Vedova Nera (Latrodectus mactans)

Uno dei ragni più famosi e velenosi al mondo: le femmine della specie hanno la curiosa abitudine di mangiarsi i maschi

Resa famosa da film e romanzi, la Vedova Nera è uno dei ragni più noti e universalmente considerato tra quelli più velenosi. Andiamo a conoscere questo nero aracnide e la sua temibile clessidra rossa.


Nome comune: Vedova Nera, Black Widow [ENG]

Nome scientifico: Latrodectus mactans

Classificazione: aracnide, famiglia Theridiidae, genere Latrodectus

Vedova Nera: distribuzione e habitat

Le vedove nere sono molto diffuse in tutti gli Stati Uniti, tanto che si dice ve ne sia una in ogni giardino. La si trova in particolare negli stati sudorientali, mentre in quelli nordorientali è più comune reperire la Latrodectus variolus, o vedova nera del nord, presente anche nelle aree sudorientali del Canada.
Si tratta di un ragno molto sedentario, che non abbandona più la sua tana dopo averla costruita.

Vedova Nera: aspetto

La vedova nera è forse uno dei ragni più riconoscibili grazie al suo aspetto peculiare.
La femmina adulta, a cui la specie deve il nome, è lunga in media una quarantina di millimetri e larga sette circa. È di colore nero lucido con una chiazza rossa a forma di clessidra sulla parte ventrale dell’addome (che stia lì per ricordarti che hai i minuti contati?). Quest’ultimo è molto arrotondato e costituisce la parte più grande del corpo, da solo può superare il centimetro di diametro.

Il maschio, innocuo per l’uomo, è lungo meno di un centimetro e ha l’addome più tubolare che sferico. È anch’esso nero ma non possiede la clessidra rossa, al cui posto c’è un piccolo punto rosso spesso difficile da notare.

Gli esemplari non ancora adulti sono di colore grigio-nero, con strisce bianche e chiazze rosse e/o arancioni.

Vedova Nera: dieta

La vedova nera si ciba di insetti e, occasionalmente, di altri aracnidi nonché, quando lo ritiene opportuno, del proprio maschio subito dopo l’accoppiamento, cosa da cui deriva il suo nome.

Come la maggioranza dei ragni in grado di tessere, la vedova nera attende che una preda resti invischiata nella sua tela, dopodiché emerge dal proprio rifugio e la avvolge nella tela per poi morderla e trattenerla in attesa che il veleno faccia effetto. Quando la preda cessa di dibattersi, in genere dopo pochi minuti dall’avvelenamento, il ragno inietta i propri enzimi digestivi nella ferita del morso e poi si porta la cena a casa in attesa che sia pronta per essere consumata.


Vedova Nera: come ti ammazza

La vedova nera, con il suo LD-50 di 0,002mg/kg, viene considerata uno dei ragni più velenosi esistenti, nonostante le sue ridotte dimensioni. È aggressiva e se importunata morde quasi sempre, iniettando una quantità piccola ma potente di veleno neurotossico.

Il morso in sé non è più doloroso di una puntura di spillo. In seguito può causare gonfiore, arrossamento e dolore, che è possibile alleviare mettendo un cubetto di ghiaccio sulla ferita. Il vero problema è il veleno, che richiede la somministrazione dell’antidoto, e i cui effetti si manifestano quasi subito.

Se il suo tasso di mortalità non è altissimo, anche nel periodo pre-antidoto, è solo perché non si impegna abbastanza. Infatti il suo morso inocula una quantità minima di veleno, insufficiente a uccidere un umano adulto in buona salute (ma non per questo innocua).

Quelle da temere sono le femmine. I maschi non solo mordono di rado, ma anche quando lo fanno iniettano così poco veleno da non avere alcun effetto riscontrabile.


Vedova Nera: il veleno

Il veleno delle vedove nere è molto potente (anche se l'insetto è ben lontano dal poter ambire a far parte della nostra classifica degli animali più velenosi della Terra), e in questo senso è una fortuna che, al contrario, le loro zanne non lo siano. Nonostante ciò, la loro lunghezza di circa un millimetro è sufficiente a permettere loro di inoculare il veleno a una profondità bastante a renderlo pericoloso anche per l’uomo.

Si tratta di una neurotossina con numerosi componenti, tra cui latrotossine, polideptidi, adenosina, guanosina e inosina.

Dopo il morso, il veleno si diffonde rapidamente nel flusso sanguigno e attacca il sistema nervoso, portando gonfiore, nausea, dolori di stomaco, spasmi muscolari, crampi al torace, all’addome e alle gambe e in generale forti dolori. In una donna in gravidanza può perfino causare contrazioni e parto prematuro.

In seguito, il veleno colpisce le terminazioni nervose, causando difficoltà di respirazione e deglutizione.
Col tempo, in mancanza di cure adeguate, i sintomi peggiorano, arrivando a includere brividi, elevata sudorazione, convulsioni, forte nausea, mal di testa e perfino paralisi motoria, anche se non tutti i casi peggiorano fino a questo punto.

In vittime molto giovani o anziane, o con altro genere di debilitazioni quali malattie o deficienze immunitarie, i risultati possono essere fatali.

Se si sopravvive, i sintomi più gravi scompaiono dopo due o tre giorni dal morso, mentre quelli più lievi possono restare anche per settimane intere.


Vedova Nera: consigli di sopravvivenza

Inutile dire che la prima cosa da fare è evitare di avere contatti con delle vedove nere, cosa che potrebbe risultarti più difficile di quanto pensi considerato che la loro diffusione negli Stati Uniti è enorme. Per fortuna le varietà di Latrodectus presenti in Europa sono molto meno diffuse e molto meno pericolose.

Presupponendo che ti trovi faccia a faccia con una vedova nera, piuttosto che star lì a guardare quanti granelli di sabbia ha nella clessidra, vattene! Di sicuro non ti verrà dietro neanche se la prendi a parolacce.

Non avvicinarti, non infastidirla e non avrai problemi. Questo, è chiaro, non ti impedisce di trovartene una addosso per sbaglio, con poche chance di sbarazzartene in modo gentile.

Per fortuna, se una vedova nera ti morde te ne dovresti accorgere.

Il morso non è molto doloroso, ma comunque sentiresti una puntura come quella di uno spillo. In tal caso, come per tutti gli animali velenosi (o quasi) è buona norma cercare di catturare il ragno (magari senza beccarsi un altro morso), perché ai soccorsi sia possibile accertare che si tratti davvero di una vedova nera, e somministrare le giuste cure.

I soccorsi, comunque, li devi chiamare prima possibile, in modo da farti somministrare l’antidoto.
Con quello puoi andare sul sicuro: da quando esiste, la mortalità delle vedove nere è stata azzerata, perciò puoi fare un sospiro di sollievo. Dopo averlo ricevuto, chiaramente.

Nel frattempo, applica del ghiaccio alla ferita per dieci minuti, fai dieci minuti di pausa e ricomincia.

Vedova Nera: body count

Tra il 1950 e il 1959, prima della diffusione dell’antidoto specifico, si sono riscontrate 63 morti dovute al morso di una vedova nera, pari a circa il 5% dei morsi diagnosticati.


Fonti:
www.brownreclusespider.org/black-widow-spider
http://en.wikipedia.org/wiki/Latrodectus_mactans


Vedova Nera (Latrodectus mactans)
Articolo scritto da: Carmelo Massimo Tidona
Pubblicato il 03/02/2012

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