Recensione Raccolta
Alchimie d'more e di morte

Libri > Recensioni > Alchimie d'more e di morte, di Giovanni Buzi, edito da Tabula Fati nel 2007 al prezzo di 5.00 euro. Leggi la trama.

Clicca per leggere la scheda editoriale di Alchimie d'more e di morte di Giovanni Buzi È possibile concentrare l’essenza di un capolavoro letterario in un libricino di poco più di sessanta pagine?
È possibile scrivere sei piccole novelle e farle risuonare di note musicali, ora lievi e argentine come lo zampillo di una fontanella in una piazza silenziosa, ora cupe come il suono grave degli oceani o le tetre eco che si rincorrono in oscuri sotterranei?
È possibile dar vita a delle storie usando parole che si trasformano in pennellate di vividi colori, l’inchiostro attinto dalla tavolozza del pittore?
E ancora, è possibile leggere delle storie, concatenate e incastrate una nell’altra come le sfaccettature di una pietra preziosa, ed esserne magicamente catturati, letteralmente rapiti al proprio interno, con la possibilità di uscirne solo desiderandolo?
La risposta a tutte queste domande è si, se si tratta di un alchimista della scrittura come Giovanni Buzi. E mai il titolo di un libro fu più azzeccato!
Buzi si è finalmente liberato dell’inutile e pesante fardello di una scrittura pesante e oscena, per lasciare campo libero al suo linguaggio artistico più vero e naturale: un linguaggio fatto di parole raffinatissime, anzi sopraffine, e senz’altro non fine, ma mezzo per veicolare altri aspetti di un’arte a tutto tondo.
Se questo piccolo libro potesse, per ulteriore trasmutazione alchemica, liberarsi delle parole, ecco che lo vedremmo trasformarsi in galleria d’arte, esposizione di gioielli unici, regno dei suoni, crocevia interdimensionale, droga dei sensi...
Le storie qui presenti, per quanto bellissime, sono allegorie di esperienze: la suora-vampiro che rivaluta l’orrore della propria esistenza tra l’umano e il mostruoso, e riscopre in quest’ultimo la libertà e il senso del volo (Suor Maria degli Angeli); la bambina tormentata che vive e attua il bisogno di purezza e trasparenza annullandosi letteralmente in esso (Vetro); la ricca signora che piano piano si libera del fardello della carne e degli umani affanni, entrando a far parte per sempre dell’infinitamente piccolo/grande universo di un preziosissimo zaffiro (Blu zaffiro); un uomo alla ricerca del continuo appagamento dei sensi lo trova per sempre nella fusione con una enigmatica creatura ameboide (Sotterranei); un altro scoprirà, con gran dolore ma anche gran senso di liberazione, di far parte di un’altra specie (Ghiaccio).
Infine, Io, Icaro, la più breve delle novelle qui rappresentate, la più potente da un punto di vista espressivo e la più emozionante, forse la chiave di lettura di tutte le altre, compendio dei grandi temi presenti in questo libro, l’Ibrido e il Nulla. Senz’altro il degno, catartico finale di un’esperienza esistenziale durissima, sconvolgente, con la rivelazione di un Grande Inganno. Per dirla con l’Autore: “Credevo di trovare aria aperta e respiro, luce e calore, leggerezza e libertà; l’unica cosa che ho ottenuto è stato questo disperato, doloroso, infinito precipitare. Nel nulla.”
Un libro maestoso!

Recensione del libro Alchimie d'more e di morte
Recensione scritta da: Domenico Nigro
Pubblicata il 14/03/2007

Da Novità in libreria:

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La maledizione di Fossosecco di Corrado Peli
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