Quando un film, come questo Isolation - La fattoria del terrore, inizia con una donna che infila un braccio dentro una mucca (e non dalla bocca), viene morsa dal feto e successivamente arrivano teste che esplodono e laghi di letame liquido, non si può evitare di sistemarsi più comodamente in poltrona e seguire fino alla fine quel che accade sul video.
Ennesima riprova di quanto l’horror europeo sia in continua crescita qualitativa, Isolation - La fattoria del terrore è una rilettura in chiave rurale di classici quali La Cosa e Alien, rivisitati tenendo conto delle recenti ondate fobiche che hanno scosso il mondo, dall’AIDS all’aviaria passando chiaramente attraverso l’encefalopatia spongiforme bovina.
Riuscire a spaventare usando una fattoria, 4 mucche, 5 attori e qualche animatronic, con un budget di circa 5 milioni di dollari, non è impresa da tutti e Billy O’Brien ci riesce grazie a uno script sonnacchioso, capace di rallentare ad arte il ritmo per generare poi improvvise esplosioni di frenesia e orrore, quest’ultimo veicolato egregiamente dagli animatronics granchiosi e gigerianeggianti di Andy Roberts.
Nulla di nuovo sotto al sole, mi si dirà, ma quando questo nulla di nuovo è raccontato con maestria, sfruttando le masse d’oscurità che si annidano nella cascina isolata (fotografia esemplare di un Robbie Ryan che usa la tenebra come minaccia e non come paravento per eventuali carenze di mezzi) e lavorando su liquami, interiora e malformazioni, allora si può davvero applaudire e godersi l’assedio claustrofobico messo in atto dal regista.
In Isolation - La fattoria del terrore troverete zero humor e pochi ammiccamenti e concessioni al pubblico, che si ritrova piacevolmente impastoiato in un'atmosfera dura e disperata, nella quale stonano purtroppo alcuni cambi illogici nella psicologia dei personaggi, segnatamente il dottore e la ragazza di colore (che muta troppo velocemente nella eroina-alla-Ripley di turno).
Difetti non trascurabili ma certamente non in grado di inficiare più di tanto la resa finale del lungometraggio.
L’ottima recitazione di un gruppo affiatato, nel quale brilla quel John Lynch già fattosi notare in Sliding Doors e Best (e gli altri attori sono quasi tutti volti già visti in alcune pellicole horror o sci-fi), una colonna sonora sopra la media a cura di Adrian Johnston e una decina di premi raccolti in vari festival completano il quadro di una pellicola che si aggiunge al già nutrito gruppo di film horror prodotti in Inghilterra in tempi recenti.
Isolation - La fattoria del terrore: nella campagna irlandese nessuno può sentirti urlare!
|