Crotalo Diamantino Orientale (Crotalus adamanteus)

Uno dei rappresentanti più affascinanti dei serpenti a sonagli americani, il Crotalo diamantino orientale

Quanti romanzi abbiamo letto e quanti film ed episodi di serie TV abbiamo visto con la presenza di un rattlesnake, il classico "serpente a sonagli" americano? Personalmente molti.

Quindi è un grande piacere presentare oggi a tutti i lettori di LaTelaNera.com il dossier scritto da Luca Pagnini sul Crotalo diamantino orientale, un serpente che non mancherà di colpire la tua fantasia.


Nome comune: Crotalo diamantino orientale, Serpente a sonagli orientale dal posteriore di diamante, Diamante posteriore orientale, Serpente a sonagli d'acqua [ITA] / Eastern diamondback rattlesnake, Eastern diamond-backed rattlesnake, Eastern diamondback, Diamond rattlesnake, Diamond-back rattlesnake, Common rattlesnake, Diamond-back, Diamond(-patch) rattler, Eastern diamond-back (rattlesnake), Eastern diamond rattlesnake, Florida diamond-back (rattlesnake), Florida rattlesnake, Lozenge-spotted rattlesnake, Rattler, Rattlesnake, Southeastern diamond-backed rattlesnake, Southeastern diamond-backed rattler, Southern woodland rattler, Water rattle, Water rattlesnake, Diamondback rattlesnake [ENG]

Nome scientifico: Crotalus adamanteus

Classificazione: Classe: Reptilia, Ordine: Squamata, Sottordine: Serpentes, Famiglia: Viperidae, Sottofamiglia: Crotalinae, Genere: Crotalus, Specie: Crotalus adamanteus


Crotalo diamantino orientale: distribuzione e habitat

Il Crotalus adamanteus è presente nel sud-est degli Stati Uniti e lo puoi incontrare partendo dalla parte sud-orientale del North Carolina, proseguendo a sud sulla piana costiera attraverso tutta la Florida e sulle Florida Keys, quindi voltando a ovest lungo la costa del Golfo del Mississippi meridionale e nella Louisiana sud-orientale.

La descrizione della specie non comprende una località tipica di origine, nonostante ciò l'erpetologo Karl Patterson Schmidt nel 1953, nel suo trattato A Check List of North American Amphibians and Reptiles, propose di circoscrivere la zona a Charleston, nel South Carolina.

Il suo habitat è molto vario: pinete asciutte in quota, palmeti, dune di sabbia costiere, acquitrini e paludi, anche di acqua salata, con erba o alberi, boschi misti sabbiosi, prati umidi, soprattutto nei periodi di siccità. Durante l'estate e l'inverno, in alcune zone sembra utilizzare come rifugio tane scavate da altri animali, tipo roditori e tartarughe.

Come la maggior parte dei serpenti a sonagli, il Crotalo diamantino orientale è un serpente terrestre poco abile ad arrampicarsi (anche se qualcuno l'ha visto su cespugli e alberi, ma mai a più di 10 metri da terra), però è un eccellente nuotatore. Alcuni esemplari sono stati avvistati anche a diverse miglia dalla costa della Georgia, nel Golfo del Messico e nelle Florida Keys, mentre superavano larghi tratti d'acqua tra le isole e la terraferma.

Curiosità
La specie del Crotalus adamanteus è classificata a "rischio minimo" (LC) nella lista rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature) delle specie minacciate da estinzione. Tale classificazione è dovuta alla sua ampia distribuzione, che porta a presumerne una grande popolazione. In realtà il numero di Crotalo diamantino orientale è in forte diminuzione a causa della distruzione dei suoi habitat, della caccia e della persecuzione da parte dell'uomo.

È stato ipotizzato che l'incremento dei conigli in Florida sia causato, oltre che alla loro ben nota iperattività sessuale, proprio dal declino di questi serpenti.


