

ABISSO è la newsletter di La Tela Nera

La copertina del libro Figlio del tuono (Storie dal NeroPremio)

Concorsi letterarii in Italia

La classifica dei 10 serial killer più famosi

Simboli Esoterici: significato, origini e uso

Misteri e storie incredibili

Le più spaventose leggende metropolitane

I 10 animali più velenosi al mondo

Il malato mondo dei serial killer

I peggiori disastri della storia umana

Disclaimer e Diritti | Recapiti e Contatti | Questo sito usa i cookie: consulta le nostre privacy policy e cookie policy