Recensione Saggio
Conversando con H.P. Lovecraft

Libri > Recensioni > Conversando con H.P. Lovecraft, di Leonardo Baggiani, edito da Mermaid Editore nel 2007 al prezzo di 6.00 euro. Leggi la trama.

Clicca per leggere la scheda editoriale di Conversando con H.P. Lovecraft di Leonardo Baggiani Siamo un bel branco di polli: collezionisti, fans a oltranza, tuttologi del lovecraftianesimo… tutti a comprare qualunque cosa (o quasi) venga dato alle stampe con il nome di Howard Phillips Lovecraft in copertina. E il minimo che ci si aspetta dai polli è che questi si lascino tranquillamente spennare, in cambio del minimo del becchime. Spennare in senso ornitologico e metaforicamente economico perché del farsi privar di penna, quella per scrivere, non se ne parla proprio.

Scaduti i termini del diritto d’autore, ai settant’anni dalla morte di Lovecraft, una ristampa della sua narrativa non la si nega ormai a nessuno, dai grandi marchi alle più piccole edizioni on-demand. Anche se ci si guarda bene dall’avvertire che tali opere non più coperte da copyright sono soltanto le versioni a suo tempo pubblicate su rivista, con tutte le manipolazioni e gli errori dell’epoca e delle testate in cui apparvero. Lontani dal potersi considerare testi “definitivi” e corretti.

Poi c’è la “saggistica,” parola che tocca a volte mettere fra virgolette. Ed eccoci all’ennesimo acquisto, di quelli da fare con qualche cautela non trovando informazioni sufficienti per anticiparsene un’idea: quasi nulla in rete e niente in libreria trattandosi di minuscola casa editrice. Però, son solo sei euro… Ma sì, proviamo presso le solite librerie on-line. Sulle quali, fra l’altro, è tutto un oscuro fiorire di assortiti Necronomicon & affini: qualcuno è un romanzo, qualcun altro risulta come un misterioso nuovo volume italiano illustrato, in sedici pagine per trentadue Euro. (Trentadue diviso sedici... Fosse miniato da un amanuense in foglia d’oro?)

Alla fine arriva il volumetto, una brossura da 64 pagine formato 19x12. Il titolo è H.P. Lovecraft. Conversando con H.P. Lovecraft di Leonardo Baggiani, Mermaid Editore, 2007, Euro 6,00 ISBN 88-86592-29-9.

Il primo “H.P. Lovecraft” stampato a corpo maggiore sia in copertina che sul dorso è ridondante, ben piazzato a suggerire che i contenuti possano comprendere suoi testi. Con un’attribuzione del genere, Fanucci perse una causa legale nel 2001 per “copertina ingannevole.” Ma questa è un’altra storia, e il nome di chi firma il tutto si trova qui saggiamente al posto giusto.

Qui, si tratta in realtà di una conversazione immaginaria tra l’autore del libro e lo scrittore americano, divisa in tre “incontri” al tramonto nella Providence del 1936 e strutturata come un’intervista in domande e risposte dirette. Fino a questo punto niente di particolarmente strano, poi al primo voltar di pagina:

“H.P.L.: I miei genitori volevano fortemente una femmina. Curavano il mio aspetto, ed i miei bellissimi riccioli biondi, proprio come una bambina, ed ero talmente grazioso da sembrare in effetti tale. Più tardi hanno avuto altri due figli di cui la prima appunto una femmina.”

Ecco, questo sì che sarebbe lo scoop del secolo… la scoperta che Lovecraft aveva un fratello e una sorella di cui nessun biografo mai si era accorto prima. Ma si fa probabilmente confusione con la famiglia della zia Annie E. Phillips Gamwell: dei suoi due figli, cugini di Howard, il giovane Phillips morì di tubercolosi nel 1916, appena diciottenne, mentre la femmina, Marion Roby, sopravvisse solo pochi giorni alla nascita nel 1900.

Chi ha scritto il volume avrebbe fatto miglior figura a documentarsi almeno presso alcune fonti web in inglese piuttosto che tirar giù appunti, come appare, dalle introduzioni e gli apparati biografici delle solite traduzioni lovecraftiane in Italia. A parte la forma (e l’assenza di editing, se non altro a correggere i passaggi dal “lei” al “tu”), imprecisioni e strafalcioni più o meno rilevanti si susseguono come in un quiz-book del tipo “scova l’errore.” Si ripetono alcuni dei più scontati luoghi comuni sul Gentiluomo del New England, perpetuando informazioni superate e altre campate in aria. Dispiace vedere che a un Lovecraft per quanto fittizio si facciano pronunciare certe sciocchezze:

“H.P.L.: Lei si è ben informato. Sì, ci sono molte attinenze; senza addentrarci nei particolari e nel contenuto dell’Enuma Elish, […] Inoltre in sumero “Kutulu” significa “abitante di Kutu,” una città ancora esistente in Iraq; il suono le suggerisce nulla?”

Tanto per fare un po’ di cronaca, l’accostamento fra il pantheon lovecraftiano e i miti sumeri è un’invenzione piuttosto recente, diffusa negli anni '70 dal preteso Necronomicon di Simon, al secolo Peter Levenda, del tutto arbitraria nel manipolare nomi e attributi allo scopo di creare una base per il proprio pseudo-esoterico sistema. Una bufala, insomma, per quanto suggestiva, che si alimenta da sé e ricorre da decenni su internet, in articoli che mai ne citano le fonti, o in volumi ostinatamente presi sul serio persino quando sono palese fiction inserita in collane di genere, come i vari Necronomicon con seguiti e rifacimenti usciti negli anni per Fanucci.

Vale la pena di parlare in qualunque modo di queste pubblicazioni, fornendo loro immeritata pubblicità? Oppure è meglio avanzarla, qualche critica... Almeno per distinguere tra chi specula, millantando competenze che non si reggono in piedi, e chi la ricerca in questo strettissimo campo la fa sul serio e da anni?

O magari sarebbe il caso di farsi furbi e seguire l’esempio. Nessuno ha mai sfruttato l’assonanza tra i nomi “Cutolo” e “Cthulhu,” per pubblicare uno studio che dimostri come la criminalità organizzata in Italia sia nelle mani (nei tentacoli, negli pseudopodi o in quel che altro vi pare) dei Grandi Antichi?... Mai mettere limiti a quel che se ne può cavare.


Recensione originale apparsa su In Tenebris Scriptus, il blog ufficiale di Andrea Bonazzi.

Recensione del libro Conversando con H.P. Lovecraft
Recensione scritta da: Andrea Bonazzi
Pubblicata il 10/12/2007

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