Serpente a sonagli d'acqua: aspetto e comportamento

Il Crotalo diamantino orientale è il più grande tra i tanti serpenti a sonagli e il più pesante fra tutti i serpenti velenosi americani. Un esemplare cresciuto in cattività pare sia arrivato a 12 kg, ma non essendo mai stato trovato un solo individuo altrettanto ciccione, il dato è solo una curiosità.
Le massime lunghezze certificate sono di 244 cm, riportata nel 1956 da Laurence Monroe Klauber nel suo Rattlesnakes: their habitats, life histories, and influence on mankind, e 251,5 cm, misurata da Raymond Lee Ditmars nel 1936. Nonostante ciò, Crotalus adamanteus lunghi oltre i 210 cm sono molto rari, anche se ben documentati.

Dal 1991, quando è apparsa in un trattato della marina militare statunitense sui serpenti velenosi mondiali, la lunghezza media del nostro è stata fissata (basandosi su un campione di 31 maschi e 43 femmine) tra i 110 e i 170 cm.

Curiosità
Klauber nel suo trattato riportò la lettera di un altro famoso erpetologo, E. Ross Allen, in cui questi raccontava di come, per anni, avesse offerto una ricompensa di 200 dollari per un esemplare di Crotalus adamanteus, vivo o morto, lungo almeno 240 cm. Il premio non fu mai intascato, ma in compenso ad Allen furono consegnati diversi esemplari lunghi 210 cm.

Nel settembre 2009, vicino a St. Augustine, in Florida, qualcuno è andato vicino alla misura giusta, ma il crotalo catturato e ucciso era "solo" di 220 cm.
Comunque, se per caso ne trovi uno lungo abbastanza per richiedere la ricompensa, non affannarti: Ross Allen è deceduto nel 1981.

Molto varia la distribuzione delle sue scaglie, se sei appassionato di numeri sappi che ci sono: fra i 25 e i 31 (di solito 29) filari di dorsali, 165-176/179-187 (maschi/femmine) ventrali e 27-33/20-26 (maschi/femmine) subcaudali. Sul capo, le scaglie sono più alte di quanto siano larghe e sono a contatto con due serie internasali.

Il colore di base della pelle dorsale varia dal marrone, al marrone giallognolo, al marrone o grigio olivastro, su cui sono sovrapposti una serie da 24 a 35 disegni a forma di diamante color marrone scuro (più chiaro verso il centro), contornati da una riga crema o giallastra. Verso la coda si possono notare da 5 a 10 striature scure. La tinta del ventre è giallo o crema.

Sulla testa è presente una striscia scura che, partendo da dietro l'occhio, si estende indietro e verso il basso, fino a toccare gli angoli della bocca. Anche questa banda è delimitata da distinte strisce di scaglie bianche o gialle.

La coda presenta i caratteristici anelli di consistenza cornea, derivati dai residui della muta. Sono dei veri e propri organi di risonanza che quando vengono agitati emettono il caratteristico rumore sentito spesso (si spera, soltanto) nei film ambientati negli States. I muscoli della coda sono strutturati in modo tale da creare delle contrazioni ad alta frequenza, per un movimento finale molto rapido. Il sonaglio è quindi ben sviluppato e può essere udito da distanze relativamente ampie.

Oltre alla lunghezza e al peso, l'Adamanteus si distingue dagli altri crotali anche per la lunghezza delle zanne in proporzione con il resto del corpo. Klauber ha calcolato che un esemplare di 240 cm potrebbe avere delle zanne di 27 mm, mentre uno di 160 cm le ha di circa 17 mm.

In caso di incontro con l'uomo, il comportamento del Crotalus adamanteus varia molto da individuo a individuo. Alcuni esemplari restano fermi e in silenzio, altri invece fanno sentire il sonaglio quando l'intruso bipede si trova già a una distanza inferiore ai 9 metri.

Se si sente minacciato, il Crotalo diamantino orientale alza dal suolo la metà anteriore del corpo mettendosi in una posa a forma di esse, che non sta per "Salve!", bensì "Scansati Sennò Sei Spacciato". Da questa posizione infatti può colpire ripetutamente il suo bersaglio a una distanza pari ad almeno un terzo della sua lunghezza, un'esperienza da evitare.

Di solito, comunque, se ha l'opportunità di ritirarsi lo fa senza timore di passare per codardo, altrimenti aspetta che lo faccia l'intruso e poi scompare.

