La maledizione della mummia Ötzi, lo sciamano dei ghiacci

Su Ötzi, la mummia dei ghiacci ritrovata nel 1991, graverebbe una maledizione che ha provocato otto vittime. Realtà o fantasia?

La maledizione della mummia Ötzi, lo sciamano dei ghiacci

Le maledizioni delle mummie hanno da sempre destato un certo fascino, arrivando a influenzare anche il cinema e la letteratura. Il ritrovamento della mummia di Tutankhamon si dice per esempio che provocò 21 morti, fra quelli che avevano avuto a che fare con la scoperta.

In quest'articolo non parlerò delle mummie egiziane, ma di una mummia naturale. Un cadavere mummificato quasi perfettamente conservato dai ghiacci per oltre 5.000 anni.

Le sono stati attribuiti diversi nomi, come Mummia del Similaun, Uomo venuto dal ghiaccio, Mummia dei Ghiacci, facendo nascere anche delle dispute al riguardo, ma infine è stata chiamata semplicemente Ötzi, dalle Alpi dell'Ötztal (anche se è conosciuta nei paesi anglofoni col nome di Frozen Fritz o The Iceman).

La mummia fu rinvenuta nel ghiacciaio di Schnalstal nelle Alpi dell'Ötztal il 19 settembre 1991 da due turisti tedeschi, Erika e Helmut Simon, durante un'escursione. La coppia proveniva da Norimberga, nella Germania del sud, e stava camminando presso il Passo Hauslabjoch, a circa 3200 metri di quota, quando notò una testa e una spalla sbucare dal ghiaccio, pensando, inizialmente, si trattasse di un escursionista morto.

Si trattò di una scoperta unica, un uomo dell'Età del Bronzo, un guerriero di circa 46 anni con abiti di pelliccia, scarpe in pelle e arco e frecce. Si pensa sia vissuto fra il 3350 e il 3100 a.C. Dalle analisi effettuate sul corpo si scoprì che l'uomo fu ucciso e che probabilmente era in fuga dai suoi aggressori. Mostrava tagli sulle mani, ai polsi e al petto. E aveva la punta di una freccia conficcata su una spalla e segni di un colpo alla nuca.

Un'altra particolarità della mummia sono i suoi 50 e più tatuaggi, forse i più antichi conosciuti. Erano posizionati sulle linee meridiane usate dalla tradizionale agopuntura cinese.

L'esumazione di Ötzi avvenne senza troppa cura e fu violenta e caotica. Nella sua borsa furono trovati funghi ritenuti magici per proteggerlo con incantesimi. Questo portò a pensare che l'uomo fosse una sorta di sciamano.

Uno sciamano che volle vendicarsi lanciando una maledizione e prendendosi la sua vendetta dopo oltre 5.000 anni.

Neanche un anno dopo la scoperta della mummia, si verificò la prima di una serie di morti che rafforzò sempre più la convinzione di una maledizione in atto.
Se da una parte sono in molti a credere alla maledizione di Ötzi, dall'altra ci sono tantissimi scettici e fra questi anche alcuni di quelli "colpiti" dalla maledizione stessa, che asserirono semplicemente che la gente muore, non vedendo alcun nesso fra Ötzi e i decessi.

C'è anche una certa confusione in rete sul numero delle vittime colpite dalla maledizione e sulla data in cui si sono verificati quei decessi.
Due giornalisti francesi, Guy Benhamou e Johana Sabroux, hanno pubblicato a riguardo un libro nell'agosto 2006, La maledizione di Ötzi: 7 morti misteriose attorno a una mummia di 5.300 anni fa. Ebbene, già in questo titolo è contenuto un errore, poiché le morti furono otto e non sette. E in quasi tutti gli articoli sulla maledizione si parla sempre di sette vittime.

Di certo il numero sette è più affascinante e legato a un simbolismo antico quanto il mondo. Ma omettere una "vittima" per dare più colore e mistero a una ipotetica maledizione fa cadere il tutto in un giornalismo di bassa qualità.

