Recensione Romanzo
Ti porterò nel sangue

Libri > Recensioni > Ti porterò nel sangue, di Chiara Palazzolo, edito da Piemme nel 2007 al prezzo di 17.90 euro. Leggi la trama.

Clicca per leggere la scheda editoriale di Ti porterò nel sangue di Chiara Palazzolo Recensendo questo Ti porterò nel sangue è la terza volta che mi ritrovo a parlare di Chiara Palazzolo e della sua trilogia, avendo seguito le gesta di Mirta fin dagli esordi, e ogni volta mi ritrovo a pensare sempre le stesse cose.

Nella recensione del primo romanzo avevo ammesso quanto fossi prevenuto a inizio lettura e come l’autrice fosse riuscita a convincermi lottando anche contro questo mio abito mentale.

Con il secondo mi ero ripromesso di non cascarci più ma… Niente da fare, avevo di nuovo iniziato a leggere di Mirta, sopramorti e benandanti con la convinzione che si trattasse di un seguito scritto in fretta, per cavalcare l’onda del successo.
E di nuovo dovetti ricredermi e lo ammisi pubblicamente.

Nel frattempo ho avuto modo di intervistare l’autrice e di scambiare qualche mail di complimenti reciproci ma, non appena mi è arrivato il terzo volume, Ti porterò nel sangue, cosa pensate che sia successo?
Esatto, sono partito di nuovo prevenuto.

Non so che dire, ogni volta dimentico il valore della scrittura della Palazzolo e il fatto che riesca a confrontarsi con un tema stra-abusato quale quello dei vampiri (chiamateli pure sopramorti, come vi pare) cavandosela più che egregiamente.

Prendo il volume, guardo il numero di pagine, lo ripongo, mi dico che prima o poi lo leggerò, penso al fatto che ormai sia diventata una trilogia e a quanto io non riesca a sopportare i romanzi lunghi, figuriamoci quelli in più volumi.

Poi, per fortuna, accade di nuovo il miracolo e mi lascio prendere dalla tecnica della Palazzolo, una scrittrice che sembra aver metabolizzato al meglio tutti i classici consigli delle scuole di scrittura evitandone però i risvolti negativi.

La Palazzolo, ben consapevole di non poter ripetere né il grunge-bildungsroman ipercompresso degli esordi né la mattanza di combattimenti, amori violenti e azione che aveva caratterizzato il secondo episodio, da un lato cerca di tirare le fila e chiudere ogni sviluppo di trama in un finale che sia in linea con i volumi precedenti e dall’altro canto pone molta più attenzione sui personaggi che circondano Mirta/Luna, creando una galleria eterogenea di figure ben caratterizzate che vanno ad affiancarsi a quelle già presentate.

Aumenta anche il tasso di cospirazione e intrigo, così come si alza il livello di infodump (senza mai scadere del didascalico, anzi…) e veniamo finalmente a sapere qualcosa di più sia sulla struttura organizzativa dei benandanti che sulla loro storia.

Si approfondiscono le relazioni fra i singoli protagonisti, la scrittrice riesce a gestire le singole parti con ottimo equilibrio e la mutazione dalla fragile e romantica Mirta alla volubilissima, frustrata e implacabile Luna si completa fino a conseguenze drastiche e svolte che sembravano imprevedibili in Strappami il cuore.

A prescindere da trama e contenuti, il campo nel quale la Palazzolo ha sicuramente fatto i progressi più evidenti è quello della caratterizzazione psicologica e anche, non saprei come meglio dirlo, nel tentativo di stabilire una certa empatia.

I protagonisti sembrano tutti più “simpatici” il che, rispetto a certa freddezza dei primi episodi, è quanto di meglio si potesse sperare in un’autrice che continua a lavorare molto su uno stile iper-frammentato.

Privi di autori di grido in campo horror, possiamo finalmente vantare una scrittrice in grado di reggere il confronto con le varie principesse dei vampiri straniere e il fatto che sia in cantiere un film tratto dal primo romanzo non è che ulteriore conferma delle capacità narrative della Palazzolo.

Come di rito, mi obbligo a cercare anche difetti e lati negativi e anche in questo caso non posso far altro che ripetere quanto già detto in occasione dei romanzi precedenti: fossi nella Piemme cercherei di fare un editing un po’ più aggressivo, anche a costo di perdere qualche pagina per strada.

In più, in certe occasioni, la frammentazione e iperpunteggiatura delle frasi sembra fin troppo casuale, artificiosa.
Si tratta di sfumature, ma sono cose che, se limate, potrebbero portare a un ulteriore miglioramento nella qualità del prodotto.

Il finale è, come da copione, chiuso quanto basta per porre termine alla trilogia e aperto quanto basta per dare il via a nuove puntate del confronto sopramorti/benandanti, con tutti i rischi che potrebbero comportare ulteriori episodi: serializzare una vicenda del genere è compito difficile da portare a termine senza stancare il pubblico, ma se c’è una persona in grado di farlo e che ha già dimostrato di saperlo fare quella è sicuramente Chiara Palazzolo.

Recensione del libro Ti porterò nel sangue
Recensione scritta da: Elvezio Sciallis
Pubblicata il 03/05/2007

Da Novità in libreria:

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La maledizione di Fossosecco di Corrado Peli
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