Curiosità
Secondo la credenza comune, il Crotalo diamantino orientale caccia sempre scuotendo il sonaglio prima di attaccare, in realtà è stato accertato che per molti esemplari non è così. Un'ipotesi per questo comportamento sarebbe la necessità di non essere sentiti, e quindi visti e uccisi (oltre che dagli uomini, anche dai falchi, dalle aquile e da altri tipi di serpenti, tutti predatori dei giovani crotali). Tale condotta, trasmessa per via genetica alle prossime generazioni, finirà per selezionare una specie di serpente a sonagli che non userà più il sonaglio, il Crotalus adamanteus… mutus.

Come tutti i crotali, anche il Diamantino orientale è ovoviviparo. Dopo un periodo di gestazione tra i sei e i sette mesi che, di solito, termina tra luglio e ottobre, nascono tra i sette e i ventuno serpentini. I piccoli restano con la madre poche ore (a volte giorni) prima di allontanarsi e iniziare a cacciare da soli, ecco che allora il loro tasso di mortalità nel primo anno di vita è molto elevato.

I neonati misurano 30-36 cm e sono simili agli adulti, fatta eccezione per la coda che ha solo una specie di piccolo bottone al posto del sonaglio.

Il Crotalo diamantino orientale può vivere oltre i venti anni, ma la sua aspettativa di vita allo stato brado è molto più breve per i motivi sopra elencati (uomo in primis). Catturato da adulto è difficile da mantenere in cattività, al contrario gli esemplari nati segregati sono più longevi perché accettano le prede già morte come le cavie da laboratorio. Oltre al cibo, per mantenerli in vita è necessario un ambiente ben ventilato ma secco, con una zona in cui potersi nascondere, e una temperatura mantenuta tra i 23 e i 27 °C.


Crotalo diamantino orientale: dieta

Il Crotalo diamantino orientale si nutre cacciando anzitutto piccoli mammiferi come scoiattoli, conigli e ratti, ma a volte anche piccoli uccelli, lucertole e grandi insetti. Come molti altri serpenti velenosi (già trattati sul nostro LaTelaNera.com e non), anche lui morde la sua preda e poi la lascia scappare, quindi, seguendo la scia odorosa dell'animale condannato a morte, la raggiunge e consuma il pasto.

Grazie alle sue dimensioni, l'Adamanteus non ha alcun problema a cibarsi di prede grandi come i conigli, così come da giovane non ne ha per ingoiare i topi adulti. Per questo motivo il coniglio dalla coda di cotone (Sylvilagus floridanus) e quello degli acquitrini (Sylvilagus palustris), dei quali gli Stati Uniti orientali sono ricchi, formano la parte più consistente della dieta del nostro crotalo.


Serpente a sonagli d'acqua: veleno

La produzione di veleno del Crotalus adamanteus è molto alta: da una media di 400-450 mg fino a un massimo di 858-1000 mg. Nel 1973, J.H. Brown stimò una resa media di 410 mg (veleno essiccato), con valori di tossicità LD50 pari a 1,3-2,4 mg/kg se intravenosa, 1,7-3,0 mg/kg per via peritoneale e 14,5-20 mg/kg sottocutanea

Essendo la dose letale per un uomo pari a 100-150 mg/kg, ecco che l'Adamanteus sarebbe in grado di iniettare con un solo morso, anche in zone non particolarmente vascolarizzate, veleno sufficiente a uccidere sei persone.

Certo, morso il primo poi sarebbe difficile passarsi il veleno l'un l'altro per arrivare al risultato di sei, però tu non lo dimenticare.

In generale, il veleno della maggior parte dei crotali del Nord America contiene componenti proteiche tossiche che producono effetti sia locali che sistemici. Questi effetti possono comprendere un danno tissutale locale, alterazioni vascolari, emolisi, una sindrome analoga alla coagulazione intravascolare disseminata (sindrome da defibrinazione, cioè scomparsa della fibrina dal sangue che non è quindi più in grado di coagulare), oltre ad alterazioni polmonari, cardiache, renali e neurologiche. Il veleno dei crotali inoltre altera la permeabilità vascolare capillare, causando la fuoriuscita di elettroliti, colloidi e globuli rossi attraverso le pareti vasali, sia nella sede di inoculazione sia in altri organi (per esempio, i polmoni, i reni, il cuore), insomma, sangue dappertutto.