Ma chi sarebbero le otto vittime di questa maledizione?

La prima vittima della maledizione fu il dottor Rainer Henn, morto all'età di 64 anni. Era un patologo legale, dell'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Innsbruck. Fu a capo della squadra che esaminò il corpo di Ötzi, sollevò egli stesso il corpo a mani nude e lo depose in un sacco per cadaveri. Morì a causa di uno scontro frontale in auto nel luglio 1992, mentre si stava recando a una conferenza per presentare nuove ricerche su Ötzi.

Kurt Fritz morì nel 1993 poco tempo dopo Henn, all'età di 52 anni. Era un esperto scalatore, che aveva condotto Henn e la sua squadra al corpo di Ötzi. Fu l'unico membro della sua squadra a essere ucciso da una valanga, in una regione con cui si pensava avesse familiarità. Aveva ricevuto finanziamenti per la sua connessione con la scoperta e organizzava dei tour al luogo del ritrovamento. In realtà non è certo che abbia guidato la spedizione, così come non è certo che abbia scoperto il volto della mummia quando era ricoperta dal ghiaccio. Stranamente infatti il suo nome non viene menzionato nel libro Iceman: Uncovering the Life and Times of a Prehistoric Man Found in an Alpine Glacier di Brenda Fowler.

L'australiano Rainer Hoelzl, di 47 anni, fu la terza vittima. Era un giornalista che aveva filmato un documentario esclusivo sulla rimozione del corpo di Ötzi dal ghiaccio per la televisione austriaca, che venne trasmesso in tutto il mondo. Alcuni mesi più tardi contrasse una malattia misteriosa, forse un tumore al cervello, e morì soffrendo qualche tempo dopo, nel febbraio 2004. Sono trascorsi circa undici anni dalla morte precedente.

Il turista tedesco Helmut Simon morì nel 2004 all'età di 67 anni e fu la quarta vittima. Era stato Simon che, assieme a sua moglie, aveva scoperto il corpo di Ötzi nel 1991, durante un'escursione nelle Alpi. Tornò in quella regione da solo nell'ottobre 2004, per festeggiare la vittoria di una battaglia legale che gli aveva riconosciuto la somma di 50.000 sterline come scopritore della mummia. Quando non fece ritorno, furono allertati i soccorsi. Le condizioni del tempo erano peggiorate e avevano fatto precipitare Simon in un crepaccio profondo quasi 100 metri. Il suo corpo fu trovato tre settimane dopo, coperto di ghiaccio come la mummia che aveva scoperto, a circa 200 metri dal punto in cui era morto Ötzi. Non aveva ancora firmato i documenti legali per l'assegnazione della somma, così sua moglie non ricevette mai quel denaro.

Il capo della squadra di soccorritori che aveva cercato Simon, la quarantacinquenne Dieter Warnecke, fu la quinta vittima. Morì d'infarto, sebbene fosse in perfetta salute secondo i suoi familiari. La sua morte avvenne meno di un'ora dopo che Simon fosse sepolto.

La sesta vittima fu il professor Friedrich Tiefenbrunner, morto nel gennaio 2005 durante un'operazione a cuore aperto. Faceva parte della squadra di Spindler e aveva scoperto un metodo per proteggere la mummia contro gli attacchi di funghi e batteri.

Konrad Spindler, di 66 anni, era un esperto di primo piano di Ötzi. Soffriva di sclerosi laterale amiotrofica e nell'aprile 2005 le sue condizioni aggravate lo portarono alla morte. Aveva scarsa considerazione della teoria della "maledizione di Ötzi". «Penso che sia un mucchio di spazzatura. È solo una gonfiatura mediatica. Di sicuro ora diranno che io sarò il prossimo» disse Spindler. Fu il primo a ispezionare il corpo della mummia e la settima vittima di questa maledizione.

