Recensione
King of the Ants

King of the Ants: visiona la scheda del film Che strana bestia è Stuart Gordon.
Come Joe Dante, ondeggia fra progetti disparati (Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi in televisione in USA o H.P. Lovecraft al cinema in Spagna, per lui tutto sembra far brodo) eppure difficilmente lo riesci a cogliere a brache calate, anzi spesso riesce a sorprenderti proprio quando pensi che sia scomparso e che non stia più combinando nulla di buono.

Dopo il decennio dei ’90 passato decisamente in sordina se ne esce fuori con una serie di film uno più interessante dell’altro: archiviata la prova di maniera di Dagon - La mutazione del male questo sessantunenne riesce a rialzare la testa con una successione di prove solide, talvolta più che buone: King of the Ants, appunto, Edmond, due episodi di Masters of Horror, l’ottimo Stuck e un episodio di Fear Itself.
In tempi di giovani promesse che crollano dopo il film di esordio è comunque rassicurante avere ancora in attività registi come Gordon.

King of the Ants (Il Re delle Formiche) è un film ben lungi dalla perfezione che però riesce a essere interessante anche in quelli che sono i suoi difetti, dalla storia troppo confusa e pronta a saltare di genere in genere in modo tanto imprevisto quanto gratuito alla psicologia dei personaggi e le loro conseguenti interrelazioni.

Finalmente distante da certe tematiche lovecraftiane che, pur essendogli care, rischiano da un lato di limitarne le potenzialità e dall’altro di incanalarlo in un sottogenere tanto redditizio quanto privo di evoluzione, in questo strano oggetto filmico Stuart Gordon riesce a mettere in scena un efficace manifesto di certa umanità immorale, con un microcosmo di predatori e prede dove sopravvivi solo se hai meno vincoli e costrizioni degli altri.

King of the Ants funziona sulla base di alcuni elementi: le varie svolte di trama, gli attori coinvolti nel progetto e certa visionarietà che emerge nei momenti più impensati.
Ben distante dagli oliati e noiosi meccanismi tipici dei noir/serial killer movie che negli ultimi dieci minuti devono radunare le fila, spiegare ogni mistero e motivare quanto accaduto, King of the Ants si permette di cominciare come un neutrale sguardo nel sottoproletariato losangeleno, per trasformarsi in una ambigua storia di possibile riscatto e poi sprofondare nei territori d’incubo in una efficace sequenza nella quale Gordon riesce a farci capire quanto talvolta sia difficile uccidere una persona .
Ma non è finita qui perché il film è pronto a mutare ancora: entriamo in clima tarantiniano con una claustrofobica e prolungata sequenza di tortura che viene però intramezzata da deliranti visioni degne del miglior Brian Yuzna e quindi, quando tutto sembra perduto, ecco che arriva la cavalleria/deus ex machina e porta la pellicola nei territori della love story, per svoltare ancora una volta e trasformarsi infine in una apocalisse bronsoniana virata però al nichilismo.

Sarebbero già questi elementi bastanti a interessare chiunque alla visione, ma aggiungete all’elenco anche tre solidissime performance: Chris McKenna è perfetto nel dar vita alla figura di un post-ventenne privo di direzioni e sensi, prono a subire qualsiasi cosa che la vita abbia messo in cantiere per lui, che sia una occasione di facile guadagno, un percorso di redenzione o una tonnellata di dolore. George Wendt è ormai una sicurezza e tutto sommato ha attraversato più di una volta il sentiero dell’horror e sa essere il “ciccione” più sinistro e cattivo quando vuole. E infine Daniel Baldwin, considerati tutti i suoi limiti, riesce a cavarsela gigioneggiando il giusto.

E in mezzo a tutto questo Gordon è pronto a colpire le parti basse quando meno ve lo aspettate: coprofagia, tortura, teste mozzate e bruciate, volti devastati dai colpi inferti, strane creature metà insetto e metà uomo…
Il tutto amministrato giocando fra il surreale e l’ordinario e riuscendo quindi a ottenere ben altro effetto rispetto a un normale splatter-movie.

Debolissimo nel finale (le ultime inquadrature sono già viste mille volte e lo stesso messaggio si poteva veicolare in ben altra maniera) e troppo sbrigativo/sui generis nella parte dedicata al romance, King of the Ants rimane comunque una solida e incubica indagine sul lato oscuro dell’umanità, senza false illusioni e appiccicaticce redenzioni finali.


Titolo: King of the Ants
Titolo originale: King of the Ants
Nazione: USA
Anno: 2003
Regia: Stuart Gordon
Interpreti: Chris McKenna, Kari Wuhrer, Daniel Baldwin, Ian Patrick Williams, Steve Heller

Recensione del film King of the Ants
Recensione scritta da: Elvezio Sciallis
Pubblicata il 01/07/2008


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