In particolare, il veleno dell'Adamanteus è descritto come proteolitico ed emolitico altamente necrotizzante, contenente un'ampia frazione di fosfodiesterasi (un enzima, tra le altre cose, inibitore della funzione sessuale, e non aggiungo altro), stimolante al rilascio di bradichinina, la quale provoca dolore, anche intenso, e ipotensione sanguigna transitoria.

Ha infine un'esclusività rispetto ai suoi stretti parenti nordamericani, perché contiene, in percentuale del 2-8%, un peptide a basso peso molecolare che impedisce la trasmissione neuromuscolare e può, in teoria, determinare da solo un'insufficienza cardiaca. Questo peptide è simile alla "crotamina" del caro cugino centromeridionale Crotalus durissus terrificus, conosciuto ai più con i nomi di Cascavel o Cascabel, molto più letale dei serpenti a sonagli settentrionali proprio per le sue proprietà neurotossiche.

Curiosità
Mentre il veleno neurotossico dei serpenti a sonagli dell'America centromeridionale (simile a quello della famiglia degli Elapidi) agisce sul cervello e sui gangli spinali, causando prima la paralisi dei muscoli volontari e poi di quelli involontari fino all'asfissia, quello emolitico (di cui è dotata la maggior parte delle specie di crotali del Nord America) ha l'effetto particolarmente raccapricciante di putrefare la carne. Come descritto sopra, i vasi sanguigni esposti al veleno perdono la loro capacità di contenere il sangue, l'effetto di coagulazione è soppresso e la carne della zona si riempie di liquido fino a morire. Nel caso di una preda, questo processo è molto utile in quanto serve al serpente per iniziare e accelerare la digestione, che, immaginiamo, senza Maalox non sarebbe semplice.
Il veleno di tipo emolitico ha anche la straordinaria capacità di ridurre la risposta immunitaria alle infezioni batteriche. Così, i batteri presenti sui denti di un serpente a sonagli sono in grado di moltiplicarsi senza controllo, accelerando ulteriormente il processo di degenerazione. Ecco perché, le vittime di un morso di serpente con veleno emolitico muoiono di rado, se curate, ma lo stesso perdono l'uso di interi arti se la cura non viene eseguita abbastanza in fretta.


Crotalo diamantino orientale: come ti ammazza

Come vedremo più avanti, se il Crotalus adamanteus ti ammazza,a differenza di tanti altri animali pericolosi trattati sulle pagine di LaTelaNera.com, sei stato particolarmente sfortunato.
La maggior parte degli effetti del veleno raggiunge infatti il massimo entro 4 giorni dal morso, ma è chiaro che la gravità dell'avvelenamento dipende dalla quantità di veleno inoculato, dal numero dei morsi, dalla sede e dalla profondità del morso, dall'età, dalla corporatura e dalle condizioni di salute della vittima, dal tempo trascorso prima dell'inizio del trattamento e dalla risposta della vittima al veleno.

Detto ciò, i sintomi iniziali sono di dolore urente mentre nella zona del morso compaiono edema ed eritema o ecchimosi. Se non viene trattato, l'edema progredisce rapidamente ed entro poche ore può interessare l'intero arto, se il morso ha colpito un arto, se invece ha interessato il collo, beh, dì addio alla testa e a tutto ciò che contiene.

In corrispondenza della zona colpita, insieme all'aumento della temperatura, possono essere presenti linfangite e ingrossamento e dolenzia dei linfonodi regionali. Quando si tratta di avvelenamento da morso di Crotalo diamantino orientale l'ecchimosi è grave e può comparire al di sopra della zona del morso entro 3-6 ore. La cute può apparire tesa e scolorita.

La stasi del sangue e dei liquidi a livello della microcircolazione provoca shock, ipotensione e acidosi lattica. La caduta del volume ematico circolante effettivo può contribuire a peggiorare l'insufficienza cardiaca e renale. Nei casi gravi può comparire trombocitopenia, isolata o in associazione con altre coagulopatie. La coagulazione intravascolare indotta dal veleno può innescare la sindrome da defibrinazione, cui conseguono ematemesi (sangue dalla bocca), ematuria (sangue nell'urina) ed emorragie interne. In alcuni pazienti con gravi morsicature si possono osservare proteinuria, emoglobinuria e mioglobinuria, ovvero proteine, emoglobina e mioglobina nelle urine, cioè proprio là dove non devono stare.