Il dottor Tom Loy fu l'ottava e ultima vittima e morì all'età di 63 anni, nel novembre 2005, prima di terminare un libro su Ötzi. Era il direttore dei Laboratori di Scienze archeologiche all'Istituto di Bioscienza Molecolare dell'Università del Queensland. Anch'egli in molte occasioni entrò in contatto fisico con la mummia. Aveva identificato residui di sangue umano sulla mantella di pelliccia di Ötzi e sangue di qualche animale sulle sue frecce. La sua morte fu una sorpresa per la famiglia, sebbene sembra che soffrisse di una patologia pregressa del sangue da 12 anni, che gli fu diagnosticata poco dopo le analisi della mummia.
Tom non parlò mai di maledizione. I familiari vorrebbero pubblicare il libro su cui stava lavorando, ma ancora non sono riusciti a trovare il manoscritto.

In tutte queste morti si riscontrano senz'altro elementi che riconducono al concetto e all'immaginario delle maledizioni, primo fra tutti il fatto che tutte le vittime erano entrate in contatto con la mummia. Ma a ostacolare questo elemento c'è un lungo elenco di studiosi che hanno eseguito analisi ed esami sul corpo mummificato di Ötzi.

1- Rainer Henn capeggiò la squadra incaricata di prelevare la mummia
2- Kurt Fritz aveva guidato quella squadra e organizzava tour al luogo del ritrovamento
3- Rainer Hoelzl aveva filmato la rimozione della mummia
4- Helmut Simon fu lo scopritore e voleva guadagnare con quella scoperta
5- Dieter Warnecke capeggiò la squadra di soccorritori che cercava Simon
6- Friedrich Tiefenbrunner aveva trovato un modo per conservare meglio la mummia
7- Konrad Spindler ispezionò per primo il corpo mummificato
8- Tom Loy stava finendo un libro su Ötzi

Ma quanti altri studiosi hanno caratteristiche tali da poter "scatenare" la rabbia del guerriero sciamano? Perché la mummia non li ha colpiti? E perché la maledizione ha mietuto le prime due vittime a ridosso della scoperta della mummia, fra il 1992 e il 1993, e le altre sei a partire dal 2004, dopo ben undici anni, e nel giro di un solo anno e mezzo?

Possiamo rispondere con le parole della dottoressa Angelika Fleckinger, archeologa, le stesse pronunciate da Konrad Spindler:
«La maledizione di Ötzi è un mucchio di spazzatura.»

L'archeologa Angelika Fleckinger è il direttore del Museo di Archeologia del Sud Tirolo di Bolzano, in cui è conservata la mummia e, naturalmente, non crede nella maledizione, pensando si tratti soltanto di una superstizione.
La studiosa ribadisce che la mummia è stata trovata nel 1992 e da allora non solo è trascorso molto tempo, ma tantissime persone sono entrate in contatto con la mummia.

«La gente muore, è un fatto normale» ha detto la Fleckinger. Al Museo conoscono bene la storia della maledizione. «Più di 150 scienziati sono entrati in contatto con la mummia e la maggior parte di loro sta assolutamente bene» sostengono.

Il caso di Helmut Simon è un po' insolito, a dire il vero. Secondo i soccorritori si verificano appena uno o due incidenti mortali all'anno in quella zona e le tormente sono abbastanza rare in quel periodo dell'anno. Ma resta il fatto che Simon camminò fuori dal sentiero.

L'unica cosa certa, e ben lontana dall'essere una maledizione, è che quasi 250.000 curiosi visitano la mummia di Ötzi ogni anno e che al museo entrano quasi 3 milioni di euro dalla vendita dei biglietti.
Tutte persone che a questa ipotetica maledizione non credono affatto.

E di certo non ci crede l'attore americano Brad Pitt, che è arrivato (e non è l'unico) a tatuarsi Ötzi su un braccio!


Approfondimenti on line:
Il sito del museo in cui è conservato Ötzi: www.iceman.it
Le informazioni su Wikipedia: it.wikipedia.org/wiki/Mummia_del_Similaun



La maledizione della mummia Ötzi, lo sciamano dei ghiacci
Articolo scritto da: Daniele Imperi
Pubblicato il 01/12/2010

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