Tutti i dettagli sul simbolismo animale del Cinghiale e dei suoi significati attraverso i secoli, i popoli, le culture, le superstizioni e l'esoterismo.
Oggi, insieme allo studioso Ottavio Bosco, coosceremo i dettagli sul simbolismo legato alla figura del Cinghiale (Sus scrofa), una bestia presente in numerose zone del nostro pianeta.
Dopo l'Ape, la Civetta e la Farfalla, presentiamo su LaTeaNera.com un altro animale diffusissimo in Italia e nei suoi boschi, un essere spesso "scomodo" per l'Uomo, spesso protagonsta delle notti estive con i suoi misteriosi e minacciosi grugniti.
Selvaggio, inarrestabile e pericoloso se incontrato in compagnia dei suoi cuccioli, il cinghiale è entrato nell'immaginario sacro e profano di tantissime civiltà e numerosi popoli... siete pronti a conoscerlo meglio e a comprendere la sua posizione all'interno del simbolismo animale?
Avanzate con noi tra gli alberi...
Il Cinghiale e il suo simbolismo
Data la diffusione del cinghiale in quasi tutti i paesi della Terra, specialmente in Europa, pressoché tutte le culture lo hanno preso a riferimento come animale sacro o dal forte valore simbolico.
A partire dalla tradizione induista, fino ad arrivare a quelli nordici e orientali: presso tutte queste culture il cinghiale rappresenta l’energia della ferinità selvaggia e il coraggio indomito.
Nella mitologia greca il cinghiale fu la quarta prova che l’eroe greco Ercole, figlio di Zeus e Alcmena, dovette affrontare. Dopo aver imprigionato la cerva del Monte Cerineo, in passato sfuggita anche alla dea Artemide, fu inviato dal Re in Arcadia per catturare vivo l’Erimanto, un selvaggio e indomito cinghiale di enormi dimensioni, con zanne grandi quanto le braccia di un uomo, che stava terrorizzando l’intera provincia. Naturalmente Ercole riuscì nell’impresa.
Sempre secondo il mito greco gli dèi dell’Olimpo, durante lo scontro con titani tra cui spiccava il terribile Tifone, fuggirono e per non essere scoperti si trasformarono in animali: Ares, il dio della guerra, scelse di trasformarsi in un cinghiale.
Nei racconti della mitologia vichinga, si narra che il potente dio Loki avesse fatto infuriare Thor, dio del tuono, per aver tagliato, spinto dall’invidia, le bionde trecce a sua moglie Sif. Per sfuggire alla furia di Thor, Loki si fece costruire dei doni da alcuni nani, abili artigiani: essi crearono per lui una chioma d’oro bellissima, una lancia per Odino, supremo capo degli dèi norreni e una nave per Frey (amica di Sif). In possesso di questi tesori, Loki, incontrò due fratelli nani Brokk e Sindri, ritenuti artigiani ineguagliabili, e li sfidò a fabbricare dei tesori come quelli in suo possesso.
Tra le varie cose create dai due nani, Sindri, dopo aver steso sui carboni della fucina una pelle di porco, creò un cinghiale con le setole d’oro che chiamarono Gullinbursti. Il resto della storia per noi non ha molto interesse, se non per il fatto che furono proprio Brokk e Sindri a realizzare il famoso martello di Thor. I guerrieri norreni, in particolare quelli vichinghi, che desideravano ottenere in battaglia la protezione della dea dell’amore Freyia, erano soliti indossare pellicce di cinghiale ed elmi che lo rappresentavano.
Presso i Celti il cinghiale era considerato un animale sacro e dal forte valore simbolico: il selvatico suino, infatti, permetterebbe di comprendere e svelare la sfera spirituale a coloro che gli si avvicinano e rappresenterebbe la forza solare (divina), ossia il principio maschile di forza e coraggio.
Data l’enorme diffusione in Europa (e in Italia) di quest’animale, è normale che esso sia stato utilizzato come simbolo dalle antiche popolazioni del vecchio continente: lo troviamo, infatti, presente nei vessilli dei Romani per rappresentare la legione Legio XX Valeria Victrix, in numerosi stemmi medievali è raffigurato, sia su tela che in forma scultorea, in opere che si rinvengono nelle cattedrali di tutta Europa: in Italia troviamo forme scultoree in moltissime cattedrali, specialmente in Toscana.
Varie leggende circa la fondazione di città toscane, tra cui Pisa, sono riconducibili al mito del cinghiale bianco.
Nella tradizione post medievale europea il verro selvatico fu accostato varie volte al diavolo e in particolare a Satana, conferendogli un significato negativo legato al peccato originario, alla lussuria, alla carnalità e alla bestialità.
Per quanto riguarda l’interpretazione comune dei sogni, sognare un cinghiale ferito esprime un momento reale di travagli e dolori, per cui, non è considerato un buon augurio per chiunque sia in procinto di iniziare qualcosa d’importante.
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