Della necrosi intorno alla zona del morso abbiamo già parlato.

Nel frattempo, interiormente le manifestazioni sistemiche possono causare nausea, vomito, sudorazione, febbre, astenia (perdita di forza nei muscoli) generalizzata, parestesie (alterazioni della sensibilità degli arti), fascicolazioni muscolari (rapide contrazioni del muscolo senza esito motorio), alterazione dello stato mentale, ipotensione e shock.
La vittima può riferire la comparsa di un sapore metallico, gommoso o simile alla menta, quindi, se non altro, si muore con la sensazione di avere i denti puliti.

Infine, come abbiamo visto il veleno della maggior parte dei crotali del Nord America provoca alterazioni molto lievi della trasmissione neuromuscolare, ma quello inoculato dal nostro Crotalo diamantino orientale può causare anche gravi danni neurologici, con tutto quello che ne consegue (leggi sopra).


Crotalo diamantino orientale: consigli di sopravvivenza

Anzitutto non farti mordere, ma a tua parziale rassicurazione, considera che, con il morso di un qualsiasi serpente a sonagli, se si è protetti, poco o pochissimo veleno viene iniettato. Quindi, oltre alle solite norme di comportamento da rispettare quando si visitano luoghi dove vivono serpenti velenosi, particolare attenzione mettila nell'abbigliamento che deve coprire soprattutto braccia e gambe.

Poi, vista la citata ritrosia del Crotalus adamanteus a litigare con quelli molto più grandi di lui, muoviti facendoti sentire e comunque, visto che ce n'è sempre qualcuno un po' timido e silenzioso, in caso di sosta controlla bene dove ti metti a sedere.

In caso di morso le autorità consigliano:
- per quanto possibile, non t'agitare e mantieni la calma;
- prova a succhiare subito il veleno, ma solo se sei certo di non avere ferite in bocca, né screpolature o carie aperte, infatti il veleno ingerito per caso è facilmente digeribile, ma quello entrato in circolo per via gengivale o dentale te lo tieni e… auguri;
- non tagliare o incidere il morso, tale pratica aumenta solo i danni ai tessuti e peggiora l'emorragia;
- non bere alcolici (no, nemmeno drogarsi è utile);
- cattura, se possibile, il serpente e portalo in ospedale dove ti somministreranno l'antidoto adatto al tipo di crotalo che hai con te.

Curiosità
Se sei un tipo particolarmente apprensivo e/o previdente, e viaggi sempre con appresso l'antidoto del serpente più comune della zona che stai visitando, considera che comunque il rimedio farmacologico, di solito, è molto efficace per contrastare la sindrome da defibrinazione, ma può fare poco di fronte a una bassa conta piastrinica.
Per cui, dopo esserti iniettato il siero, non attardarti a festeggiare lo scampato pericolo in un bar di Miami, ma vai lo stesso subito in ospedale.


Crotalo diamantino orientale: body count

Il Crotalo diamantino orientale ha la reputazione di essere il più pericoloso tra i serpenti velenosi del Nord America. Sebbene l'erpetologo Albert Hazen Wright e sua moglie Anna Allen Wright, nel 1957, nel loro Handbook of snakes, menzionarono un tasso di mortalità conseguente a morsi pari al 30% (con alcune vittime decedute nel giro di poche ore e qualcuna, addirittura, entro una manciata di minuti, ma forse stavano facendo un'esperienza di allucinazione di gruppo, i Wright, non i morsicati), in realtà, come ogni altra specie di serpente a sonagli, il Crotalus adamanteus è un animale solo potenzialmente mortale.

Le statistiche dimostrano che negli USA vengono morse da serpenti velenosi, di tutte le specie, più di 8000 persone ogni anno, ma meno di 6 sono i decessi.
In genere, in quei casi la morte avviene perché: 1. ci sono stati morsi multipli, 2. sono stati morsi bambini piccoli, persone anziane o di salute cagionevole, 3. molto raramente, il serpente ha iniettato il veleno direttamente in vena (ci sono molte più probabilità di essere colpiti da un fulmine).

Premesso ciò, i serpenti a sonagli (compresi quindi gli Adamanteus) sono responsabili della maggior parte dei morsi di serpenti velenosi e di quasi tutti i decessi.

Le vittime sono per lo più giovani di sesso maschile, il 50% dei quali era ubriaco al momento del fatto e maneggiava o molestava deliberatamente il serpente, insomma, dei geni.

Le morsicature avvengono quasi sempre a livello delle estremità degli arti e una buona percentuale dei morsi letali si sono verificati quando una persona ha cercato di gestire intenzionalmente un serpente a sonagli, come usano fare alcuni simpatici fanatici religiosi.

Curiosità
Tra questi ultimi, vanno annoverati i seguaci di una bizzarra congregazione fondata nel 1909 da George Went Hensley (1880-1955), prima chiamata Church of God with Signs Following (Chiesa di Dio che segue i segni) e poi soprannominata Church of Snake Handlers (appunto, Chiesa dei Maneggiatori di Serpenti).
I fedeli di questa confessione cristiana, per dimostrare la pienezza del battesimo nello Spirito Santo, praticano dei rituali spassosissimi come: maneggiare serpenti velenosi, infilare le mani nel fuoco, darsi fuoco, bere veleni mortali come la stricnina.
Alla base di tutto ciò c'è l'interpretazione molto stretta del seguente passaggio del Vangelo di Marco (16: 17-18): "E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno".
Nonostante l'ostracismo delle altre chiese pentecostali, lo "snake-handling" si diffuse per tutti gli anni '30, finché sei stati americani (Kentucky, Georgia, Alabama, Virginia, Tennessee e Carolina del Nord) proibirono per legge queste cerimonie autolesioniste.
A tutt'oggi, comunque, esistono ancora (incredibile ma vero) almeno 5.000 seguaci, concentrati nei monti Appalachi e negli Stati Uniti sudorientali.
Pare che gli episodi estremi, attuati per testimoniare la propria fede, abbiano causato la morte di almeno 61 persone per morsi di serpenti e 5 per avvelenamento da stricnina.
L'ultimo decesso è avvenuto in Kentucky nel 2006, proprio per il morso di un serpente a sonagli.
Amen.

In conclusione, questo serpente non merita davvero di entrare nella classifica di LaTelaNera.com dei 10 animali più velenosi della Terra, però è talmente diffuso in letteratura e cinematografia che ogni lettore e/o spettatore, di sicuro l'ha incontrato almeno una volta senza aver messo piede negli USA.

Per gli autori di narrativa che frequentano LaTelaNera.com, il Crotalo diamantino orientale (in rappresentanza di tutti i serpenti a sonagli americani) è ulteriormente importante perché prima o poi, se non è già successo, capiterà loro di doverne inserire almeno uno in qualche creazione ambientata negli Stati Uniti.
Ecco perché, in quanto scrittore o lettore, attore o spettatore, anche se non ti muovi mai da casa e l'ultimo viaggio che hai fatto è stato a Rimini, leggere questo articolo ti ha reso migliore.


Fonti:
http://www.animalidalmondo.com/crotali/crotalo-diamantino-orientale.php
http://en.wikipedia.org/wiki/Crotalus_adamanteus
http://crotalus.kittycrack.net/
http://en.wikipedia.org/wiki/Rattlesnake
http://it.wikipedia.org/wiki/Crotalus_adamanteus
http://www.animalidalmondo.com/crotali/serpenti-a-sonagli.php
http://en.wikipedia.org/wiki/Snake_handling
http://www.msd-italia.it/altre/manuale/sez23/3082829.html
http://www.latelanera.com/naturalbornkillers/naturaletale.asp?id=107

Foto:
Tutte le foto presenti in questo articolo sono di proprietà di Kevin Stohlgren che ne ha gentilmente concesso l'uso. Segui Kevin sulla sua pagina flickr: http://www.flickr.com/photos/kstohlgren/


Crotalo Diamantino Orientale (Crotalus adamanteus)
Articolo scritto da: Luca Pagnini
Pubblicato il 23/06/2012

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